UN MESSAGGIO DI SPERANZA PER GLI ITALIANI CHE, DA PARECCHI, ANZI, DA TROPPI ANNI, NON AVEVANO AVUTO COSÌ BELLO.
RENDIAMO DEFERENTE OMAGGIO AI SUOI MITICI SCALATORI. CIÒ, DA QUANDO LA MITICA PICCOZZA -AVVOLTA NEL TRICOLORE – OCCHIEGGIA AL MONDO – AD UN PASSO DAL CIELO.[1]
CONCEPITA E COCNLUSA CON SUCCESSO DAL DINAMICO MAGGIORE DEGLI ALPINI ARDITO DESIO, PIONIERE DI MILLE SCALATE MONTANE, VETERANO E PRIGIONERO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, LA SPEDIZIONE AZZURRA, CONTINUA AD ENTUSIASMARE L’ITALIA CHE PARLA POSITIVO, VINCE E VA
<< Nel cercare il futuro ascolteremo il nostro passato come fan tutte le società civili che non vogliono mutare identità. >> (di Alberto Cavallari)
In vetrina la spedizione italiana dei mitici Alpini che – primi al mondo – il 31 luglio 1954 hanno calcato l’ inviolata vetta dell’ ostico K2. [2]
Patrocinata dal Club Alpino, sotto il segno dello Stato italiano con il sostegno del Consiglio Nazionale delle Ricerche nonché dell’Istituto Geografico Militare, la missione è stata concepita e guidata dal Maggiore alpino Ardito Desio. Conclusa con successo pieno dai finisseur: Achille Compagnoni “detto l’astronauta delle vette” e Lino Lacedelli. Entrambi decorati di M.O.V.C.[3], appositamente designati da Desio a sferrare l’attacco finale e, quindi, salire in vetta sul pinnacolo estremo.
TUTTO QUESTO: 70 ANNI OR SONO, IN UN TEMPO IN CUI L’ITALIA LANGUIVA IN BALIA DEI NEFASTI ESITI DELLA GUERRA. PRATICAMENTE DEPRIVATA ANCHE DELLE PIÙ ELEMENTARI RISORSE E LE CUI RESIDUE FABBRICHE ATTIVE, PRODUCEVANO EQUIPAGGIAMENTI PRIMITIVI E MINIMALI.
EPPUR SIAMO SALITI !

Ciò Nonostante, per la prima volta nella storia dell’alpinismo italico, l’onore di infiggere la mitica piccozza (testimonial discreta di tante crude e svariate vicende) avvolta nel Tricolore sulla vitrea roccia della cuspide svettante sul secondo colosso della Terra [4], è stato appannaggio di una spedizione italiana.
Un contributo fondamentale per il successo lo hanno fornito anche Walter Bonatti e Amir Mahdi che, forzando la sorte, superarono ostacoli improponibili senza precedenti ed affrontando il rischio della morte, ascesero ad un forzato bivacco notturno aggrappato ad oltre 8100 metri, per trasportare a Compagnoni e a Lacedelli, le bombole di ossigeno che poi si sono rivelate essenziali per il compimento della missione.
EROI DI UNA GRANDE IMPRESA
<< … non fermarti quando sei stanco -ripeteva Ardito-
ma solo quando hai completato l’opera. >>
Un’impresa epica, iniziata tra la fine di maggio 1954 e portata a termine il successivo 31 luglio grazie ed in virtù del supporto di una trentina di altri componenti scelti fra alpinisti, scienziati e sherpa. Commemorata nel 1955 per espressa volontà di Desio.
Erano quelli gli anni delle conquiste delle vette himalayane da parte delle nazioni occidentali. L’anno prima era stato conquistato l’Everest. La spedizione guidata da Ardito Desio culminò con Achille Compagnoni e Lino Lacedelli in cima al K2 nel tardo pomeriggio del 31 luglio. Un’impresa senza precedenti, quindi, affatto scontata, anzi. Accolta con grande enfasi da un’Italia che arrancava in attesa del nuovo che, purtroppo, tardava a venire.
Un buon viatico per il “2° Risorgimento d’ l’Italia” a dieci anni dalla fine della Resistenza.
Un’autentica boccata di ossigeno -si fa per dire- alitata dal venticello più raro dei punti più alti della Terra. Un messaggio di speranza che gli Italiani da parecchi, anzi, da troppi anni non avevano avuto così bello.
<< Anche chi non si era mai interessato d’alpinismo -ha scritto l’inarrivabile scrittore Dino Buzzati- anche chi non aveva mai visto una montagna, perfino chi aveva dimenticato che cosa sia l’amor di patria, tutti noi, al lieto annuncio, abbiamo sentito qualche cosa a cui si era persa l’abitudine, una commozione, un palpito, una contentezza disinteressata e pura.>>
Un trionfo invidiato, da diverse nazioni e, specialmente, da quelle che avevano tentato e fallito diverse volte la stessa impresa.
E VENIAMO AD ARDITO DESIO
L’Autentico, mai domo, ideatore della mirabile spedizione.
<< Il premio -usava ripetere Desio- è sempre superiore
ai sacrifici che hai fatto per conseguirlo.>>

