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Niente eurobond e Mes con condizionalità

“Irresponsabile”, “frugale”, a tratti “egoista”. Così è stato definito l’atteggiamento poco solidale di Olanda e Germania che, fermi sulle loro posizioni, hanno posto un veto categorico ai coronabond. “Non si tratta di mutualizzare i debiti nazionali pregressi, un’idea contro la quale si è levata mezza Europa, ma di mutualizzare il debito che si farà dopo l’attuazione di misure di bilancio necessarie per rispondere alla crisi del coronavirus!” ha spiegato l’ex presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, aggiungendo poi: “Si tratta di organizzare in maniera solidale questo finanziamento della crisi attuale mettendo insieme diversi strumenti: Bei, Mes, senza condizionalità, bilancio europeo e infine coronabond”. Insomma, non si tratterebbe di pagare per i debiti passati, ma di organizzare il finanziamento futuro dei costi della crisi.

Non credo che dovremmo avere debito comune a causa della situazione della nostra unione politica, ed è per questo che respingiamo gli eurobond. Ma ci sono molti modi per dimostrare solidarietà e credo che troveremo una buona soluzione” aveva già affermato la Merkel dopo una conversazione con il premier Giuseppe Conte. Idea fortemente sostenuta anche dall’olandese Hoekstra, che con questa sua linea così dura sta raccogliendo consensi interni al Paese, in vista delle elezioni del 2021, che molto probabilmente la vedranno sfidare il premier Rutte.

Per mitigare ed avvicinare le posizioni dell’olandese Wopke Hoekstra e del responsabile dell’Economia Roberto Gualtieri, punte estreme di due fronti totalmente contrapposti, è stato raggiunto un compromesso volto ad affrontare nel migliore dei modi possibili le catastrofiche conseguenze economiche previste della crisi Covid-19.

L’intesa raggiunta consiste in 240 miliardi del Mes per i governi, 200 miliardi della banca Bei per le imprese e 100 miliardi del progetto Sure anti-disoccupazione. Dunque, 500 miliardi resi disponibili immediatamente, nonché altri 500 miliardi per il futuro, per un piano di ripresa post-emergenza. Sembra però che l’Olanda abbia insistito anche per prestiti del Mes a 5/10 anni con severe condizioni. Fortunatamente la richiesta di Italia e Spagna, che avrebbero preferito scadenze a 30/50 anni, è stata accolta, con una conseguente eliminazione dei vincoli almeno per le spese sanitarie, sebbene permanga il limite dei prestiti Mes al 2% del PIL.

Il Presidente della Camera dell’Unione Europea, David Sassoli, si ritiene ugualmente soddisfatto degli accordi presi: “Abbiamo avuto ragione ad aver fiducia nell’Europa. Le proposte dell’Eurogruppo vanno nella giusta direzione”.

Data:

10 Aprile 2020