Grande è risultato raggiunto dai ragazzi della Fondazione Don Cosimino Fronzuto di Gaeta per il loro laboratorio di fotografia.
Continua con grande intensità il laboratorio fotografico curato da Enrico Duratorre – giornalista e fotorepoter noto al pubblico dei lettori di International Web Post oltre che per i suoi articoli per l’impegno intenso nel fare Cultura nel territorio – presso la Fondazione Don Cosimino Fronzuto di Gaeta, un laboratorio che è diventato un percorso emozionale oltre che strettamente tecnico.
Enrico Duratorre
“Quando oltre un anno fa ho accettato la proposta del presidente Davide Piras non immaginavo neanche lontanamente che a distanza di oltre un anno e mezzo i ragazzi riuscissero ad ottenere dei risultati così elevati – commenta Enrico Duratorre – Risultati che sono il frutto di un cammino che abbiamo fatto tenendoci per mano tutti insieme e non ponendo una distanza tra insegnante ed allievi. Questo laboratorio, divenuto un appuntamento settimanale e riconfermato anche per questo secondo anno, ha dato tanto anche a me come professionista e, mi ha fatto capire che molte volte siamo noi a porci dei limiti che alla fine sono solo nella nostra testa”.
Quest’anno dopo un primo accenno, il fotografo pontino, considerata l’abnegazione e l’attenzione che i ragazzi hanno messo fin qui nel portare avanti il laboratorio di fotografia, ha voluto alzare l’asticella e la sfida è diventata ancora più importante, una di quelle sfide, il cui solo pensiero farebbe tremare i polsi i polsi di chiunque, riuscire a far fotografare una ragazza ipovedente, utilizzando una normale reflex.
“Io sono un folle sognatore e considerato che la ragazza, nel corso del laboratorio ha sempre voluto sperimentare senza mai tirarsi indietro, ho pensato che, dopo averle insegnato a regolare le luci, forse era giunto il momento di provare a farla provare a fotografare senza nessuno che la aiutasse. Avendo visto che lei riusciva a seguire la direzione della mia voce mentre facevo lezione, ho pensato che attraverso la voce potevo sopperire alle sue difficoltà visive. Così ho chiesto ai ragazzi che di volta in volta andavano in posa, di guidarla attraverso le loro voci per farle capire come erano in posa, quanto erano alti ed in quanti erano in posa – ci spiega Enrico Duratorre – un esperimento che ha dato i suoi frutti e che ha reso tutti protagonisti. Un risultato che mi ha riempito di gioia, perché la vera inclusione passa anche attraverso momenti in cui tutti ci diamo una mano camminando insieme per superare insieme gli ostacoli”.
Il successo ottenuto dai ragazzi della Fondazione Fronzuto segue un altro grande risultato, questa volta raggiunto da uno dei colossi mondiali dell’elettronica come Sony.
La casa giapponese nella corso della scorsa estate ha presentato il suo modello di macchina fotografica per ipovedenti, una macchina dotata di uno speciale mirino che utilizza un sistema laser per proiettare direttamente sulla retina le immagini. La SONY DSC-HX99 RNV rivoluzionerà in maniera concreta la fotografia rendendola sempre più accessibile anche a chi ha limitazioni nella vista, considerato che la macchina in kit per ipovedenti costerà circa seicento dollari, praticamente il solo costo della macchina, in quanto il colosso giapponese coprirà i costi del mirino laser prodotto dalla nipponica QD LASER.
Al momento la macchina fotografica sarà commercializzata direttamente dalla Sony, attraverso i suoi canali e sarà disponibile solo sui mercati americano e giapponese, ma l’auspicio è che a breve sarà disponibile anche sugli altri mercati in modo da essere a disposizione per tutti.