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ORA CHE LO SO – Lo smartphone: una realtà da cui difendere i bambini

Il 26% dei genitori fa usare autonomamente lo smartphone a bambini e bambine sotto i due anni, mentre il 35% delega ai dispositivi il compito, ad esempio, della lettura delle fiabe. E ancora: il 58,1% è la percentuale italiana di bambini e bambine, tra gli 11 e i 15 mesi, che usano computer, tablet o smartphone.

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Si tratta di una dinamica sui possibili rischi che genera allarme nell’opinione pubblica sensibile e consapevole oltre che nei medici pediatri. Mentre è allo studio l’associazione tra l’eccessivo utilizzo di queste tecnologie in età prescolare e la presenza di ritardi del linguaggio e disturbi cognitivi in molte ricerche si denuncia la produzione della riduzione della capacità di attenzione e l’aumento della difficoltà di concentrazione e comprensione nei bambini in età prescolare. Per non dire dei rischi per la salute psicofisica dei bambini esposti a un uso precoce perchè davanti a uno schermo non si consumano troppe energie e la possibilità di sviluppare sovrappeso e obesità in Italia stanno diventando un’emergenza nazionale.

Occorre un impegno congiunto da parte delle famiglie ma anche delle istituzioni. In questi giorni è partita da un’iniziativa dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Bergamo, la campagna ORA CHE LO SO, ideata e sviluppata da SpazioUau e Parole O_Stili, associazione che si occupa di promuovere l’utilizzo di un linguaggio non ostile online, in collaborazione con ATS Bergamo, Pediatri di famiglia Bergamo e il Garante per i diritti dell’infanzia e adolescenza del Comune di Bergamo.

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Oggetto della campagna è sensibilizzare gli adulti sui potenziali effetti dannosi dell’utilizzo dello smartphone da parte dei bambini sotto i 2 anni di vita.

Con lo slogan “Ora che lo so” (/oracheloso.bergamo.it), e attraverso una creatività multi soggetto, la campagna on e offline vuole porre l’attenzione su comportamenti comuni che spesso gli adulti mettono in campo nella relazione con i bambini, sulle conseguenze negative che quei gesti comportano, così come sulle consapevolezze che dovrebbero nascere una volta conosciuti i rischi e i disturbi derivanti dall’uso disinvolto dei device.

La cena con gli amici, il viaggio in auto o quel programma in tv che ci piace tanto

A quale genitore non è capitato di utilizzare lo smartphone come un babysitter moderno? Perchè in fondo aiuta a “tranquillizzare” i nostri bambini e le nostre bambine.

Ma è davvero così? 58,1% è la percentuale italiana di bambini e bambine, tra gli 11 e i 15 mesi, che usano computer, tablet o smartphone. Un uso precoce di dispositivi digitali contribuisce allo sviluppo di abitudini stimolo-risposta che compromettono la capacità di concentrazione e pazienza, alterando l’organizzazione della conoscenza e influendo negativamente sulle aree cruciali per lo sviluppo del linguaggio.

Ora che lo so, non ricorro a smartphone o tablet per superare il momento di difficoltà e da genitore sarò un supporto sicuro per fare esperienza con cibo e sapori.

L’allattamento, la ninna nanna per addormentarli, il momento della pappa

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Sono tutte occasioni per ottimizzare i tempi e fare quella chiamata rimandata da giorni o guardare quel video che hanno condiviso nella chat dei colleghi. Perché in fondo così non perdo ulteriore tempo prezioso.

Ma è davvero così? L’interruzione di una connessione tra bambini e genitori, persino con una telefonata di 30 secondi, può interferire con la funzione di rispecchiamento relazionale, influenzando così l’acquisizione dell’autoregolazione emotiva. In pratica, quando il bambino non ha una figura di riferimento a cui guardare per capire il mondo, può sviluppare una visione negativa degli eventi che gli si verificano intorno.

Ora che lo so, sono consapevole che il mio sguardo attivo e reattivo è importante per la sua crescita. Per questo disattivo le notifiche del mio smartphone, così da potermi dedicare appieno al mio ruolo di genitore.

L’allattamento è un momento fondamentale di relazione, evito di utilizzare schermi come tv, smartphone e tablet per intrattenermi. Preferisco la connessione tra noi due.

Parole O_Stili

Parole O_Stili, l’associazione Parole O_Stili è nata a Trieste nell’agosto 2016 con l’obiettivo di responsabilizzare e educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile. Promuove i valori espressi nel Manifesto della comunicazione non ostile e si rivolge a tutti i cittadini consapevoli del fatto che «virtuale è reale» e che l’ostilità in Rete ha conseguenze concrete, gravi e permanenti nella vita delle persone. Parole O_Stili lavora con le scuole, le università, le imprese, le associazioni e le istituzioni nazionali e territoriali per diffondere le pratiche virtuose della comunicazione in Rete, e per promuovere una consapevolezza diffusa delle responsabilità individuali.

Per maggiori informazioni su Parole O_Stili è possibile visitare il sito web: https://paroleostili.it/

Data:

11 Dicembre 2023