La collezione dei Remondini regala 214 inedite incisioni di Albrecht Dürer (1471- 1528), in un corpus che, per ampiezza e qualità, è classificato – insieme a quello del Kunsthistorisches Museum di Vienna – come il più importante e completo al mondo. Con questo straordinario omaggio al genio di Dürer, la città di Bassano del Grappa celebra la riapertura di Palazzo Strum, al termine di una straordinaria campagna che ha permesso di riaprire al pubblico lo straordinario gioiello di architettura e arte.
Palazzo Sturm accoglierà dunque il Museo dell’Incisione Remondini per presentare al pubblico i lavori realizzati dalla mitica dinastia di stampatori bassanesi specializzati in raffinate edizioni e in stampe popolari, che hanno diffuso in tutto il mondo tra il 1600 e il 1700.
Nelle raccolte dei Remondini, oggi patrimonio dei Musei Civici, troviamo anche 8500 opere di grafica di grandi maestri europei del Rinascimento e dell’epoca moderna. Tra loro spicca Albrecht Dürer, di cui sono state rinvenute con 123 xilografie e 91 calcografie. A partire dal 1496, Dürer realizzò 260 incisioni e di esse ben 214 sono a Bassano del Grappa. Dürer trattò temi mitologici, religiosi, popolari, naturalistici, cimentandosi in ritratti e paesaggi. Nelle collezioni bassanesi sono incluse le serie complete dell’Apocalisse, della Grande Passione, della Piccola Passione e della Vita di Maria.
Dal 1512 al 1519 lavorò per l’imperatore Massimiliano I, realizzando l’Arco di Trionfo e la Processione trionfale, quest’ultimo nelle collezione di Bassano del Grappa. Molto probabilmente passò per la città sul Brenta. Lo si vede nei paesaggi e nelle vedute di sfondo di opere come La Grande Fortuna. Sempre per l’imperatore realizzò una delle sue incisioni più popolari, il Rinoceronte: Massimiliano ne aveva infatti inviato uno al Papa, ma l’esemplare non giunse mai a destinazione perché l’imbarcazione su cui era trasportato fu vittima di un naufragio al largo delle coste liguri. In merito alla suddetta opera, Chiara Casarin offre ai visitatori un approfondimento che ripercorre la vicenda e rievoca la fortuna dell’opera. Il tema del Rinoceronte fu infatti ripreso da numerosi artisti: da Raffaello a Stubbs, da Salvador Dalì sino a Li-Jen Shih, il cui King Kong Rhino è stato voluto a Bassano per testimoniare quanto ancor oggi quel soggetto e la lezione dureriana siano attuali e universali. Li-Jen Shih è uno dei più quotati artisti contemporanei cinesi e lavora da quarant’anni sul tema del Rinoceronte. A Bassano, il suo King Kong Rhino sarà, per l’intera durata della mostra di Dürer, esposto nel belvedere di Palazzo Sturm.
La mostra, a cura di Chiara Casarin in collaborazione con Roberto Dalle Nogare, comprende anche un video che ricostruisce l’atelier di Albrecht Dürer e descive nei dettagli la tecnica dell’incisione. L’esposizione, aperta dal 20 aprile al 30 settembre 2019, sarà accompagnata da un catalogo con testi di Chiara Casarin, Bernard Aikema, Giovanni Maria Fara, Elena Filippi e Andrea Polati.