La Corea del Nord ha accolto la proposta di Seul di dichiarare formalmente la “fine della guerra” delle Coree, considerando tuttavia che sarebbe “prematuro” dal momento che “non c’è alcuna garanzia” che questo “porti al ritiro della politica ostile degli Usa verso Pyongyang”. Dunque, si valuta solo un miglioramento dei rapporti tra le due Coree, almeno secondo quanto riportato dall’agenzia Kcna (Korean Central News Agency).
Il Nord è comunque aperto a “discussioni costruttive”, sostiene Kim Yo-jong, la sorella del dittatore nord-coreano Kim Jong-un,che definisce una “buona idea” l’offerta sud-coreana di una dichiarazione di fine della guerra, conclusasi nel 1953 solo con un armistizio ma ancora oggi esistente sotto forma di “guerra fredda”, poiché mancante una vera pace. “Se il Sud non è ostile siamo pronti a discutere il ripristino delle relazioni” si legge nella nota, ripresa dall’agenzia sud-coreana Yonhap.
Nelle ore precedenti Ri Thae Song, il ministro degli Esteri nordcoreano, aveva al contrario sostenuto la possibilità di “conseguenze disastrose” che potrebbero “alterare l’equilibrio strategico nella regione, dichiarando come l’alleanza tra Washington e Seul si rafforzi continuamente è che finché persisterà la politica ostile degli Usa verso la Corea del Nord, questa fine sarà semplicemente nominale anche se dichiarata”.
Ri ha fatto anche riferimento all’annuncio della nascita di Aukus (alleanza tra Australia, Regno Unito e Usa, che si propone di dotare l’Australia di sottomarini a propulsione nucleare) per ribadire quanto sia ancora presto per dichiarare la fine della guerra. Ha sostenuto inoltre che una dichiarazione simile potrebbe essere usata per coprire le ostilità degli Usa, che attualmente ritiene essere “la priorità per permettere di stabilizzare la situazione nella penisola coreana e garantire la pace”.
