
L’Opera contro l’analfabetismo (di seguito Opera), istituita con RDL 28 agosto 1921, n. 1371, è stata fortemente voluta da Orso Mario Corbino, all’epoca ministro della Pubblica istruzione del Governo Bonomi. Ma chi è Corbino? Orso Mario Corbino (1876-1937), siciliano di Augusta, è un nome illustre della Storia d’Italia. Uomo dal genio poliedrico, è stato Fisico, Docente universitario, Scienziato, Manager pubblico e privato, Senatore e Ministro. Ha svolto tutti questi lavori in modo egregio, anteponendo sempre l’interesse collettivo al proprio. Si è contraddistinto per essere stato coerente con le proprie idee in momenti politici difficili. E per avere, tra mille difficoltà economiche, tenacemente studiato fin da ragazzo per non disperdere il proprio talento che ha poi donato alla Comunità. Quest’ultima caratteristica è oggi da valorizzare, considerato che viviamo in un mondo dove l’io prevale sul Noi. È soprattutto ricordato per il contributo dato all’affermazione mondiale della fisica italiana con la creazione dei ragazzi di Corbino (Fermi, Rasetti, Segrè, Amaldi, Majorana, Pontecorvo, ecc.) che nel loro gergo scherzoso, gli avevano attribuito, con affetto e stima, il nomignolo di Padreterno.

Oggi, dove l’io prevale sul Noi (repetita juvant), è bene ricordare l’Opera perché si caratterizza per generosità e apertura verso il prossimo. L’Opera è coraggiosa e rivoluzionaria. Come tutte le innovazioni è contestata da tanti burocrati che la vedono con sospetto. Con l’Opera, lo Stato scende dal suo piedistallo, si toglie il suo abito grigio e la sua maschera burocratica, sorride e chiede umilmente aiuto ad Associazioni private efficaci ed efficienti, per ottenere la bonifica culturale di quelle vaste zone d’Italia, in cui mezzo secolo e più d’istruzione obbligatoria non avevano nè estirpato nè diradato la mala erba dell’analfabetismo. Augusto Monti (1881-1966), nel 1924, sulla rivista “La critica politica” commenta il Decreto Corbino: “Io non conosco nella legislazione scolastica italiana, un documento legislativo più semplice, più snello, più pratico, più liberale e più rivoluzionario di questo decreto Corbino sull’Opera contro l’analfabetismo”. Corbino comprende che per ridurre la piaga dell’analfabetismo, che in alcune zone del territorio nazionale ha percentuali che oggi si riscontrano solo nei più poveri Paesi africani, si deve creare una sinergia tra lo Stato e quelle Associazioni filantropiche che operano da anni con successo. E, inoltre, creare una sinergia tra le stesse Associazioni. Ecco alcuni dati sulla percentuale di analfabeti nel 1920: Puglia 59%, Basilicata 65%, Calabria 70%. Nei piccoli comuni di Pietrapaola e Goni, rispettivamente, 88% e il 95%. Un secolo dopo, in base ai dati ISTAT del 2020, gli analfabeti in Italia sono lo 0,6% della popolazione.

L’amministrazione dell’Opera è affidata a un Comitato composto da otto membri. Quattro di nomina ministeriale, in rappresentanza degli Enti sovventori: due per il Ministero della Pubblica Istruzione, uno per il Ministero del Tesoro e uno per il Commissariato Generale dell’emigrazione. Quattro in rappresentanza delle quattro Associazioni, con personalità giuridica, delegate all’azione contro l’analfabetismo. Il presidente del Comitato è il Direttore generale dell’istruzione elementare. Il vicepresidente è un rappresentante delle Associazioni che le stesse individuano in Filippo Turati (1857-1932), il leader dei socialisti riformisti. Le Associazioni delegate sono: le Scuole per i contadini dell’Agro Romano e delle Paludi Pontine, create da Angelo Celli (1857-1914) e Giovanni Cena (1870-1917). La Società Umanitaria, anche in rappresentanza dell’Unione Culturale Popolare e della Federazione Nazionale delle Biblioteche. L’Umanitaria era sorta per merito del mecenate milanese Prospero Moisè Loria (1814-1892) e ha come referente Filippo Turati. Il Consorzio Nazionale di Emigrazione e Lavoro e, ultima ma non ultima, L’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (Animi), che ha come presidente onorario Pasquale Villari (1827- 1917), già Ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1913 denunciò nella “Nuova Antologia” la competizione per gli armamenti tra le nazioni europee come distruttiva, profetizzando quindi la prima guerra mondiale. Ogni riferimento alla situazione politica di oggi è puramente casuale. Il primo presidente, dal 1910 al 1917, è Leopoldo Franchetti (1847-1917) e poi, dal 1918 al 1922, Benedetto Croce (1866-1952), già Ministro della Pubblica Istruzione. L’Animi è nata sull’onda dell’emozione del terremoto di Messina, 1908, e tra i componenti più attivi e famosi ci sono Umberto Zanotti Bianco (1889-1963), Giustino Fortunato (1848-1932), Gaetano Salvemini (1873-1957) e Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938).Il Comitato stabilisce le zone d’azione di ognuna delle quattro Associazioni tenendo conto delle esperienze acquisite. Si interviene nelle 35 province che hanno il più alto livello di analfabetismo.

