Traduci

NICOLÒ CAROSIO: L’OMERO DEL CALCIO ITALIANO – Era siciliano e la sua faccia lo garantiva

Il 6 ottobre 2024, la Domenica Sportiva, ha celebrato il centenario della prima trasmissione radiofonica avvenuta il 6 ottobre 1924, trasmettendo spezzoni di radiocronache e telecronache di Nicolò Carosio (1907-1984).

Ha un pò sorpreso rivedere il mitico radio/telecronista. Anche perché il suo rapporto di lavoro con la Tv nazionale fu molto polemico, fortemente influenzato da un presunto insulto razzista indirizzato da Carosio al guardialinee Seyoum Tarekegn per avere annullato una rete firmata Gigi Riva, Rombo di Tuono. Era la partita Italia- Israele dell’11 giugno 1970, disputata nei mondiali del Messico. Si, proprio quelli di Italia Germania 4 a 3. In realtà, l’insulto razzista non è stato mai pronunciato, come si può constatare rivedendo su Rai play la partita sopra citata.

Era siciliano e la sua faccia lo garantiva” scrisse Gianni Brera che lo descrive come il fantasioso Omero di tante battaglie sotto le Porte Scee che secondo il mito, sono le porte di Troia. Come curiosità, Troia è anche il cognome del più famoso bomber palermitano degli anni 60 del secolo scorso. Carosio, Brera, Troia, un calcio di altri tempi. Nulla a che vedere con il calcio di oggi. Un solo esempio, per brevità. A quell’epoca era un sacrilegio tifare per due o tre squadre. Inoltre, se l’Idolo cambiava squadra sarebbe stato visto come un traditore, per usare un eufemismo. Oggi, invece, se l’Idolo cambia squadra, molti tifosi, specie i più giovani, tifano per la nuova squadra. Non a caso Cristiano Ronaldo, CR7, ha superato un miliardo (miliardo) di followers, vedi “Corriere della Sera” del 13 settembre 2024. È anche questo un segnale della società liquida di oggi?

Carosio era quindi un siciliano di Palermo.  E non poteva essere altrimenti. Infatti, nel 1909, da Palermo, fu trasmessa la prima partita in diretta telefonica, da Villa Sperlinga a casa Bruschini, abbonato numero 358. Sempre a Palermo, nel1913 fu girato il primo filmato di una partita, a opera dei proprietari del cineteatro palermitano Lucarelli.

Carosio non fu il primo radiocronista di una partita di calcio, come erroneamente si crede. Il primo fu Giuseppe Sabelli Fioretti che nel 25 marzo 1928, dalla tribuna dello Stadio del Partito Fascista, oggi il Flaminio di Roma, fece la radiocronaca dell’amichevole Italia-Ungheria.  La prima radiofonica di Carosio è del 1933, amichevole Italia – Germania. Successivamente, raccontò a modo suo, con molta enfasi e passione ma anche con un paradiso di bugie le vittorie ai mondiali del trentaquattro e nel trentotto.

La nazionale italiana festeggia la vittoria dei mondiali del 1938

Il 24 gennaio 1954, Carosio con Carlo Bacarelli, fa dallo stadio San Siro di Milano la telecronaca della prima partita trasmessa in diretta della nazionale italiana, Italia – Egitto. Da ricordare che in Italia la prima telecronaca di una partita di calcio è del 13 dicembre 1953, la TV è ancora in fase sperimentale ed è trasmesso il secondo tempo di Italia Cecoslovacchia, telecronisti Carlo Bacarelli e Vittorio Veltroni.

Nicolò Carosio, la voce da lontano, è un protagonista del romanzo popolare del calcio, per il suo modo appassionato e coinvolgente di vedere e raccontare la partita. Per Brera, aveva un solo difetto, non sempre le sue radiocronache rappresentavano realmente ciò che succedeva: “Ricordo di avere strabiliato a volte sentendolo iniziare il racconto di un’azione azzurra improvvisamente interrotta da un gol che era segnato dagli avversari… Passò alla Tv e fu ancora peggio. Nacque l’incredibile e festoso “quasi gol” che esilarò le moltitudini. Il Nick era aedo vincente e mai perdente. Nato per raccontare epiche vittorie, l’esito contrario lo aduggiava fino al dispetto”.

Dal 1933 al 1970 Carosio commentò, alla radio e in TV, circa 3.500 partite. Nel dopoguerra mantenne saldamente il suo posto di radio/telecronista principe. Fu uno dei cantori del grande Toro e si salvò per puro caso dalla tragedia di Superga. Il 4 maggio 1949, infatti, non era nell’aereo per la concomitante cresima del figlio. Miracolosamente vivo, ebbe modo di continuare nelle sue bellissime radiocronache e telecronache, contribuendo sempre di più al successo del calcio che in Italia superò per popolarità il ciclismo.

Il grande Torino

“È raro che un uomo, soprattutto una «voce», non solo scampi ai suoi errori veniali, ma grazie a questi errori e alla loro venialità quasi geniale diventi celebre, ricercato, insostituibile. Il Nick del «quasi rete», del whiskaccio, del numero letto quindici su una maglia che invece mostra un dodici, è, tout court, un artista”, così Giovanni Arpino su Carosio.

Negli anni sessanta, cantò la grande Inter del Presidente Angelo Moratti, del primo top manager del calcio italiano, Italo Allodi, e del mago Helenio Herrera. Questa la formazione tipo: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Domenghini, Suarez e Corso.

La grande Inter di Helenio Herrera, il mago

Era bello sentire la voce appassionata di Nicolò Carosio che annunciava, negli anni Sessanta del boom economico, i giocatori della mitica e mondiale Inter del “Mago” Helenio Herrera. Tutti conoscevano la formazione tipo, e molti “diversamente giovani” di oggi la ricordano ancora; ma tutti (anche io, anche io…) aspettavano di sentirla “cantata” da Nicolò Carosio. Erano le partite in bianco e nero colorate dal pittore Nicolò Carosio. Le prime edizioni della Coppa dei Campioni dove la grande Inter aveva avversari come il Real Madrid, Il Benfica, il Celtic e il Liverpool. “Ero molto legato a Carosio, lui aveva commentato le partite di mio papà Valentino con il grande Torino. Mi chiamava “Mazzolino” in tutte le telecronache dell’Inter, considerandomi con affetto il figlio di un campione che lui stimava moltissimo…”, questo il ricordo di Sandro Mazzola.

IlFrancobollo per il centenario di Nicolò Carosio

In conclusione, ha fatto bene la Domenica Sportiva ad omaggiare il mitico radio/telecronista Nicolò Carosio, il siciliano che, repetita juvant, è stato l’Omero del calcio italiano ed è uno dei protagonisti di quell’eterno romanzo popolare che è il gioco del calcio. Sembra gracile, ed è invece indomabile, firma autografi (lo riconoscono anche gli estranei e i miopi) come un duca, durante le trasferte siede nella hall di un albergo come un Yanez strappato alla giungla e trasferito in una metropoli (Giovanni Arpino). Il 15 dicembre 1971 la sua ultima telecronaca per la televisione pubblica. Nel centenario della nascita, il 15 marzo 2007, le Poste italiane hanno dedicato un francobollo alla sua memoria.

(in copertina Nicolò Carosio -1907-1984)

Data:

13 Ottobre 2024