Ci insegnano sin da piccoli l’importanza del 27 gennaio, un giorno atto a ricordare e a formarci come esseri umani, a farci comprendere quanto in là possa spingersi la crudeltà dell’uomo.
La Giornata della Memoria non è solo un modo per informarci dell’esistenza di una delle pagine più buie della nostra storia, non è finalizzata solo a farci provare compassione verso le vittime della Shoah, è anche, e soprattutto, una lezione da imparare. È quel qualcosa che dovremmo ricordare tutti i giorni e che dovrebbe far crescere in noi una morale di rispetto, benevolenza ed empatia verso il prossimo.
Sentimenti che, oggi come allora, non tutti riescono a concepire.
Arriviamo alla Giornata della Memoria e ne parliamo come se fosse una cosa ormai passata, una ferita ancora aperta, certo, ma che una volta inflitta non farà altri danni. Eppure ancora oggi termini come “razzismo”, “omofobia” e “intolleranza religiosa” sono all’ordine del giorno. Quante persone sono state picchiate e addirittura uccise in nome di quest’odio immotivato che corrode la nostra società un pezzo alla volta?
Studiamo la storia dimenticandoci che anche noi ne stiamo costituendo una parte, ci indigniamo davanti ai racconti dello sterminio avvenuto nella seconda guerra mondiale, ma poi stiamo zitti davanti alle piccole grandi ingiustizie che vediamo e commettiamo quotidianamente.
Gli eventi possono ripetersi, anche quelli che sembrano troppo distanti da noi perché possano accadere. Quindi quest’anno, come tutti gli altri, oltre a ricordare dovremmo cercare di acquisire qualcosa da ciò che è accaduto.
L’unico modo per non dimenticare è far si che il ricordo di ciò che è stato ci ferisca abbastanza da farci diventare migliori.