L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha confermato 307.930 nuovi casi di Covid-19 nel mondo nelle ultime 24 ore. Si tratta del numero di contagi più alto registrato in un solo giorno dall’inizio della pandemia. Il precedente record era stato segnalato il 6 settembre, quando erano stati riportati 306.857 casi.
Salgono così a 28.637.952 i casi totali segnalati.L’Oms ha invece aggiornato a 917.417 il totale delle persone che hanno perso la vita nelle ultime 24 ore a causa del coronavirus.
Il totale dei contagiati sale a 287.753.Le vittime a 35.610 da inizio emergenza.In aumento le persone con coronavirus ricoverate in terapia intensiva: attualmente sono 187. Sono 9.818.118 i tamponi fatti in Italia da inizio emergenza. 38.509 le persone attualmente positive. Sono invece 213.634 le persone guarite da inizio emergenza.
Anche oggi nessuna regione è risultata a zero contagi. In testa la Lombardia dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 265 nuovi casi, a seguire Emilia Romagna e Lazio (entrambe con 143) e Veneto (142).
Questi i dati diffusi dal Ministero della Salute e consultabili sul sito della Protezione Civile.
La risposta all’infezione da Sars-CoV-2 varia da persona a persona, con alcuni pazienti che sviluppano sintomi più gravi di altri. Le ragioni delle differenze, osservate nella gravità della malattia Covid-19, sono per lo più ancora sconosciute. In un articolo pubblicato da ’Cell Systems’, due ricercatori del Centro di complessità e Biosistemi dell’Università di Milano, Caterina La Porta e Stefano Zapperi, hanno dimostrato che il riconoscimento immunitario della Sars-CoV2 differisce molto da persona a persona e potrebbe quindi spiegare perché si possa rispondere in modo diverso al virus.
Quando una cellula è infettata da un virus, espone sulla sua superficie frammenti delle proteine virali, o peptidi, in associazione con molecole Hla (Antigene leucocitario umano). Esistono due classi di molecole Hla: classe I e classe II. Le molecole Hla di classe I sono esposte sulla superficie di tutte le cellule nucleate e innescano l’attivazione delle cellule T che poi distruggono la cellula infetta. Le molecole Hla differiscono da individuo a individuo, così come la loro capacità di legare i frammenti virali e di esporli sulla superficie della cellula.
Nel loro lavoro, gli autori hanno utilizzato reti neurali artificiali per analizzare il legame dei peptidi Sars-CoV-2 con le molecole Hla di classe I. In questo modo, hanno identificato due serie di molecole Hla presenti in specifiche popolazioni umane: la prima serie mostra un debole legame con i peptidi del virus, mentre la seconda mostra un forte legame e una forte propensione per le cellule T.
Stefano Zapperi, professore del dipartimento di Fisica, spiega che “le reti neurali artificiali sono in grado di analizzare enormi quantità di dati sperimentali accumulati nel corso degli anni sulle affinità di legame Hla per produrre nuove previsioni per la Sars-CoV-2”.
“Il nostro lavoro offre un utile supporto per identificare la suscettibilità individuale alla Covid-19 e illustra un meccanismo alla base delle variazioni della risposta immunitaria alla Sars-CoV-2”, continua Caterina La Porta, docente di Patologia Generale presso il dipartimento di Scienze e politiche ambientali, che conclude: “Questo lavoro apre interessanti prospettive per un pre-screening della popolazione per sviluppare strategie preventive”.