Sono più di 8,6 milioni i casi di coronavirus nel mondo. I dati aggiornati della Johns Hopkins University parlano di 8.663.135 di contagi e 460.005 decessi. Gli Stati Uniti, con 2.220.961 di casi e 119.112 morti, sono il Paese più colpito dalla pandemia. Segue il Brasile, dove sono ormai più di un milione i contagi.
Venerdì il ministero della Sanità ha segnalato 54.771 nuovi casi in 24 ore e il totale dall’inizio dell’emergenza sanitaria è di 1.032.913. Le autorità hanno anche confermato altri 1.206 decessi e il bilancio ufficiale è così salito a 48.954 morti. Secondo il ministero della Sanità sono invece 507.200 le persone guarite in Brasile, Paese con 210 milioni di abitanti dove il primo caso è stato confermato il 25 febbraio.
“La pandemia sta accelerando. Più di 150.000 nuovi casi di Covid-19 sono stati segnalati ieri all’Oms, il numero più alto in un singolo giorno fino a ora”. Lo rende noto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.”Quasi la metà di questi casi – evidenzia – sono stati segnalati dalle Americhe, ma in gran numero anche dall’Asia meridionale e dal Medio Oriente”.
“Chiediamo a tutti i Paesi e a tutte le persone – è l’appello del Dg Oms – di esercitare una vigilanza estrema. Di continuare a mantenere la distanza dagli altri. Di stare a casa se ci si sente male. Di continuare a coprire naso e bocca quando di tossisce o si starnutisce. Di indossare una maschera quando è appropriato. Di continuare a lavarsi spesso le mani”. Ai governi “continuiamo a chiedere di concentrarsi sulle basi: trovare, isolare, testare e avere cura di ogni singolo caso e dei suoi contatti”.
“Non dovremmo essere sorpresi dall’aumento dei casi perché la maggioranza della popolazione è ancora suscettibile al coronavirus e se non mettiamo in atto le giuste misure, i casi aumenteranno”, spiega Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il coronavirus.
“I diversi Paesi -prosegue- si trovano ora in differenti situazioni, ma il virus sta accelerando in molte parti del mondo. Alcuni Paesi stanno avendo più successo di altri, ma tutti devono rimanere pronti. Dobbiamo usare il tempo saggiamente per avere strumenti a disposizione per ogni ritorno del virus, ogni focolaio, con ospedali e forniture pronti”.
“Ci sono differenti situazioni nei Paesi -conferma Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Oms – alcuni hanno avuto un picco ma non hanno ridotto al minimo i contagi e ora hanno avuto un secondo picco. Altri stanno tenendo sotto controllo le infezioni. Non esiste una definizione precisa di ’seconda ondata’, dipende da come si gestisce questa crisi”.
“Anche quando si nota un aumento dei casi, questo sarò dovuto a più test o a una maggiore circolazione del virus? Basta verificare il numero di persone ricoverate e di persone decedute: se non aumenta, sarà il maggior ricorso ai test ad avere fatto aumentare le diagnosi. Per tutti questi motivi, allentare le misure come i lockdown deve esser fatto con saggezza e basandosi sull’analisi continua dei data, aggredendo ogni singolo focolaio. Questo è quello che si sta facendo in Germania e in Cina, limitando geograficamente l’espandersi dei contagi per evitare di ricorrere a nuove chiusure”, afferma ancora
“Il mondo si trova in una nuova e pericolosa fase. Molte persone sono comprensibilmente stanche di stare a casa. I Paesi sono comprensibilmente desiderosi di aprire le loro comunità ed economie. Ma il virus si sta ancora diffondendo rapidamente, è ancora mortale e la maggior parte delle persone è ancora suscettibile”, prosegue.
Altri 47 morti in Italia per coronavirus. Le vittime totali dall’inizio dell’emergenza sono 34.561, secondo i dati della Protezione Civile. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 181.907, con un incremento di 1.363 persone. Il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 238.011: i nuovi casi sono 251. I casi attualmente positivi sono 21.543, con un calo di 1.558 unità.
Le persone ricoverate con sintomi sono 2.632 (-235), mentre i pazienti in terapia intensiva sono 161 (-7). 18.750 persone, pari all’87% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 14.045 in Lombardia, 2.178 in Piemonte, 1.219 in Emilia-Romagna, 582 in Veneto, 423 in Toscana, 249 in Liguria, 988 nel Lazio, 560 nelle Marche, 125 in Campania, 255 in Puglia, 56 nella Provincia autonoma di Trento, 150 in Sicilia, 85 in Friuli Venezia Giulia, 407 in Abruzzo, 75 nella Provincia autonoma di Bolzano, 17 in Umbria, 30 in Sardegna, 4 in Valle d’Aosta, 34 in Calabria, 53 in Molise e 8 in Basilicata.
Complessivamente “il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità, con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni – dall’8 al 14 giugno – di 6.03 per 100.000 abitanti”. Lo si legge nell’ultimo aggiornamento del monitoraggio della situazione Covid realizzato da Iss-ministero della Salute.
“Tuttavia, a livello nazionale, si osserva un lieve aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, riscontrato sia nel flusso di sorveglianza coordinato dal ministero della Salute e pubblicato sul sito della Protezione civile, sia nel flusso di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità”. Persiste, comunque, “l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali”.
Il periodo esaminato è successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno. “Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero nell’ambito della seconda fase di riapertura (tra il 18 maggio e il 1 giugno 2020)”, precisano gli esperti. “Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero riferirsi a periodi precedenti”.
In alcune realtà regionali, continua ad essere segnalato un numero di nuovi casi elevato. “Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante”. In tutta la Penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, “con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in diverse Regioni e Province autonome”. Sebbene ciò “possa essere in parte da attribuire alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, questi segnali non devono essere sottovalutati in quanto – sottolinea il report – evidenziano come l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa e come la situazione epidemiologica sia estremamente fluida”.
RT RESTA SOTTO 1 A LIVELLO NAZIONALE
“Si conferma un Rt sotto 1 “a livello nazionale e quasi nella totalità delle Regioni e province autonome” si legge nel report relativo al periodo 8-14 giugno. “In tutta la Penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana in diverse Regioni e Province autonome”.
Questa settimana si ’rimescolano’ le carte dell’indice di contagiosità: infatti, se il valore nazionale di Rt resta sotto 1, nel Lazio è pari a 1,12, superando così il dato registrato in Lombardia (0,82), la regione più duramente colpita da Covid-19. Se il dato del Lazio, annunciato già ieri dall’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, risente dei focolai individuati e contenuti in questa settimana, nelle altre regioni Rt resta basso, con l’Umbria ancora a 0 e Calabria (0,04) e Sardegna (0,03) molto vicine.
RISPETTO RIGOROSO DI IGIENE E DISTANZIAMENTO
È”fondamentale mantenere elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico” è la raccomandazione che arriva dal report settimanale del monitoraggio Iss-ministero della Salute.
Alla luce dei risultati epidemiologici, la cabina di Regia ricorda inoltre che “è essenziale mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di ’testing-tracing-tracking’ in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia”.