Sono 15.511.157 i casi di contagio da Coronavirus nel mondo, stando al bilancio aggiornato dal Resource Center della Johns Hopkins University. I morti da Covid-19 a livello globale sono stati 633.425. Gli Stati Uniti restano il paese più colpito, con 4.038.864 infezioni e 144.305 decessi
Una diffusa vaccinazione contro il coronavirus potrebbe iniziare a metà del prossimo anno. Lo ha detto Soumya Swaminathan, scienziata capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, esprimendo un cauto ottimismo sul processo di ricerca e sviluppo di un vaccino contro Covid-19. “Ora abbiamo oltre 20 candidati in studi clinici. Quindi speriamo che un paio di questi funzionino. Sarebbe davvero una grande sfortuna se tutti fallissero”.
“Dunque, ad essere molto concreti, nella metà del 2021 avremo un vaccino che potrà essere ampiamente utilizzato”, ha detto, aggiungendo: “Naturalmente è impossibile prevederlo” con certezza. Swaminathan ha affermato che la corsa globale allo sviluppo di un vaccino è stata “la più veloce mai vista finora”, osservando che sono passati solo tre mesi dalla pubblicazione della sequenza genetica del virus, a gennaio, e l’inizio del primo studio. Il nuovo coronavirus è stato rilevato per la prima volta a Wuhan, in Cina, alla fine dell’anno scorso. Da allora si è diffuso in quasi ogni angolo del globo, uccidendo oltre 600.000 persone e infettandone più di 14 milioni. “Abbiamo bisogno di un vaccino che offra una protezione del 70% circa e che sia sicuro”, ha aggiunto Swaminathan.
Vari studi hanno mostrato che i livelli di anticorpi sembrano diminuire rapidamente dopo l’infezione. “Il fatto che gli anticorpi neutralizzanti scompaiano non significa che l’immunità sia scomparsa. Le diverse modalità di immunità contro questo virus – aggiunge l’esperta alla Dpa – non sono state ancora scoperte. Ci sono anche segnalazioni che indicano che la risposta immunitaria mediata dalle cellule T può essere abbastanza importante. Inoltre si sviluppano alcune cellule di memoria. Queste possono essere riattivate quando vengono nuovamente esposte al virus e inducono una risposta immunitaria”.
Insomma, “stiamo ancora imparando. Quello che sappiamo è che la maggior parte delle persone sviluppa anticorpi, sviluppa cioè l’immunità. Questa è una buona cosa da sapere, e ci dà la speranza che un vaccino possa ottenere l’immunità” contro la malattia. “Finora – conclude – non abbiamo sentito parlare di casi in cui vi è una seconda infezione”.
Sono 252 (ieri erano 306) i nuovi casi di Coronavirus e 5 i decessi (il numero più basso da febbraio) registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Lo rende noto il ministero della Salute. Sale così a 35.097 il totale dei decessi, mentre il numero dei casi totali è di 245.590. In tutto sono 12.301 (-103) gli attualmente positivi: 713 sono ricoverati con sintomi, 46 (-3) in terapia intensiva e 11.542 in isolamento domiciliare. Nelle ultime 24 ore si registrano inoltre altri 350 guariti, per un totale di 198.192. Soltanto due Regioni, Valle d’Aosta e Basilicata, non hanno registrato nuovi casi da ieri. L’incremento più alto è in Emilia Romagna con 63 nuovi positivi, seguita dalla Lombardia con 53 e dal Veneto con 30.
“A livello nazionale, si osserva una leggera diminuzione nel numero di nuovi casi” di Covid-19 “diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto superiore di sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale 0,95, sebbene sia maggiore ad 1 nel suo intervallo di confidenza maggiore. Questo indica che la trasmissione nel nostro Paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane”. Lo riferisce il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’epidemia di coronavirus Sars-CoV-2 in Italia, riferito al periodo 13-19 luglio.
“Nove regioni/province autonome – si legge nell’analisi – hanno avuto un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente, che non può essere attribuito unicamente a un aumento di casi importati. Va tuttavia precisato che in alcune di queste regioni/pa, seppure in aumento, il numero complessivo dei nuovi casi diagnosticati è molto basso (inferiore a 10 casi diagnosticati a settimana o con incidenza settimanale inferiore a 1/100.000). In nessuna di queste regioni/pa sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari e i focolai presenti sono prontamente identificati e indagati”.
“Le stime Rt tendono a fluttuare in alcune regioni/province autonome – si legge ancora – in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. Si osservano pertanto, negli ultimi 14 giorni, stime superiori a 1 in 6 Regioni dove si sono verificati recenti focolai. Persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali. Seppur in diminuzione, in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante”.
Dunque “sebbene le misure di lockdown in Italia abbiano permesso un controllo efficace dell’infezione da Sars-CoV-2, al momento – segnala il monitoraggio – siamo in una situazione di trasmissione stazionaria a livello nazionale in cui persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, talvolta associati all’importazione di casi da Stati esteri”.