“Aspetterò qui per esprimere il mio voto. Se non voto come cambieranno le cose?”. Queste le parole provocatorie di una 23enne nigeriana, che sabato mattina si è recata alle urne ma ha trovato il proprio seggio non funzionante, quando già si avvicinava l’orario di chiusura.
I funzionari della Commissione elettorale nazionale indipendente (INEC) hanno segnalato problemi tecnici con un nuovo sistema biometrico di accreditamento degli elettori antifrode, l’arrivo in ritardo dei veicoli per trasportarli e l’assenza di registri elettorali come cause di ritardi.
In una conferenza stampa televisiva, il presidente dell’INEC Mahmood Yakubu ha affermato che sei macchine biometriche sono state rubate nello stato settentrionale di Katsina e due nello stato meridionale del Delta. Ha anche riconosciuto i ritardi, e ha confermato che gli elettori avrebbero avuto la possibilità di votare: “Le elezioni si terranno e nessuno sarà privato del diritto di voto”.
Con in palio anche i seggi dell’Assemblea nazionale, oltre 93 milioni di persone si sono registrate per votare in circa 176.600 seggi elettorali, che avrebbero dovuto essere aperti dalle 8:30 di sabato mattino.
La corsa al voto è stata segnata dalla violenza, con l’assassinio di un candidato senatore nell’instabile regione del sud-est mercoledì.
Sabato ci sono state segnalazioni di incidenti sparsi, anche se non gravi come successo nelle precedenti elezioni.
A Lagos, la polizia ha arrestato quattro uomini con l’accusa di aver intimidito gli elettori, mentre un osservatore elettorale di un gruppo della società civile locale ha affermato di aver visto teppisti armati di coltelli, catene e bottiglie rompere le urne.
Nella maggior parte delle aree, tuttavia, la giornata sembrava svolgersi pacificamente nonostante le frustrazioni per i ritardi.
I principali contendenti per succedere a Buhari sono l’ex governatore di Lagos Bola Tinubu, 70 anni, dell’All Progressives Congress al governo, l’ex vicepresidente Atiku Abubakar, 76 anni, del Partito democratico popolare di principale opposizione, e l’ex governatore dello stato di Anambra Peter Obi, 61 anni, del piccolo partito laburista. Tutti e tre hanno votato nei loro stati d’origine, circondati da caotiche mischie di giornalisti e sostenitori.
Nonostante le precauzioni dell’INEC, gli analisti hanno avvertito che ci sono ancora rischi che i cittadini a corto di soldi possano essere vulnerabili ai tentativi di acquisto di voti da parte dei candidati
Il conteggio finale dei 36 stati e della capitale federale Abuja è previsto entro cinque giorni dal voto.