In alto i calici per le imminenti feste natalizie. Il vino sarà certamente protagonista sulle tavole degli italiani e degli intenditori di vino in tutto il mondo. Calice dopo calice, ci accorgiamo che accanto ai bianchi, i rossi e i rosati sta facendosi strada un colore inedito e innovativo sul mercato vinicolo: l’arancione. Gli Orange Wines, nati prima come produzione di nicchia in Friuli ed Istria, sono diventati l’ultima moda in Puglia, ma è boom di vendite anche in Australia, Francia, Usa e, soprattutto, Giappone.
Si tratta di un nettare arancione spento prodotto da uve bianche, la cui macerazione è molto prolungata. In questo modo il mosto in fermentazione rimane a lungo in contatto con le bucce dei chicchi d’uva, che producono i tannini e quel famoso colore arancione. È un vino che potremmo definire grezzo perché non filtrato, dal sapore aspro, perfetto per togliere untuosità al pesce crudo: forse questo è uno dei motivi per cui piace molto ai Giapponesi. Infatti è certamente un vino ideale per sushi e sashimi, ma ottimo anche abbinato a piatti della cucina brasiliana. Per capire quanto questo vino di color arancio stia spopolando tra gli chef di tutto il mondo bisogna sottolineare il suo grande successo anche in Francia. Il Paese d’Oltralpe non produce Orange Wines, ma tutti i grandi chef stanno abbracciando questa produzione introducendola nelle carte dei vini a prezzi che superano di gran lunga quelli dei bianchi. Fioccano poi gli ordini dagli Usa e dalla Germania.
Essendo un prodotto di nicchia, realizzato da piccole e medie imprese fuori dalle macro produzioni industriali, si può dire che sia un tipo di vino che prevede, nei tempi lunghi della sua produzione, sia il rispetto ambientale che una alto livello qualitativo. Un vino Bio interessante, che potrà certamente affiancare le produzioni tradizionali dei bianchi e dei rossi verso nuovi mercati e nuovi possibili consumatori. Un ottimo regalo per impreziosire pranzi e cene natalizie.