Traduci

Navi, missili e caccia: le armi di Trump in Siria

Navi, missili e caccia: le armi di Trump in Siria

cms_8927/navi_siria_afp.jpgSe sarà davvero guerra è presto per dirlo. Ma mentre esperti e analisti indicano cautela, dopo la tensione salita alle stelle tra Washington e Mosca tutto lascia pensare che un attacco contro la Siria di Bashar al Assad sia inevitabile. Una rappresaglia in risposta all’attacco chimico di sabato a Douma, simile a quella di un anno fa contro la base aerea siriana di Shayrat, nella provincia di Homs, non è da escludere.

E se la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Trump “ha diverse opzioni a sua disposizione, molte delle quali rimangono sul tavolo”, la Russia ha avvertito che risponderà a un eventuale attacco americano. Ma quali sono le forze in campo in caso di un attacco su larga scala? Quali le armi a disposizione di Trump?

MISSILI E SOTTOMARINI – Già in posizione e pronti ad essere chiamati in azione ci sono già due cacciatorpediniere della Marina statunitense armati di missili da crociera Tomahawk. Se Trump decidesse davvero di ordinare un attacco militare contro obiettivi in ​​Siria, tra le risorse a sua disposizione ci sono caccia, jet e sottomarini. Ieri il presidente americano ha avvisato Mosca di avere missili “belli, nuovi e intelligenti”, pronti ad essere sganciati. Secondo il Wall Street Journal il cacciatorpediniere Donald Cook con missili guidati starebbe già navigando verso la costa della Siria. E l’amministrazione starebbe lavorando per ottenere un sostegno internazionale per un raid.

Ma oltre ai due cacciatorpediniere nelle vicinanze, è possibile che gli Stati Uniti dispongano di sottomarini non riconosciuti posizionati al largo della Siria. Secondo la Cnn sarebbero pronti a lanciare missili da crociera Tomahawk con guida satellitare, estremamente precisi. Forse lo stesso tipo di missili di cui parlava Trump nel suo tweet. “Non sottovalutiamo le capacità dei sottomarini con i Tomahawk nella regione siriana”, ha detto alla Cnn l’analista militare John Kirby. “Non è insolito che si trovino nel Mediterraneo: già in passato sono stati usati per colpire obiettivi nel ​​Nord Africa”.

I JET – Nei cieli siriani oltre ai due Poseidon P-8 della Us Navy che secondo l’account Twitter ItaMilRadar sono decollati ieri dalla base di Sigonella, in Sicilia, è stato schierato anche il Boeing E-3 della Nato che ha svolto attività di pattugliamento nei pressi del confine tra Turchia e Siria.

CACCIA E MISSILI DA CROCIERA – Insieme a jet e navi gli Stati Uniti dispongono anche di caccia F-22 stazionati in Qatar che potrebbero essere usati per sfuggire ai sistemi di difesa aerea russi del regime siriano. Nel Pacifico, sulla portaerei Theodore Roosevelt, durante un’esercitazione di routine sono decollati e atterrati in pochi minuti degli FA-18. Secondo Adam Mount, direttore della Defense Posture Project presso la Federazione degli scienziati americani, sullo scacchiere siriano potrebbero muoversi anche i JASSM, dei missili da crociera aria-terra a bassa osservabilità in grado di trovare l’obiettivo tramite un visore a infrarossi. E poi i bombardieri B-1B e B-52 e i cacciabombardieri F-15E e F-16.

RAFALE E TYPHOON – Oltre a mobilitare queste forze, gli Stati Uniti potrebbero trovare il sostegno di Francia e Regno Unito, con i Typhoon e i Rafale in campo. Secondo il Daily Telegraph la premier britannica Theresa May avrebbe dato l’ordine ai sottomarini britannici di spostarsi all’interno del raggio missilistico della Siria, pronti a colpire il regime di Assad già stanotte. Dal canto suo, la Francia avrebbe a disposizione jet da combattimento Rafale di stanza in Giordania e negli Emirati Arabi Uniti, che potrebbero essere armati con missili da crociera Scalp Storm Shadow in grado di volare per oltre 155 miglia.

