“Cercate ardentemente di scoprire cosa siete chiamati a fare. Poi mettetevi a farlo appassionatamente. Siate comunque sempre il meglio di qualsiasi cosa siate.”
Martin Luter King
Il meglio di qualsiasi cosa siate. Ho conosciuto luoghi, visitato città, appreso culture, ma sono giunta ad una sola conclusione: lo sviluppo dell’umanità è nelle mani laboriose dei bambini, e, benché diversi nella razza e nella lingua, essi hanno tutti i medesimi bisogni di sviluppo. Ho scelto di spendere nel mondo quella che personalmente definisco la mia missione: l’educazione del bambino. Con i materiali di sviluppo Montessori, universali e scientifici, ho trovato la chiave per accedere allo spirito dei bambini e poterlo osservare. Il connubio perfetto con il Montessori, a mio modesto giudizio, nonché il contesto entro cui maggiormente si valorizza ed approfondisce la didattica montessoriana, è l’ambiente naturale, contenente già in sé medesimo gli strumenti atti a rispondere ad ciascuno dei bisogni dei bambini di tutte le culture e di tutte le razze, del mondo stesso, oserei dire, in ognuno dei periodi sensitivi che essi attraversano.
Che cos’è l’erba?” Mi chiese un bambino, portandomene a mani piene . Come potevo rispondergli? Non so meglio di lui che cosa sia … Io credo che un filo d’erba non sia niente di meno che la struttura portante delle stelle. W. Witman
Dicasi educazione naturale l’educazione nella natura ed attraverso di essa, ossia l’insieme delle prassi educative che hanno come tema principale e come ambientazione privilegiata la natura. La filosofia dell’educazione a diretto contatto con gli ambienti naturali si concepisce come la realizzazione dell’essenza umana che in sé detiene insieme corpo ed anima. L’essenza umana nasce nella fecondazione e si sviluppa specie nella natura e attraverso di essa: se è vero che il periodo embrionale prenatale deve la sua importanza al fatto che in esso si compie lo sviluppo biologico del bambino (corpo), è altrettanto vero che, quale “embrione spirituale”, il neonato si forma psichicamente (anima) nel periodo postnatale attraverso l’interazione con l’uomo e l’ambiente.
L’educazione naturale, con la consapevolezza reale dei benefici che essa comporta, affonda le sue radici con Rousseau che al significato odierno e sopra descritto, ne antepone un altro che personalmente condivido: educazione naturale rimanda non solo all’educazione in e con la natura ma soprattutto all’educazione secondo la naturale e spontanea tendenza umana allo sviluppo. Alla didattica tradizionale che opprime e distrugge con una sovrastruttura artificiale la natura originaria, Rousseau sostituisce un’educazione che si propone quale unico fine, la conservazione, il rafforzamento e la valorizzazione di tale natura. L’azione dell’educatore deve essere unicamente diretta, e in questo il pensiero Montessoriano si affianca a quello del filosofo svizzero, acché lo sviluppo fisico e spirituale del fanciullo avvenga spontaneamente. Le acquisizioni del bambino siano creazioni piuttosto che acquisizioni imposte dall’esterno, indotte dal sentimento e dall’energia vitale intrinseca nel soggetto. Nella delineazione di questo spontaneo sviluppo, occorre seguire l’indirizzo sensistico : l’impulso ad apprendere, ossia alla trasformazione dei dati sensibili in conoscenze intellettuali, avviene attraverso il movimento della mano orientata ad uno scopo ben preciso, specialmente nella natura. Egli vuole toccare tutto, maneggiare tutto, non opponetevi a questa inquietudine: gli suggerisce un tirocinio molto necessario. È così che egli impara a sentire il calore, il freddo, la durezza, la mollezza, il peso, la leggerezza dei corpi, a giudicare dalla loro grandezza, dalla loro forma e di tutte le altre loro qualità sensibili, guardando, palpeggiando, ascoltando e soprattutto confrontando la vista con il tatto e valutando a occhio la sensazione che produrranno sotto le sue dita[1]. Quale contesto fu mai stato più proficuo, quali elementi mai più perfetti e stimolanti per il bambino se non quelli naturali? L’educazione nella natura dunque si sposa perfettamente con la pedagogia Montessori, azzarderei dire che vicendevolmente si completano e si integrano in quanto il bambino che con accuratezza, precisione e concentrazione si dedica a lavori di cura dell’ambiente interno e lavori sensoriali con il materiale scientifico è lo stesso che è attratto e stimolato da ogni elemento naturale, lo stesso che apprende per mezzo della natura. I “possessori della terra” sono occupati in attività che uniscono mente e muscoli, pensiero ed azione, intelletto e mano; in iniziative in cui c’è spazio per la creatività individuale come per le iniziative in comune; in attività che consentono di collegare l’individuo al suo ambiente e di sperimentare concretamente la partecipazione di ogni organismo vivente al mantenimento della vita.[2] [1] Lombardi L. (2014) Il valore Montessori. Progetto sperimentale Agrinido di Qualità, Regione Marche
La pedagogia Montessori è il perfetto completamento all’educazione naturale (intesa nei due significati sopradescritti) dell’essere umano. Nulla di quanto è presente in natura viola i precetti fondanti della pedagogia Montessori e non c’è nulla della pedagogia Montessori che non sia stato disposto in natura dacchè esiste la vita sulla terra. Per citare un esempio: è comune dall’osservazione di fiori, frutti e piante notare forme geometriche piane ricorrenti, le stesse che Maria Montessori propone nel suo materiale scientifico. Mi sento di affermare che la soddisfazione di ogni bisogno del bambino in ognuno dei suoi periodi sensitivi, è già presente in natura, tuttavia Maria Montessori , con il suo materiale, l’ha resa tangibile, concreta, a portata, completandola inesorabilmente.
