Che la politica italiana sia in crisi, non v’è dubbio. Il problema non concerne solo la cerchia ristretta dei governanti. La difficoltà è insita nel popolo italiano. C’è una perturbazione interiore che non dà pace all’Italia. Gli animi sono distrutti dall’incapacità di intraprendere una direzione consapevole. Insomma se decidi di votare in un certo modo, ti accolli anche le conseguenze. Quando ti offrono la possibilità di cambiare, bisogna coglierla al volo. Soprattutto se si vive un periodo di diffuso malcontento. Il consiglio è sempre quello di ragionare con la testa, informarsi attentamente, studiare le dinamiche e inserirle nel contesto. L’approfondimento parte dal desiderio di conoscenza. Un’attenta analisi deve essere effettuata a riguardo degli ultimi accadimenti. In sintesi: gli italiani chiedono cambiamenti, Renzi elabora una nuova legge con l’errore di personalizzare il referendum, la nuova legge implica cambiamenti positivi ma le persone decidono in base all’antipatia personale, ergo abbattimento del presidente –e della legge- e nuovo governo provvisorio. L’errore di Renzi è l’impazienza. Non si tratta di una persona priva di qualità, anzi. Con il suo modo di essere smuove l’Italia intera. In alcuni casi unisce addirittura fazioni totalmente opposte. Ma corre con una fretta tale da scombussolare tutti. Troppo impaziente di arrivare all’obiettivo. Qual è l’altra falla? Il fatto che le persone non riescono a cambiare. Se il popolo italiano aspirasse ad una reale modifica della situazione, anziché lamentarsi continuamente, sfrutterebbe le opportunità che il fato fortunatamente gli offre. Invece preferisce continuare a dire che l’Italia è un paese da poco e che le cose non vanno mai come devono andare.
Ma cari italiani, lo Stato siamo noi! Ciascuno di voi rappresenta un piccolo pezzo di questo paese. Se lo scopo è quello di mandare a casa il governo Renzi, non ci si può lamentare dell’assegnazione della carica di presidente del Consiglio ad un altro soggetto. Il nuovo premier Gentiloni in questo momento lavora per creare una squadra di ministri. La sua carriera è colma di esperienze importanti tra cui l’incarico di ministro della Comunicazione prima e degli Esteri poi. La passione per la politica lo attrae sin da giovane e successivamente diventa anche giornalista professionista. Non bisogna abbatterlo con le parole in maniera repentina. Ci vuol tempo per fare e dimostrare.
Oltretutto, prima di pronunciare ancora la fatidica frase che noiosamente parla di illegittimità della carica, vi invito a leggere il secondo comma dell’articolo 92 della Costituzione: “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”. Quindi nessuna illegittimità. E’ora di ripartire con la testa sulle spalle, italiani. Non è più tempo di piangersi addosso o puntare il dito come se la colpa appartenesse solo ed esclusivamente a qualcun altro. L’Italia siamo noi, con le nostre scelte e i nostri gesti quotidiani.