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“Non cambia nulla”, Salvini rassicura i 5S

“Non cambia nulla”, Salvini rassicura i 5S

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“E’ un voto abruzzese, non penso che gli amici del Cinque Stelle abbiano alcunché da temere, per me non cambia nulla“. Matteo Salvini rassicura l’alleato di governo commentando il risultato nelle elezioni in Abruzzo che hanno visto la vittoria del centrodestra guidato da Marco Marsilio. “Per quello che mi riguarda non cambia assolutamente nulla nell’agenda e negli equilibri di governo – sottolinea il vicepremier – non vogliamo rimpasti e non chiediamo ministri“.

Salvini parla alla Camera dei risultati della Lega e dice che “essere il primo partito con il 27% è una gioia, in alcuni comuni abbiamo registrato percentuali commoventi”. Ancora, analizzando il risultato, il ministro dell’Interno spiega che “il voto degli operai, dei commercianti, dei precari, è evidente, si è spostato da sinistra alla Lega”, ricordando come “nei capoluoghi teoricamente rossi, come Teramo e Pescara, abbiamo preso il 27%”. Dagli abruzzesi, afferma il leader della Lega, “abbiamo avuto una dimostrazione di forza, coraggio e speranza”.

“Sono felice – continua il vicepremier – perché il lavoro paga, la concretezza paga, la coerenza paga”. E “questo è il secondo dato elettorale vero – aggiunge – dopo Trento e Bolzano, c’erano stati anche Molise e Friuli Venezia Giulia. Indagini, minacce e falsificazioni e giurie d’onore… possono inventarsi quello che vogliono, ma la vita reale va oltre la realtà virtuale”.

Anche in serata, durante la registrazione di Porta a Porta in onda ieri sere, sul governo gialloverde, il vicepremier rassicura: “No a rimpasti, squadra che vince non si cambia, ma non ci fermiamo sugli allori, ora stiamo lavorando sull’economia”. Poi, parlando di Tav, “non dormirò per leggere l’analisi costi benefici, anzi la leggo domattina”.E “serve di terminare quello che abbiamo iniziato, non perché ce lo chiedono i francesi ma perché serve agli italiani” afferma il vicepremier. “Vedo prima Toninelli, e poi vedo Di Maio”.

Intanto anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rispondendo ai giornalisti, commenta i risultati elettorali in Abruzzo: “Il dato mi sembra abbastanza chiaro, ma questo non cambia nulla per il governo centrale. Continuiamo a lavorare”, non c’è “nessun cambiamento all’ordine del giorno”.

E da Oltralpe la presidente del Rassemblement National, Marine Le Pen, si è complimentata con Salvini: “Il risultato spettacolare del candidato della Lega in Abruzzo – scrive su Twitter – dimostra il consenso degli italiani alla politica condotta dai nostri alleati. Bravo Matteo”.

Tonfo Abruzzo, 5S verso assemblea

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Il Movimento 5 Stelle esce mortificato dalle elezioni in Abruzzo. Al punto che, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti parlamentari, diversi eletti 5 Stelle si stanno coordinando in queste ore per chiedere che la sconfitta in Abruzzo venga affrontata in un’assemblea congiunta con il vicepremier nonché capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, ma anche con i ministri grillini del governo gialloverde. La convinzione che accomuna molti, infatti, è che alle urne il Movimento abbia pagato anche l’operato dell’esecutivo Conte.

Le reazioni

Per il senatore Gianluigi Paragone “il voto delle amministrative è marginale”, che prende “in considerazione aspetti della quotidianità”. Ma Elena Fattori vede in un altro modo il deludente risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle in Abruzzo: “Purtroppo tradire la propria identità non paga”, dice all’Adnkronos sottolineando: “Spero fortemente che ci sia uno scatto di orgoglio da parte del mondo 5 Stelle prima delle europee per non lasciare che abbiano la meglio le peggiori destre sovraniste. La sovranità che proponeva il Movimento era un approccio diverso”. “Sicuramente – insiste Fattori – occorre un ripensamento delle modalità usate sin qui che hanno avuto un effetto devastante sulla natura profonda e sulla fiducia nel Movimento. Purtroppo chi lo aveva capito sin dall’inizio non solo non è stato ascoltato ma emarginato nelle azioni politiche reali. Non è ancora troppo tardi ma rischia di essere tardi molto presto”.

“Subito dopo le politiche non abbiamo vinto in Molise e in Friuli”, ricorda Paragone secondo il quale il risultato delle regionali “dice che i cittadini abruzzesi hanno gradito il modo in cui in questi anni sono state gestite le cose e quindi non avevano intenzione di cambiare”. “Evidentemente – ha concluso – gli abruzzesi sono soddisfatti della gestione del centrosinistra e di quella del centrodestra nel recente passato”.