Gli ambienti naturali traggono l’ elevata educabilità dalle loro caratteristiche di base: l’accoglienza non giudicante, la concretezza, la semplicità e la lentezza garantiscono infatti equilibrio di crescita e armonia di sviluppo, al contrario, la frequentazione asettica del mondo favorisce la strutturazione di un’identità incerta, incline alla noia e all’apatia[3].
Oggigiorno, l’orientamento educativo ricorrente dei genitori e, talvolta, anche dei professionisti del settore (insegnanti, educatori, pedagogisti, psicologi…) è fortemente protettivo nei confronti del bambino. La radice dell’iper-protezione di base delle moderne generazioni di neo-genitori è da ricercarsi sicuramente in un’insicurezza di fondo circa il ruolo genitoriale e soprattutto la capacità di assolvimento di esso, ma anche nella mancata fiducia che ripongono nei bambini. Consentire al fanciullo esperienze di vita a contatto con la natura significa disporre un atto di fiducia nei confronti del bambino, lo stesso che nella frase più celebre della Montessori “Aiutami a fare da solo”, ella ha voluto sottolineare. La natura e gli animali, attraverso l’offerta di infinite declinazioni di relazioni, di approcci e di vita, garantiscono ad ogni individuo la possibilità di essere,[4] di essere in quanto persona a se stante, di essere con le proprie potenzialità e la propria identità.
Gli ambienti naturali soddisfano infatti il più grande dei bisogni di un bambino da 0 a 6 anni: il bisogno di azione che in ogni istante è espressione del suo pensiero. Natura Docet in quanto insegna a trasformare la fatica di quell’azione in garbo; in quanto insegna la gestione degli eventi spiacevoli e non calcolati senza esserne travolti; Natura Docet l’apertura al cambiamento dacchè è essa stessa continuamente mutante (le stagioni ne sono testimonianza, le trasformazioni: del seme in frutto o in fiore, del bruco in farfalla…). La natura insegna l’ascolto e l’empatia, insegna che non esiste solo l’in ma anche l’out, che le piante ci chiedono e ci domandano anche stando in silenzio e che l’amore che scaturisce da un atto di cura non ha bisogno di parole, che gli uccellini hanno tanto da raccontarci se in silenzio ci disponiamo ad ascoltarli. Così fatti gli ambienti naturali incarnano l’organizzazione armoniosa del cosmo nella coesione, nella cooperatività e nel valore del singolo come parte della totalità del mondo vivente. Gli elementi del pianeta si sincronizzano assieme per concorrere alla costruzione dell’armonia complessiva. In natura il “noi” è in una dinamica e vitale relazione con l’”io”: convivono in una reciprocità costruttiva. L’identità consolidata ma non chiusa nel singolo si valorizza, e valorizza, la relazione con l’altro e si apre all’accoglienza, scevra dalla paura dell’alterità.[5] In questo contesto la comunicazione privilegiata del bambino con l’adulto assume carattere fortemente costruttivo in quanto volta alla realizzazione di un progetto comune, concreto ed appagante: la cura della terra e degli animali. Nel bisogno proprio degli organismi viventi di qualcuno che si prenda cura di loro, il bambino acquisisce il senso di responsabilità e il valore di una comunicazione accogliente e mai giudicante, della centralità del corpo, in quanto fautore di ogni messa in relazione: una carezza, una manifestazione di cura, l’operosità del bambino orientata ad uno scopo concreto e reale ne sono la testimonianza.
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[3] Durastanti F.,De Santis C., Orefice G., Paolini S., Rizzuto M., Agrinidi, agriasili e asili nel bosco, Nuovi percorsi educativi nella natura, Firenze, Terra Nuova Edizioni, 2016, pag. 7.
[4] Durastanti F.,De Santis C., Orefice G., Paolini S., Rizzuto M., Agrinidi, agriasili e asili nel bosco, Nuovi percorsi educativi nella natura, Firenze, Terra Nuova Edizioni, 2016, pag. 8.
[5] Durastanti F.,De Santis C., Orefice G., Paolini S., Rizzuto M., Agrinidi, agriasili e asili nel bosco, Nuovi percorsi educativi nella natura, Firenze, Terra Nuova Edizioni, 2016, pag. 10.
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