L’ambiente è un patrimonio comune e fondamentale per qualità della vita, che deve essere tutelato, rispettato e protetto. Rispettare la natura significa rispettare le leggi, i meccanismi, gli equilibri secondo cui la natura vive, poiché l’uomo è parte integrante di essa; rispettare la natura significa, in definitiva, rispettare se stessi. L’uomo “industrializzato” con un abuso incondizionato delle risorse territoriali, energetiche e naturali, con un irrazionale uso della tecnologia, sta pericolosamente interferendo con i meccanismi di funzionamento dei processi naturali ossia con i cicli globali biogeochimici e con i flussi di energia che attraversano la biosfera, minacciando seriamente il suo futuro sulla terra. Il rapido aumento delle dimensioni totali e della densità locale della popolazione umana, verificatasi in seguito alla rivoluzione industriale, unita al sempre crescente potere della specie umana di modificare il suo ambiente, ha iniziato a cambiare pesantemente il quadro.
Secondo le attuali proiezioni demografiche, nei prossimi cinquanta anni, è previsto un raddoppiamento della popolazione. La capacità della terra di sostenere miliardi e miliardi di esseri umani, in modo dignitoso per tutti, dipenderà dalla capacità dell’uomo di oggi di auto-correggersi per riportare lo sviluppo da un sentiero di insostenibilità, quale quello attuale, ad uno di sostenibilità, attraverso uno sviluppo consapevole, che tenga conto dei nostri limiti di specie e sia rispettoso della natura e quindi riproducibile nel tempo.La domanda chiave da porsi è “saremo capaci di offrire ospitalità ad un numero doppio di persone senza rovinare le risorse naturali per le generazioni successive?” (W. Sachs, 2000). La giustizia non ci chiederà domani di dare di più ad altri popoli ma di prendere di meno, quindi creare un’economia che pesa molto di meno sulla terra e sugli altri popoli. Perché ciò si realizzi occorre la razionalizzazione delle risorse naturali, territoriali ed energetiche.
Il ricorso ad una agricoltura alternativa rispetto a quella convenzionale, che non contribuisca all’erosione e quindi all’impoverimento e consumo del suolo mediante l’uso di prodotti chimici, ma che sia basata sulla combinazione di moderne tecnologie e metodi tradizionali per la produzione, nel rispetto dell’ambiente, di prodotti privi di residui chimici e con migliori caratteristiche biologiche.
La revisione dell’attuale ciclo industriale in modo tale da assimilarlo il più possibile ad un ciclo ecologico naturale; una revisione attraverso cui le imprese potranno migliorare l’efficienza interna e avere un impatto quasi nullo sull’ambiente circostante (ad esempio ridurre al minimo i rifiuti prodotti, riutilizzando i materiali di scarto). L’adesione al sistema comunitario di Ecogestione e Audit, costituisce da parte delle aziende un passo importante verso il miglioramento dei cicli produttivi industriali. Rendere le città ecologicamente compatibili; esse attualmente costituiscono dei centri altamente dissipativi, in cui vi sono un uso irrazionale di energia e di materiali, una sempre più evidente degradazione dell’ambiente ed in generale della qualità della vita. Effettuare una contabilità ambientale ed integrare questa con la contabilità economica; attualmente un paese può dissipare risorse naturali e degradare il proprio ambiente senza che ciò risulti dal bilancio patrimoniale nazionale. Ciò avviene in quanto l’attuale sistema economico si considera (illusoriamente) indipendente dal sistema ecologico da cui, però, trae energia e materie prime.
Controllare le applicazioni tecnologiche nelle diverse attività umane. Mentre lo studio delle leggi fondamentali della natura, ossia la scienza non può essere in rapporto conflittuale con la natura, la tecnologia e la tecno-scienza possono essere usate per la vita o contro di essa; per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile deve essere considerato eticamente lecito. Oggi più che mai s’impone la necessità di un agire etico il cui fine sia il bene dell’uomo e del suo ambiente, acquisire la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie responsabilità; capire che le speranze di un futuro sostenibile sono affidate all’evoluzione delle istituzioni ma soprattutto ad un mutamento generalizzato del modo di vivere. E’ quindi fondamentale la diffusione di una profonda cultura etico-ambientale che ponga i propri accenti sui valori del rispetto e della responsabilità non solo nei confronti dell’uomo ma di tutto l’ecosistema terrestre e dei suoi abitanti.