Riflessione’ è la parola d’ordine di un altro Cinquestelle, il deputato Davide Galantino, che ha commentato l’esito delle elezioni abruzzesi in un post su Facebook: “Questi risultati devono portarci a riflettere tutti! Al di là dei meccanismi delle elezioni regionali abbiamo perso 20 punti rispetto alle ultime politiche nonostante ci fossero meno liste in corsa. Ostentare risultati e alimentare troppe speranze non paga. Bisogna essere sinceri e soprattutto saper chiedere scusa quando non puoi mantenere fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale”
Che ci serva di lezione! Il vero cambiamento arriverà quando ogni cittadino italiano potrà essere orgoglioso dei suoi rappresentanti. Il popolo abruzzese ha scelto e va rispettato per le sue scelte”, rimarca il parlamentare grillino, che aggiunge: “A Sara Marcozzi auguro buon lavoro, sono sicuro che con la carica che ci ha trasmesso in questi giorni saprà ottenere comunque grandi risultati!”.

Anche per Sergio Battelli, deputato M5S e presidente della Commissione Politiche Ue di Montecitorio, “ora è il momento di fare una seria ma rapida analisi perché l’obiettivo è migliorarsi. Sempre”.

Dopo la debacle abruzzese finisce nel mirino di alcuni esponenti M5S anche Alessandro Di Battista. L’ex deputato grillino, dopo la parentesi in Sud America, è tornato in Italia per supportare i 5 Stelle nella campagna elettorale per le europee, ma anche per le regionali in Abruzzo, dove ha tenuto alcuni comizi insieme a Luigi Di Maio e a Sara Marcozzi, la candidata pentastellata alla guida della Regione. Evidentemente però lo sforzo del frontman grillino non è bastato. E ora, alla luce dei risultati deludenti, nel M5S c’è chi chiede di rivedere la strategia comunicativa: “Gli elettori vogliono vedere i fatti. Le star andavano bene all’opposizione”, dice all’Adnkronos il deputato Davide Galantino. Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice ribelle Elena Fattori, la quale chiede un cambio di passo in vista del voto di maggio per le europee: “Secondo me – afferma all’Adnkronos – dobbiamo essere imbattibili nella proposta di un programma approfondito. Non è mica un reality o ’Amici’, è il futuro del Continente”. “Gli elettori vogliono vedere i fatti. Le star andavano bene all’opposizione”, commenta all’Adnkronos Galantino.

Al coro dei critici si aggiunge anche la voce di Paola Nugnes. “Se si voleva, in qualche modo, ’usare’ Di Battista per aumentare i consensi, mitigare le perdite, ri-bilanciare le posizioni, se ne è fatto un uso pessimo. Non credibile da nessun punto di vista”, sottolinea la senatrice 5 Stelle, che aggiunge: “O si è sottovalutata la gente o si è sovrastimata la capacità comunicativa di un messaggio privo di contenuto. Si è dato solo materiale a trasmissioni come quella di ’Propaganda live’ che con leggerezza ci hanno anche saputo far sorridere”.

Europee, in arrivo regole M5S per gli eletti

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(Ileana Sciarra) – Tagli più corposi agli stipendi, una ’sforbiciata’ che uniformerà le entrate degli europarlamentari M5S a quelle degli altri eletti grillini. E’ questa una delle nuove regole 5 Stelle per le elezioni europee ormai alle porte, regole messe nero su bianco e ora al vaglio del comitato di garanzia pentastellato. A partire dal 2014 gli europarlamentari dovevano restituire almeno 1.000 euro per mese. Ma nel 2019 si cambia: a quanto apprende l’Adnkronos, i 5 Stelle eletti a Bruxelles potranno tenere ’solo’ 3.250 euro di stipendio. Considerando che il netto ammonta a 6.800 euro, la restituzione arriva a 3.550 euro al mese (calcolati sulla paga base).

Confermato quando trapelato nei giorni scorsi: Luigi Di Maio sceglierà i capilista, con un piccolo correttivo rispetto al quale, però, le bocche sono cucite. Resta il divieto alla candidatura di massoni e la regola di non aver corso per altri partiti prima del 4 ottobre 2009, data di nascita del M5S: quest’ultimo paletto sembrava scricchiolare dopo una pronuncia del comitato di garanzia che aveva introdotto una piccola deroga a livello locale. E invece resta in piedi: avere avuto la tessera di un altro partito non verrà perdonato.

A quanto apprende l’Adnkronos, ci sarà un doppio turno per le ’parlamentarie’, ovvero la selezione in Rete dei candidati. Al primo turno, seguirà un secondo che terrà conto dei vari correttivi, ovvero delle rappresentanze di genere – le cosiddette quote rosa – e delle circoscrizioni. Nelle regole non ci sarebbe traccia di eventuali multe per i cambi di casacca: nessun mistero – viene spiegato – le sanzioni per i presunti ’traditori’ trovano dimora nel regolamento, non nelle regole per candidarsi. E c’è chi è già pronto a scommettere che la multa non mancherà e sarà salatissima.

Europee, il Pd con Calenda

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“Domani sottoscriverò a nome del Pd il manifesto ‘Siamo europei’ promosso da Carlo Calenda. Ho condiviso questa scelta con Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti: il Pd dunque ne assume i contenuti”. Lo annuncia su Twitter Matteo Orfini.

“Iniziamo da qui – aggiunge – per lanciare la sfida ai populisti. Nei prossimi giorni incontrerò i segretari regionali per avviare il percorso e convocherò un tavolo con i nostri parlamentari europei e italiani per elaborare il contributo programmatico con il quale il Pd affronterà la sfida”.

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12 Febbraio 2019