Il primo ministro armeno Nikol Pashinjan, ha denunciato un tentativo di colpo di Stato militare contro di lui dopo che l’esercito ne ha chiesto le dimissioni a causa della sua gestione del conflitto tra l’Azerbaijan e le forze etniche armene nella regione del Nagorno-Karabakh lo scorso anno. Come conseguenza, Pahinjan ha convocato i suoi sostenitori per le strade della capitale Erevan. Durante la manifestazione, a cui ha preso parte attivamente, ha dichiarato, usando un megafono, che “La situazione è tesa ma dobbiamo evitare gli scontri”. Ovviamente, il capo di Stato Maggiore delle forze armate armene, Onik Gasparyan, è stato destituito.
In realtà, non ci sono state vere e proprie mobilitazioni armate dell’esercito contro il Primo Ministro, ma la dichiarazione di Gasparyan in cui vengono richieste le dimissioni di Pashinjan è stata interpretata da quest’ultimo come “un tentativo di colpo di Stato”. Il leader dell’opposizione, Vazgen Manukyan, ex membro del comitato Karabakh che puntava alla riunificazione della regione del Nagorno-Karabakh con l’Armenia, non crede ad una parola del Premier in carica: “Il primo ministro Nikol Pashinyan sta cercando di portare il nostro popolo a una guerra civile, scontri e spargimenti di sangue. Chiediamo a tutti i cittadini armeni di non cadere nelle provocazioni di questo regime, di manifestare moderazione: l’unico garante della nostra sicurezza sono le forze armate e il loro comando”, ha affermato il candidato di minoranza.
Per le strade di Erevan sono dunque scesi anche i sostenitori dell’opposizione e dei militari, che si sono riuniti vicino al Parlamento e all’ufficio presidenziale. “Stiamo issando le barricate per costringere il Parlamento a riunirsi per una sessione e votare la destituzione del primo ministro Nikol Pashinyan”, ha detto Manukyan. La Russia, che ha grandi interessi in gioco con l’Armenia (ex Repubblica Sovietica, ndr) e l’ha sostenuta nella contesa con l’Azerbaijan per la questione del Nagorno, si è detta, tramite il Cremlino, “preoccupata”, per l’aggravarsi dello scontro e ha invitato le parti alla calma. Per quanto certe sommosse non nascano mai dal nulla, lo scoppio delle tensioni è stato improvviso ed imprevisto, il che fa sì che la situazione sia ancora molto confusa ed in divenire.
Nel frattempo, “l’Unione europea segue molto da vicino gli sviluppi in Armenia e chiede a tutti gli attori di mantenere la calma e di evitare qualsiasi retorica o azioni che possano portare a un’ulteriore escalation“, ha dichiarato in una nota l’ufficio dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. “Le divergenze politiche siano risolte pacificamente e in stretta aderenza ai principi e ai processi della democrazia parlamentare – aggiunge Borrell -. In linea con la Costituzione armena, le forze armate dovranno mantenere la neutralità nelle questioni politiche e stare sotto il controllo pubblico“.