A Rosciano e a Pescara oggi è lutto cittadino. “Questa terra dove Cristopher è morto è una terra che non ci appartiene, non ci può appartenere. Mi sono capitati, durante la vita sacerdotale, 7 bambini morti nel terremoto di San Giuliano di Puglia, ma anche questo ora è molto difficile. Mi sono fatto esame di coscienza… La responsabilità di un atto così violento, di una morte così precoce, 17 anni… un po’ meno, chi se la porta addosso? Chi ha compiuto i gesti che non doveva compiere, certo, ma credo sia il momento di riflettere per un’assunzione di responsabilità collettiva. Se avvengono questi fatti, se i ragazzi diventano incontrollabili, è una responsabilità che tutti dobbiamo assumerci, non puntare il dito l’uno contro l’altro. La responsabilità non è solo di una persona o di una realtà… Non si abbandonano i ragazzi… non può essere così. Istituzioni, scuola famiglia, Chiesa, tutti debbono avere un sussulto di responsabilità. Queste cose non sono giustificabili, non sono comprensibili. La presenza di tanti ragazzi qui; tanti fiori portati, anche oggi, nel luogo dove è morto Cristopher, vuol dire che si può avere un sussulto di umanità e un sussulto di verità, un sussulto che deve far cadere le armi da mani violenti, che deve far allontanare la droga”, le parole dell’arcivescovo. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Traduci