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NUOVE SCOPERTE A POMPEI

Nel 79 d.C. l’eruzione del Vesuvio distrugge le città di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis, situate ai piedi del vulcano, i cui resti saranno rinvenuti solo a partire dal XVIII secolo. La data dell’evento eruttivo è in discussione da tempo, al punto che l’indecisione lascia spazio ad una lacuna; nonostante una lettera di Plinio confermi il 24 agosto, alcuni ritrovamenti sembrano contraddire la data estiva e orientarsi più su una giornata autunnale. Misteri che richiedono ancora numerosi studi e, soprattutto, un lungo lavoro di ricerca condotto sugli scavi archeologici con tecnologie all’avanguardia da un team di esperti, con la collaborazione degli amanti della cultura.

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I dettagli dei frammenti di vita racchiusi in quel giorno infausto emergono attraverso i reperti delle macerie riaffiorate grazie agli scavi che si susseguono ormai da decenni. Ciò che emerge sembra l’inizio di un film apocalittico, in cui i meccanismi che regolano il normale fluire della vita sulla Terra devono essersi inceppati: un terremoto comincia fragorosamente a bussare alle porte delle città che circondano il Vesuvio. Gli abitanti vengono assaliti da un’ondata di inquietudine e terrore, mentre il vulcano comincia ad eruttare nel pomeriggio rilasciando una nube soffocante e mortale che avvolge chilometri di spazio. Scappare è quasi impossibile, chi non muore a causa del materiale vulcanico è vittima delle frane piroclastiche: una morte terribile, che provoca la vaporizzazione del sangue con conseguente esplosione del cranio. Storie sotterrate da qualche metro di materiale vulcanico ma rimaste intatte e poi riscoperte negli anni a venire, come nel caso del Termopolio appena riportato alla luce, che descrive una breve ma interessante parentesi del modo di vivere di quel periodo, fatto anche di condivisione del buon cibo.

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Il Termopolio rappresenta un luogo in cui acquistare cibo, disposto in apposite giare, e raffigura frontalmente due germani appesi a testa in giù (un gallo e un cane al guinzaglio) e lateralmente una donna insieme ad un animale marino, simile ad un cavallo. La novità non risiede nella possibilità di acquistare cibo da asporto – già in uso in quegli anni – ma nei dipinti chiari e ben definiti che caratterizzano il Termopolio situato in zona Regio V. Inoltre, pare che le giare del Termopolio contengano ancora gli alimenti presenti al momento dell’eruzione e che all’interno della bottega ci siano i resti di due uomini. Insomma, una scoperta più unica che rara, la quale segue quella che vide protagonisti due uomini intenti a scappare, fossilizzati direttamente sul terreno da materiale vulcanico; l’uno è probabilmente benestante, ben vestito e di buona salute, l’altro indossa indumenti meno pregiati e presenta uno schiacciamento delle vertebre tipico di chi affronta quotidianamente lavori pesanti, perciò si ipotizza che siano padrone e schiavo. Pompei, in fondo, è una scoperta continua che caratterizza un patrimonio storico e umano di interesse e necessità globale, appartenente a tutti e a ciascuno, perché la cultura è presente, passato e futuro. La cultura è vita.

Data:

26 Dicembre 2020