Secondo quanto riferito dalla Cnn, ciò significa questi jet potrebbero colpire la Siria senza dover sorvolare il territorio ed evitare così le difese antiaeree russe. Contro il regime di Assad ci sarebbe infine la fregata francese Aquitaine, una nave da guerra equipaggiata con 16 missili da crociera e 16 missili terra-aria.

Ue: “Prove su uso armi chimiche in Siria”

cms_8927/Siria_Afp66.jpg“Avrete visto che abbiamo detto che tutte le informazioni che abbiamo e le prove indicano la direzione di armi chimiche effettivamente usate durante il fine settimana“. Così Maja Kocijancic, portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea rispondendo ai cronisti durante un briefing con la stampa a Bruxelles.

In un’intervista a Tf1 Emmanuel Macron aveva detto sostanzialmente la stessa cosa: “Abbiamo le prove che armi chimiche, quanto meno cloro, sono state utilizzate dal regime di Bashar al Assad”. Il presidente francese ha poi ribadito di essere in contatto quasi quotidiano con Donald Trump e sottolineato che vi saranno “delle decisioni da prendere nei tempi desiderati, quando questo sarà più utile e più efficace”. Macron ha spiegato che francesi e americani “stanno lavorando insieme a stretto contatto e noi abbiamo decisioni da prendere, nel momento che noi scegliamo, quando noi consideriamo sia più utile ed efficace”. Alla domanda se verranno presi di mira da raid impianti siriani che producono armi chimiche, il presidente francese ha risposto che “quando decideremo dovremo verificare tutte le informazioni”.

TRUMP FA MARCIA INDIETRO– Arriva intanto la marcia indietro di Donald Trump. “Non ho mai detto quando ci sarebbe stato un attacco contro la Siria. Potrebbe essere molto presto o potrebbe non essere affatto così presto”, ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti, che ieri aveva detto invece alla Russia di tenersi pronta al lancio di “missili belli e intelligenti” contro la Siria. “In ogni caso – ha continuato Trump, che lunedì scorso aveva tra l’altro annunciato “decisioni importanti entro 24-48 ore” – gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un lavoro enorme per liberare la regione dall’Is. Dov’è il vostro ’Grazie America?’”.

LA POSIZIONE DELLA RUSSIA – Il Cremlino chiede che siano evitati passi che possano provocare una escalation della tensione in Siria a causa dell’influenza distruttiva che rischiano di avere sull’intero processo per una soluzione della crisi. Il portavoce del Cremlino ribadisce, citato dall’agenzia Interfax, il senso delle parole pronunciate ieri da Vladimir Putin e conferma che il canale di comunicazioni militari, per la prevenzione di incidenti, fra Russia e Stati Uniti rimane aperto. Ma non sono in programma contatti diretti telefonici fra Donald Trump e Vladimir Putin.

LONDRA SPOSTA I SOTTOMARINI – La premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d’azione missilistico della Siria per un’eventuale azione contro il regime di Bashar Al-Assad che “potrebbe iniziare già giovedì notte”. A riferirlo è il Daily Telegraph, aggiungendo che May ha convocato per oggi una riunione di gabinetto di emergenza.

NO DI BERLINO A RAID – Il governo tedesco ha invece reso noto che non prenderà parte a eventuali raid militari in Siria. Ad affermarlo è stata la cancelliera Angela Merkel. La Germania tuttavia, ha aggiunto Merkel durante una conferenza stampa a Berlino, “vuole assicurarsi che ogni sforzo venga fatto per dimostrare che questo attacco con armi chimiche non è accettabile”.

Londra sposta i sottomarini

cms_8927/siria_nave_afp2.jpgLa premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d’azione missilistico della Siria per un’eventuale azione contro il regime di Bashar Al-Assad che “potrebbe iniziare già giovedì notte”. A riferirlo è il ’Daily Telegraph’, aggiungendo che May ha convocato una riunione di gabinetto di emergenza.

Autore:

Data:

13 Aprile 2018