Martedì scorso il Parlamento Europeo ha ospitato un’importante audizione pubblica sulla situazione dei diritti umani a Cuba, organizzata dalla Sottocommissione per i Diritti dell’Uomo (DROI). All’evento hanno partecipato esponenti dell’opposizione cubana, che hanno denunciato le persistenti violazioni dei diritti fondamentali nell’isola caraibica, attirando l’attenzione delle istituzioni europee su un tema sempre più drammatico.
Tra i protagonisti dell’udienza vi erano Rosa María Payá, fondatrice della piattaforma civica Cuba Decide, e José Daniel Ferrer, storico attivista per i diritti umani e tra i più noti dissidenti del Paese. Le loro testimonianze hanno descritto un contesto allarmante, in cui la repressione politica, le limitazioni alla libertà di espressione e di associazione, e la detenzione arbitraria di cittadini restano pratiche diffuse e sistematiche. Cuba, hanno ricordato, detiene attualmente il triste primato di nazione con il maggior numero di violazioni dei diritti umani nell’intera regione delle Americhe.
Secondo il rapporto di Prisoners Defenders, aggiornato al gennaio 2025, sono attualmente detenuti nelle carceri cubane 1.150 prigionieri politici, tra cui 34 minorenni, alcuni condannati a pene fino a 23 anni di carcere. Solo nel 2024 sono state registrate oltre 1.500 violazioni dei diritti umani all’interno delle prigioni dell’isola: episodi di maltrattamenti, carenza di cure mediche, condizioni di vita degradanti e vere e proprie torture sono diventati elementi ricorrenti nella gestione carceraria del regime.
Uno dei casi più emblematici è quello di Manuelde Jesús Guillén Esplugas, prigioniero politico di 29 anni, morto nel dicembre 2024 nel carcere del Combinado del Este in circostanze ancora da chiarire. La famiglia ha denunciato evidenti segni di violenza sul corpo del giovane, smentendo la versione ufficiale che parlava di suicidio.
Particolarmente preoccupante è anche la condizione delle donne. Sempre secondo Cuba Decide, nel 2023 oltre il 45% dei casi documentati di persecuzione e vessazione riguardavano il genere femminile. Le forme di repressione segnalate includono torture, molestie, umiliazioni e continui atti di intimidazione, in violazione dei più elementari diritti umani.
L’Unione Europea ha più volte espresso la propria preoccupazione per la situazione cubana, attraverso risoluzioni del Parlamento Europeo che condannano apertamente la repressione dell’opposizione e la negazione delle libertà civili. Tuttavia, all’interno dei 27 Stati membri permangono posizioni divergenti: alcuni paesi prediligono un approccio diplomatico e di dialogo, mentre altri auspicano una linea più dura nei confronti dell’Avana.
Un forte impulso al dibattito internazionale è arrivato dal Forum Parlamentare Transatlantico per Cuba Libera, la cui ultima edizione si è tenuta nel novembre 2024 a Bruxelles. L’iniziativa, nata nel 2021, riunisce parlamentari di Europa, Stati Uniti, Canada e America Latina, insieme a membri della società civile, con l’obiettivo di sostenere il popolo cubano nella sua battaglia per la democrazia.
Durante l’incontro, è stata approvata una dichiarazione che chiede il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici cubani e invita la Commissione Europea a sospendere l’Accordo di cooperazione UE-Cuba, per la manifesta violazione della clausola sui diritti umani, ha dichiarato l’eurodeputato italiano Carlo Fidanza, tra i partecipanti al forum.
Anche in questa occasione, Rosa María Payá ha rappresentato l’opposizione cubana in esilio, ribadendo la necessità di un’azione internazionale più decisa e sistemica, capace di restituire speranza e libertà a un popolo che da troppo tempo vive sotto una dittatura.
(Interno foto di copertina: Rosa María Payá, credits: ADNCuba)