Gentile dott. Raffaele Piccinonno, il ministero della salute non è stato insensibile al bisogno delle persone con disabilità nei confronti delle cure odontoiatriche. Qual è la sua opinione in merito?
In effetti ha ragione, perché con il decreto dirigenziale del 24 maggio 2012 dell’allora Capo Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione fu istituito il GTO (gruppo tecnico dell’odontoiatria). Successivamente il Ministro Lorenzin ritenne opportuna la continuazione dell’attività per un più ampio periodo di tempo. Il 15 marzo 2018 la prof.ssa Strohmenger fu incaricata, con il GTO, di redigere un documento riguardante l’Odontoiatria di comunità: furono istituite linee guida sulla vulnerabilità sociale e sanitaria. Alla stesura di questo importante documento ha contribuito la S.I.O.H.( Societa di Odontoiatria per l’Handicap) che è l’unica società scientifica nel nostro paese che si occupa di odontoiatria nelle persone con disabilità e vulnerabilità sanitaria.
Che ruolo svolge attualmente presso la struttura ospedaliera?
Sono il Responsabile della Unità Operativa di Odontoiatria e Stomatologia del P.O. “V.Fazzi” e Coordinatore provinciale SIOH.
Chi è il paziente “special needs”?
Il paziente special needs è colui che richiede tempi e modi diversi dalla normale routine e che, quando non collaborante, necessita di un ambiente operativo opportunamente attrezzato e di personale medico ed infermieristico adeguatamente formato.
Tutto ciò è possibile presso il “Vito Fazzi” di Lecce?
Nel P.O. “V.Fazzi”, l’Unità Operativa di Odontoiatria e Stomatologia sta attivando una serie di servizi e prestazioni aggiuntive esclusivamente dedicate alle fragilità sanitarie, con l’implementazione di personale medico. La delibera n°2791 del dicembre 2018, voluta dal Direttore Generale della nostra Asl, dott. Rodolfo Rollo, istituisce una équipe di cinque medici odontoiatri, personale infermieristico, un igienista per l’attivazione di ambulatori dedicati a diagnosi e trattamenti rivolti alle fragilità sanitarie.
Quando, come spesso accade nei pazienti con handicap, le condizioni ottimali non sono rispettate, come procedete?
Ricorriamo alla sedazione assistita o alla narcosi, con l’ausilio di anestesisti. È prevista attività di day surgery o one day surgery per i pazienti non collaboranti. La valutazione è risultato di un percorso di accesso e di accoglienza con una “corsia preferenziale” in modo da ridurre i tempi di attesa.
Dopo la vostra adeguata valutazione si procede alla terapia. I tempi della cura e terapia prevedono lunghe attese?
Purtroppo questa è una nota dolente: le prestazioni non sono garantite in tempi ragionevoli,vista anche l’affluenza dalla provincie di Brindisi e Taranto: il nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera consentirà maggiore autonomia e implementazione delle sedute di anestesia generale dedicate.
Se l’obiettivo è la riduzione dei tempi delle prestazioni, come riuscite a garantire interventi complessi?
Gli intereventi complessi sono da eseguirsi sempre ed esclusivamente in regime di ricovero in anestesia generale. Le nuove attività riguardanti dispositivi protesici dentari (fissi e mobili), richiedono particolare impegno e collaborazione rivolta anche alle persone che si prendono cura del paziente con disabilità. Con la professionalità, che i singoli casi comportano, si cerca di profondere sempre il massimo impegno per raggiungere i risultati sperati. Basta considerare i pazienti alla stregua di tutti gli altri e farli rientrare nella routine anche se, fuori dubbio, non sarebbero nate strutture dedicate se non fossero rivolte a pazienti verso i quali deve essere rivolte maggiori attenzioni e dedizione.
Nella struttura si effettua anche implantologia?
Certamente, ma rivolta esclusivamente a pazienti con disabilità: ogni intervento utile a ristabilire la salute orale e funzionale dell’apparato odontostomatognasico deve essere utilizzato. Dopo la valutazione iniziale e la progettazione degli interventi finalizzati al risultato finale, concordato con il paziente e i familiari, si calendarizzano gli appuntamenti impegnando tutte le figure professionali sul campo.
Riguardo ai dispositivi protesici, quali sono i costi per il paziente che afferisce alla struttura?
Ovviamente i costi variano in base alla tipologia di dispositivo concordato: il paziente concorre alla sola spesa protesica, con tariffari calmierati.
Al “Vito Fazzi” di Lecce si trattano solo pazienti con handicap?
Certamente no. Afferiscono pazienti collaboranti che per motivi multifattoriali e di comorbilità sono inviati dai medici operanti sul territorio. Mi riferisco a pazienti in terapia anti coagulante che molti colleghi non curano presso i propri ambulatori; pazienti con allergie manifeste che necessitano delle competenze ospedaliere per possibili complicanze; pazienti affetti da neuropatie, cardiopatie complesse. Inoltre pazienti affetti da malattie rare, disordini genetici, neurolettici, ecc.
Si eseguono anche interventi di chirurgia orale che negli studi professionali non rappresentano la routine?
Certamente. Neoformazioni del cavo orale, voluminose cisti odontogene, disinclusione di terzi molari, agganci ortodontici di elementi dentari inclusi, chirurgia dei tessuti molli ed altro ancora fanno parte del lavoro quotidiano in ospedale. Per la chirurgia si ricorre talora alla anestesia generale quando gli interventi in anestesia locale non possono essere eseguiti a causa di tempi particolarmente lunghi, o per traumatismo e quindi assenza di confort che ci sarebbe in seduta locale.