Essere soli a passeggiare mentre la luna ti sorride fa sentire di essere un mortale, misero ma privilegiato! E’ capace di essere sola con se stessa la persona socializzata, che ha dentro l’animo, nel suo mondo psichico,un gruppo di “altri” in armonia fra loro: personaggi della mente che interagiscono non per farsi guerra ma per costruire insieme, sulla base delle Pulsioni di Vita che hanno la meglio sulle Pulsioni di Morte integrandole, dimore serenamente abitabili alla luce della Luna che sorniosamente sorride.
I commenti:
Maria Casalanguida: Strabiliante l’idea dell’uomo che passeggia da solo mentre la luna guarda il mondo. La sua mente è libera, luminosa, serena. le sue braccia si aprono in un abbraccio intenso agli Altri, alla Vita;
Carla Malerba:Leggo il pensiero di Nunzio Lucarelli e mi trovo di fronte allo stato d’animo di un individuo che si sente, durante il plenilunio,”misero, ma privilegiato.” Apparirebbe una dicotomia, ma si può pensare che la miseria si riferisca alla natura limitata dell’ uomo e il privilegio alla capacità di interagire con i suoi simili. La ricchezza che così si acquisisce richiama Ungaretti (il mio supplizio è quando non mi credo in armonia) Essere mortali è sempre e comunque un privilegio poiché l’armonia rimanda a quel senso di condivisione costruttiva della leopardiana Ginestra. Come il Leopardi titanico di Binni che si erge col concetto di “social catena” contro “un secolo superbo e sciocco” , nel pensiero di Lucarelli scorgo un uomo che partendo da una interiorità generata nel fare sociale costruisce”dimore serenamente abitabili”;
Fabrizio Oddi:”Essere soli”, vale a dire la solitudine “scelta”, è situazione ben diversa dal “sentirsi soli”, trattandosi in tal caso di una solitudine imposta, non voluta, o sentita come tale. Situazione quest’ultima verificabile anche in mezzo ad una miriade di persone. “Stare soli” con sé stessi, e dunque accettarsi senza remore e senza infingimenti, con le proprie qualità e debolezze, sapersi mettere a nudo, è anzi importante. Trovare dei propri spazi di quiete, per saper stare con e affrontare gli altri, trovando quelle “pulsioni” positive che consentano di vivere in modo pieno la nostra vita e non subirla. Ecco allora che anche il paesaggio, naturale o cittadino, in questa solitudine “positiva” è fonte di ispirazione e di energia, in noi stessi, in chi ci è accanto o più in generale negli altri, nel futuro.