Estrapolando tra le pieghe che hanno caratterizzato la straordinaria vicenda conclusa con la conquista del K2, incombe e spicca l’arguzia e l’enorme personalità strategica del geniale Ardito (di nome e di fatto), a ragione definito il “Generale” ma anche: “il ducetto” ,[5].
Desio entrò come ufficiale di complemento nel corpo degli Alpini e partecipò a numerose operazioni di guerra finché, nel novembre del 1917, cadde prigioniero. La prigionia durò quasi un anno, prima nel campo di Wegscheid presso Linz, in Austria, poi a Plan, in Boemia.
Il K2 – L’ESEGESI STORICA
La seconda guerra mondiale interruppe per qualche anno i viaggi e le spedizioni di Desio, ma non poté fermare la sua febbrile attività intellettuale né tanto meno porre fine ai suoi sogni. Il più ricorrente dei quali riguardava l’allestimento di una spedizione italiana per il Karakorum con ascesa sull’ancora inviolato K2. Ma fu solo nel 1954 che il sogno trovò il modo di concretizzarsi. Nel 1953 Desio ha effettuato una escursione preliminare in India e Pakistan e, l’anno successivo, predispose la spedizione vera e propria seguendo la via lungo il dorso dello Sperone degli Abruzzi. Il programma di Desio prevedeva due obiettivi: uno scientifico, quello di completare le ricerche iniziate nel 1929, e uno alpinistico, la conquista del K2. I preparativi furono molto impegnativi. Il mese di giugno servì agli uomini della spedizione per attrezzare i primi campi lungo il versante del K2 secondo il ferreo programma previsto da Desio. Uno dopo l’altro, malgrado le avverse condizioni atmosferiche, vennero attrezzati lungo il versante della montagna nove campi e il 31 luglio, a conclusione di un intenso lavoro di squadra durato giorni, Compagnoni e Lacedelli, raggiunsero la vetta del K2. Pochi giorni dopo la squadra degli alpinisti iniziava i preparativi per rientrare in Italia, mentre Desio si apprestava a prolungare di due mesi le esplorazioni e le ricerche nelle valli del Karakorum. Solo il 9 Ottobre, infatti, rientrava a Milano a godersi finalmente la sua parte di onori.
I PREPARATIVI E LA CONSEGNA DEL “TRATTATELLO” PER IL RIENTRO
Frutto e prodotto di ineccepibile condotta e capacità tecnico-professionale, anche questo capitolo è stato affrontato e messo a sintesi con massima cura per ogni particolare. Gestito con la ferrea diligenza e lo scrupoloso rigore imposto dalla Dottrina militare, ogni passaggio e stato debitamente analizzato e quindi, trascritto sull’apposito Ordine del giorno. Ebbene si ! Se anche la discesa dal monte è andata bene, secondo le previsioni, è appunto perché tutto è stato eseguito scrupolosamente ed a norma.
LA CONQUISTA DEL K2 – SCRITTO DI PRIMA MANO DA ARDITO DESIO

Copertina del Libro di Ardito Desio
Appena rientrato dalle vette del Karakorum, lo stesso Desio prese a scrivere: << LA CONQUISTA DEL K2”. In cui ha voluto raccontare quelle settimane indimenticabili, le speranze, i momenti difficili e quelli tragici. Il suo resoconto è quello di una grande, autentica avventura, vissuta sempre con lo spirito dello scienziato e l’impeto dell’alpinista. La descrizione della scalata che Desio ha seguìto step by step dal campo base, è infatti solo una parte della narrazione. Ampio spazio è dedicato sia alla geografia e alla geologia del Karakorum sia soprattutto alla preparazione di una spedizione “pesante”, che ha comportato il difficilissimo esperimento e l’impiego di ingenti quantità di materiali e la movimentazione di centinaia di uomini. Questo aspetto, ancorché assai importante per comprendere le differenze fra l’alpinismo di oggi e quello di un tempo e riconoscere al Volume il diritto di occupare un posto privilegiato tra i classici dell’alpinismo, si propone come straordinario trattato storico-documentale e testimone di uno dei più eclatanti eventi del secolo.
Il versante pakistano del K2 e la via seguita per la prima scalata dalla spedizione italiana del 1954: lo Sperone degli Abruzzi o cresta sudest. Sono mostrati inoltre gli ultimi campi.
- [1] – al pari di ciò che si usa fare in occasione della deposizione di una Corona di alloro al cospetto di un Monumento.
- [2] – La vetta più elevata dal livello del mare è l’EVEREST con i sui 8848, 43 mt – Seguita dal K2 che si eleva a quota 8611 mt.
- [3] – M.O.V.C. –Medaglia Oro al Valor Civile
- [4] – Il K 2, rispetto ad altre montagne consimili, Everest compreso, è … comunque ritenuto il più arduo e difficoltoso da scalare.
- [5] – Ardito Desio: nato a Palmanova (UD) 18 aprile 1897 + a Roma 12 dicembre 2001. Militare, Esploratore, Geologo, Accademico ed I.M.I. (Internato Militare italiano). Ha partecipato, prima come volontario ciclista nel 1915, poi di leva come ufficiale dell’ 8º Reggimento Alpini, alla prima guerra mondiale. Catturato e fatto prigioniero nel novembre 1917, fu liberato nell’ottobre 1918. Divenne poi Maggiore degli Alpini fuori servizio. Si laureò in Scienze Naturali a Firenze il 31 luglio 1920 con una tesi sul Glaciale della Valle di Resia. Desio, pur non essendo un alpinista seguì la sua spedizione all’attacco del massiccio asiatico dello sterminato KaraKorum, impartendo ogni direttiva dai 4970 mt del campo base. Unico neo della sua gloriosa galoppata ultracentenaria, non aver potuto piantare la piccozza, a quota 8611 mt. Ciò, nel rarissimo: topico momento in cui il Tricolore ha preso a garrire sul Mondo.