Fa sempre una certa impressione sentire notizie che parlano del passaggio di asteroidi nelle vicinanze del nostro pianeta. Le prime immagini che ci vengono in mente sono quelle di film apocalittici che narrano di cataclismi dallo spazio e stravolgimenti ambientali della Terra, causati proprio dall’ingresso nell’atmosfera terrestre di un grosso asteroide come nel kolossal “Armageddon- Giudizio finale” diretto da Michael Bay nel 1998. Per fortuna tutto questo, fino a oggi, sono episodi accaduti solo nelle fiction. La scienza, comunque, continua a studiare tutto ciò che avviene nell’Universo, ovvero: uno spazio infinito costituito da materia, energia, pianeti, galassie e asteroidi. Qualche giorno fa alcuni osservatori hanno catturato le prime immagini dell’asteroide dal diametro di circa un chilometro e mezzoche il 29 aprile passerà vicino alla terra. Gli scienziati hanno stabilito che la distanza di sicurezza è pari a 16 volte quella che separa il nostro pianeta dalla Luna.
Ma cos’è un asteroide? Dal sito dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), si legge che «Gli asteroidi sono piccoli corpi rocciosi, residui di ciò che è rimasto inutilizzato durante la fase di formazione dei pianeti, circa 4,5 miliardi di anni fa. Spesso vengono definiti anche ’pianetini’.» L’asteroide “1998 OR2” (questo è il nome scientifico), è stato fotografato anche dall’astrofisico italiano Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope con sede a Ceccano. “1998 OR2 rientra nella categoria degli asteroidi potenzialmente pericolosi, cui appartengono gli asteroidi dal diametro superiore a 140 metri e con un’orbita che li porta a sfrecciare entro 7,5 milioni di chilometri dalla Terra”, ha detto Masi all’ANSA. L’asteroide, ha aggiunto, “si avvicinerà alla una distanza sicura di ben 6,3 milioni di chilometri”.
Ma i calcoli degli scienziati, sono sempre attendibili? Sempre sul sito dell’ESA, c’è scritto che «Quando si avvista per la prima volta un asteroide, se ne cerca di misurare la velocità e la posizione. Inizialmente questi dati sono molto incerti per cui è impossibile prevedere un’orbita certa […] Successivamente, con altre misure, è possibile migliorare la nostra conoscenza su velocità e posizione dell’asteroide: ma continua a rimanere impossibile calcolare l’orbita esatta. Ma al tempo stesso si fa più precisa la stima della probabilità che un asteroide passi in una certa zona di spazio piuttosto che in un’altra. Spesso accade quindi che la Terra rientri nella zona di spazio con una certa probabilità dopo le prime misure, ma che a successive misure questa probabilità si riduca di molto».
Pertanto, sarà l’occasione per gli astrofisici per osservare l’asteroide con più strumenti, da quelli ottici, termici fino ai radar: “Questo concerto di strumenti e tecniche osservative – ha aggiunto Masi – permette di fare un identikit completo delle proprietà fisiche dell’oggetto, ovvero dimensioni, periodo di rotazione e la percentuale di luce che riflette di quella che ricevere dal sole”. Per esempio, “le recenti immagini radar dell’Osservatorio di Arecibo a Porto Rico – ha detto il responsabile del Virtual Telescope – stanno evidenziando un diametro di almeno un chilometro e mezzo”. Per gli appassionati e i curiosi nostrani, “1998 OR2” continuerà a essere visibile anche nella fase di massimo avvicinamento. L’ora migliore, secondo Masi, “è quella tra il 28 e il 29 di aprile quando si troverà tra le stelle dell’Idra, a Sud della costellazione del Leone, mentre l’orario ideale sarà tra le 21,30 e 22,00, quando l’asteroide si troverà a 25 gradi di altezza in direzione sud sud ovest e basterà anche un piccolo telescopio o buon binocolo per poterlo osservare”. Occasione da non perdere, altrimenti toccherà aspettare il 2079 per osservare un asteroide sfrecciare sfiorando la Terra.