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NEL MONDO OLTRE 1MILIONE DI MORTI. OMS:”10% POPOLAZIONE MONDIALE GIA’ INFETTATA”. COVID,SALGONO A 51 I CANDIDATI VACCINI:10 IN FASE 3.

Sono oltre 35 milioni i casi accertati di coronavirus nel mondo. Lo rileva l’osservatorio della Johns Hopkins University, che stamani fissa a 35.157.350 i casi di contagio accertati a livello globale, con 1.037.075 decessi. Il Paese più colpito sono sempre gli Stati Uniti, con 7.417.845 di casi e 209.721 morti, seguiti dall’India, con 6.623.815 e 102.685 decessi e dal Brasile, con 4.915.289 contagi e 146.352 decessi.

Un iceberg di casi di Covid non ancora emerso. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, centinaia di milioni di persone potrebbero essere già state infettate dal nuovo coronavirus, ben più dei circa 35 milioni ’censiti’ dai conteggi ufficiali. “Le nostre migliori stime attuali ci dicono che circa il 10% della popolazione mondiale potrebbe essere stato infettato da questo virus”, ha detto oggi a Ginevra il capo delle operazioni di emergenza dell’Oms Mike Ryan all’Executive Board dell’Agenzia delle Nazioni Unite.

Attualmente sul nostro pianeta vivono 7,8 miliardi di persone, secondo le statistiche delle Nazioni Unite. Ma la percentuale di soggetti con Covid-19 varia tra i Paesi, tra le città e le aree urbane e tra i gruppi sociali, ha detto Ryan. Anche se il numero reale di casi è probabilmente molto più alto di quelli riportati, la stima dell’Oms significa che la stragrande maggioranza delle persone non ha anticorpi ed ancora a rischio di contrarre Covid-19, ha sottolineato Ryan.

Corre la ricerca sui vaccini contro Covid-19: risultano attualmente in fase clinica 51 candidati, mentre sono 10 quelli già arrivati a studi di fase 3. A pubblicare l’elenco è l’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani: si tratta di 4 prodotti sviluppati in Cina (da Sinovac, Bejing Institute-Sinopharm, Wuhan Institute-Sinopharm, e Cansino Biological), di quello Oxford-Irbm-AstraZeneca, di quello americano targato Moderna-Niaid, del siero russo del Gamaleya Research Institute, del siero di Novavax (Usa), di quello J&J (Usa attualmente in fase 1-2-3), e quello di BionTech-Pfizer sviluppato tra Germania e Stati Uniti insieme alla cinese Fosun Pharma.

Al momento, secondo i rilevamenti effettuati dall’Oms, dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine e dai National Institutes of Health, i candidati vaccini sono in totale 249: 19 basati su Dna, 33 su RNA, 52 su vettore virale, 18 su virus attenuato o inattivato, 76 su proteine, 15 su particelle simil-virus e 36 che utilizzano altre piattaforme o per i quali non si hanno dettagli. L’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani collabora con le società italiane ReiThera e Takis, che stanno lavorando su due diverse piattaforme alla realizzazione di altrettanti vaccini; i primi test sull’uomo del vaccino italiano GRAd-COV2 prodotto da ReiThera, sostenuto dal ministero della Ricerca con il Cnr e dalla Regione Lazio, sono iniziati ad agosto presso lo Spallanzani ed il Centro Ricerche Cliniche di Verona.

Sono 2257 i nuovi casi di coronavirus in Italia. Lo rende noto il ministero della Salute. Registrati altri 16 morti, che portano il totale a 36.002 dall’inizio dell’emergenza. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 323. Nelle ultime ore sono stati eseguiti 60.241 tamponi. Nessuna regione risulta a zero contagi da ieri.

“Siamo in pericolosa ascesa, è sufficiente un’aritmetica elementare per capirlo. Il trend è in chiara ascesa e questo implica la necessità di interventi decisi. E’ un andamento che non può che essere considerato preoccupante”. Sono le parole del professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, a Agorà.

Sullo schermo scorrono immagini che documentano assembramenti in un locale. “Stiamo andando a rischiare una situazione comparabile per alcuni aspetti a quella di marzo. Vogliamo questo? Vogliamo vanificare i sacrifici fatti durante il lockdown per andare a ondeggiare in un locale che andrebbe chiuso? Soffro all’idea di criminalizzare i giovani e di considerarli responsabili di quello che succede, ma questo non è un atteggiamento responsabile”.

“Quest’estate ha rimescolato le carte e si è visto quando abbiamo riaperto. Gli spostamenti interni e i comportamenti durante il periodo estivo hanno messo il seme di un’ulteriore diffusione. Non si può pretendere che se si riprenda non si paghi dazio con infezioni sul luogo di lavoro e nel contesto scolastico”, afferma. “Se si aprono le discoteche e si indicono le elezioni come se niente fosse, è un segnale opposto a ’non è finita’”. “Quello che è successo in Francia e in Spagna è davanti ai nostri occhi, temo che” nuove misure “siano inevitabili e spero che non siano tardive”. “Noi siamo adesso sul crinale che ci potrebbe portare ad una situazione di assoluta gravità. Non possiamo chiudere le scuole e non vogliamo chiudere le scuole. Non possiamo chiudere le attività economiche. Convivere con il virus vuol dire questo”, dice Galli. “E’ grave che si continui a pensare che si possa gestire questa cosa facilmente nella condizione della normalità, soprattutto perché la nostra normalità -con il nostro sistema sanitario e le nostre leggi- ci mette in grandissima difficoltà”.

“E’ stata un’estate troppo frizzante per molti aspetti, troppo fuori norma. Quanto sia l’impatto delle scuole ancora non si può dire, anche se nel Lazio ci sono state segnalazioni. Le scuole stanno dando il loro contributo, non tanto all’interno quanto all’esterno”, aggiunge.

Data:

6 Ottobre 2020