Superati i quattro milioni di casi di coronavirus nel mondo. Secondo il conteggio della Johns Hopkins University, se ne contano in totale 4.004.224, di cui 1.305.199 negli Stati Uniti. Seguono Spagna, con 222.857 casi, Italia con 218.268 e Regno Unito con 216.525. Sono poco meno di 278mila – 277.860 – i morti. Il maggior numero di decessi si registra negli Stati Uniti con 78.469 vittime, seguiti da Regno Unito, con 31.662, Italia, con 30.395, Francia, con 26.313 e Spagna, con 26.299.
“Complessivamente in tutto il mondo sono stati lanciati circa 50.000 studi clinici per studiare una risposta terapeutica alla pandemia da Covid-19. L’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) aveva lanciato un appello alla centralizzazione delle risorse per evitare l’eccessiva dispersione di energie ma è chiaro che solo qualcuno ci ha ascoltato”. Lo ha affermato il direttore esecutivo dell’Ema, Guido Rasi, questa mattina a ’Caffè Europa’ su Rai Radio1, sottolineando che “a livello europeo le cose sono migliorate ma scontiamo la mancanza di una struttura centralizzata che autorizzi gli studi clinici” e dunque – sostiene – “la dispersione è inevitabile”.
Nell’anniversario della dichiarazione Schuman che ha segnato il primo atto concreto dell’integrazione europea, Rasi ha auspicato la “nascita di un’agenzia centralizzata per la ricerca europea” che “sarebbe una risorsa formidabile per tutto il Continente, sulla falsariga delle strutture già esistenti in Usa e Giappone”, ha detto.
Il totale delle persone che hanno contratto il virus è 218.268, con un incremento rispetto a venerdì (8 maggio) di 1.083 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 84.842, con una decrescita di 3.119 assistiti rispetto a ieri. Sono i dati diffusi dalla Protezione civile sul contagio da coronavirus.
Tra gli attualmente positivi 1.034 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 134 pazienti rispetto a ieri. 13.834 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 802 pazienti rispetto a ieri. 69.974 persone, pari al 82% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a venerdì (8 maggio) i deceduti sono 194 e portano il totale a 30.395. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 103.031, con un incremento di 4.008 persone rispetto a ieri. Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 30.262 in Lombardia, 13.934 in Piemonte, 7.401 in Emilia-Romagna, 5.877 in Veneto, 4.448 in Toscana, 2.982 in Liguria, 4.345 nel Lazio, 3.230 nelle Marche, 1.965 in Campania, 830 nella Provincia autonoma di Trento, 2.729 in Puglia, 2.080 in Sicilia, 869 in Friuli Venezia Giulia, 1.676 in Abruzzo, 473 nella Provincia autonoma di Bolzano, 111 in Umbria, 550 in Sardegna, 118 in Valle d’Aosta, 612 in Calabria, 145 in Basilicata e 205 in Molise.
Venrdì 8 maggio è stato “uno di quei giorni in cui la grande ritirata di Sars-CoV-2 dall’Italia appare molto evidente. Infatti è calato, per il 26esimo giorno consecutivo, il numero totale dei ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 (da 1.311 a 1.168, quindi di ben 143 unità)”. Una “discesa costante da diverse settimane” e “continua a scendere anche il numero dei ricoveri ospedalieri totali (da 15.174 a 14.636, quindi di 538 unità). Il virus si ritira, non ci sono dubbi, ed è una cosa buona, anzi ottima, ma a maggior ragione non possiamo calare le braghe proprio adesso”. E’ il monito lanciato su Facebook dal virologo Guido Silvestri, scienziato italiano che negli Usa insegna alla Emory University di Atlanta.
Nelle sue ’pillole di ottimismo’ quotidianamente postate sul social network, l’esperto invita a non abbassare la guardia: “Confesso che ieri sono rimasto molto deluso a vedere certe fotografie della cosiddetta movida ai Navigli milanesi. Sono contento che ci sia stata una pronta reazione delle forze dell’ordine e speriamo di non dover più vedere certe scene, almeno fino a quando non siamo arrivati vicino a quota zero”.
Quanto alle previsioni per il futuro, Silvestri spiega: “Non mi convincono le previsioni (e, soprattutto, le previsioni funeste) fatte senza rendere conto di quanto sia alta la possibilità di eventi che cambiano improvvisamente le carte in tavola. Nel caso di Sars-CoV-2 ce ne sono diversi, alcuni possibilissimi”.
Per esempio, “il virus potrebbe andare incontro a una riduzione notevole della sua capacità di causare malattia. Oppure si potrebbero trovare delle terapie efficaci più rapidamente del previsto” o potrebbe accadere che “uno dei vaccini più promettenti tra quelli che stiamo testando faccia il classico gol con un tiro al volo da trenta metri. Per non parlare, ovviamente – conclude – dell’assoluta impossibilità di immaginare quello che succede nella testa dei politici che prendono decisioni in materia sanitaria”.