Nucleare Iran: accordo raggiunto a Ginevra tra le 5+1 potenze mondiali e l’Iran. Dopo decenni di controversie e scontri diplomatici, oggi 24 Novembre alle tre di notte a Ginevra i sei Ministri degli Esteri delle potenze mondiali (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) hanno siglato l’accordo negoziale sul nucleare iraniano.
Lo ha annunciato nel cuore della notte su Twitter, dopo quattro giorni di colloqui, il portavoce del capo della diplomazia europea Catherine Ashton. La rappresentante della Ue ha confermato che si tratta di un’intesa limitata nel tempo e che permetterebbe la prosecuzione dei colloqui per una soluzione definitiva del conflitto che si era creato tra il regime di Teheran e le potenze occidentali.
I termini dell’accordo: l’Iran si impegna a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito a quasi il 20%, mentre le grandi potenze si impegneranno sin da subito e per i prossimi sei mesi ad alleggerire le sanzioni economiche per Theran che colpiscono uno dei maggiori settori strategici del paese medio-orientale: il settore petrolchimico.
Controversa la questione del “diritto” di Theran ai programmi di arricchimento dell’uranio. Secondo fonti iraniane, l’accordo di Ginevra stabilisce il diritto dell’Iran a programmi di arricchimento dell’uranio. Dalla Casa Bianca invece fanno sapere che l’intesa non prevede alcun diritto iraniano a produrre uranio arricchito se non esclusivamente per scopi civili e stabilisce anche la chiusura di un nuovo impianto per la produzione del plutonio. D’altronde, sostengono a Washington, Theran ha sottoscritto nell’ accordo firmato a Ginevra un impegno a non produrre uranio arricchito oltre il 20% (percentuale indispensabile per la costruzione di armi nucleari).
Radicalmente contrariata Israele. Per il ministro per le Questioni strategiche Yuval Steinitz “questo accordo era e resta un accordo cattivo, che renderà difficile raggiungere una soluzione definitiva adeguata”. Posizione confermata direttamente dal primo ministro Benyamin Netanyahu: “l’accordo rappresenta un errore tragico, oggi il mondo è più pericoloso”.
Aut-aut del Presidente americano Barack Obama: “se Teheran non manterrà i suoi impegni entro i prossimi sei mesi, gli Stati Uniti riprenderanno il programma di sanzioni dure e torneranno a fare nuove pressioni.“Come Comandante in capo-ha aggiunto Obama– mi assumo la responsabilità di voler raggiungere il risultato in modo pacifico evitando la corsa verso l’uso della forza”.“Rimane fermo-ha infine spiegato l’inquilino della Casa Bianca– il nostro impegno verso i nostri alleati, in particolare Israele e i nostri partner nel Golfo, che hanno buone ragioni per essere scettici sulle intenzioni di Teheran”.