I criteri direttivi del piano di lavoro del Comitato sono due: avvicinare e fondere la scuola con la regione e dare alla scuola il massimo della libertà col massimo di responsabilità. Responsabilità è la parola chiave per l’Opera, come si evince dalla relazione consuntiva del Comitato direttivo per l’a.s.1921/22: “L’ordinamento dell’azione dell’Opera ha stabilito in forma precisa il principio di responsabilità per tutti coloro che in essa agiscono, dall’insegnante che deve essere forza attiva, se vuol godere il beneficio morale e materiale della sua opera, agli organi tecnici, cui è commessa la scelta delle sedi e degli Insegnanti e la direzione e la vigilanza sull’azione dei medesimi, alle Autorità locali e alle popolazioni, che dalle cure e dalla diligenza di cui confortano le scuole traggono maggiore o minore sollecitudine nell’ottenere mantenuto ed ampliato il servizio scolastico da parte delle Associazioni delegate, alle Associazioni stesse, che soltanto dalla regolarità e bontà e serenità della loro azione scolastica possono mantenere a sé l’onorifico e difficile incarico, revocabile dopo un triennio di prova”. È bello che si accenna per i professori non solo al beneficio materiale ma anche al beneficio morale che ne ricavano quando compiono bene il proprio lavoro.

L’azione delle Associazioni si esplica con scuole diurne, serali e festive, definite dall’art. 8 del Decreto Corbino. Le scuole diurne, per alunni dai 6 ai 14 anni, con orario di 5 ore giornaliere e per un corso di circa 180 lezioni; le scuole serali, per alunni con oltre 12 anni di età, che per ragioni di lavoro non possono frequentare le scuole diurne, con orario di almeno 2 ore giornaliere; le scuole estive e festive, per corsi elementari, specialmente femminili, e per un programma integrativo di cognizioni utili alla vita professionale (industriale e agricola), con l’impiego di svariati mezzi didattici: film, letture, conferenze, ecc.. E con opera di diffusione di biblioteche popolari, fisse e circolanti. Nell’a.s.1921/22, la percentuale delle donne iscritte nelle scuole è la seguente: diurne, 37%; serali 5%; festive ed estive, 85%.Il compenso degli insegnanti varia in base alle ore di lezioni fatte e degli alunni promossi. Sono pagati, quindi, in base alla quantità e alla qualità di lavoro effettuato. Le Associazioni, sono autonome e regolano con i loro statuti e ordinamenti interni i rapporti economici, disciplinari, amministrativi.

Operano con la propria organizzazione, il proprio materiale, il proprio personale. I libri di testo sono scritti da tecnici e professori dell’Opera. Per i locali scolastici, l’arredamento, ecc. provvedono le Associazioni con il concorso dei Comuni, dei proprietari dei fondi, opifici, cantieri, ecc. Lo Stato interviene economicamente e mette a disposizione ispettori e direttori che favoriscono il dialogo tra gli Enti delegati. Si istituiscono Direzioni regionali col compito di propagandare l’Opera presso i Sindaci, le popolazioni, gli Enti e le Associazioni locali. È un grande successo. Le popolazioni hanno grande stima e simpatia per le scuole dell’Opera. Perché sono vicine ai bisogni delle famiglie e tengono conto degli usi locali. Perché le lezioni si svolgon nelle ore più comode per gli studenti. Perché tutti i professori dimorano sul posto. Perché i professori non si assentano. Perché non ci sono supplenti. Perché tutto il materiale scolastico è gratis per tutti gli alunni. Non è dato come una elemosina a pochi. Così Corbino: “In alcuni comuni l’intera popolazione andava a raccogliere la suppellettile scolastica con dimostrazioni festose…Comuni, e questo è veramente sintomatico, che pur avendo le proprie scuole si rivolgevano all’Associazione”. Nell’a.s.1921/22 sono attive 2589 scuole con 112.982 alunni. Nel 1922/23, 3680 scuole con 154.882 alunni. In totale, 6269 scuole con 267.864 alunni. Di questi superano gli esami finali 132.503. Per l’Opera è fondamentale la serietà degli esami. Così il regolamento interno: “Gli esami saranno semplici, rapidi, pratici, ma saranno rigorosi e seri. Sarebbe l’inganno più atroce, a danno della Scuola e a danno degli alunni, cioè del popolo se per calcolo d’interesse venissero rilasciati agli alunni certificati non meritati, cioè certificati falsi! Quali che possano essere state le particolari condizioni di ogni scuola, non si possono in nessun caso e per nessun motivo, promuovere alunni che non lo meritano, cioè che non siano capaci di superare la prova di esame. Questo sia bene inteso da tutti: dai Maestri, dagli alunni, dalle Autorità scolastiche che hanno ingerenza nella vita delle scuole dell’Opera; dalla stessa popolazione del luogo, che ha bene accolta la scuola serale ed ha capito che i suoi intendimenti sono veramente seri, e quindi attende che reali ne siano i benefici”. I corsi si chiudono con la consegna dei certificati di alfabetismo, per le prime e seconde classi o di proscioglimento per la terza classe. Con una cerimonia svolta alla presenza delle Autorità scolastiche e con larga partecipazione della popolazione. Ai migliori alunni diversi Comuni assegnano premi in denaro, in indumenti e in arnesi agricoli. Tra questi Comuni anche Augusta, il paese natale di Corbino. Sulla presenza femminile tra gli allievi, il Comitato scrive:” Le Associazioni dovranno intensificare la loro azione per l’istruzione delle donne, escogitando speciali ordinamenti scolastici, essendo troppo importante l’istruzione delle future madri”. È interessante notare che, secondo il Comitato, lo studio serve alle donne per poter meglio svolgere il ruolo di madre. Non si accenna al fatto che può servire anche per una migliore posizione lavorativa. Oggi, un secolo dopo, la situazione è capovolta. Infatti, il mantra per le donne è di studiare per affermarsi professionalmente e acquistare l’indipendenza economica. Non si accenna mai al fatto che una migliore cultura consente alle donne di svolgere meglio il ruolo di madre.
Adriano Olivetti

Una considerazione interessante del Comitato è quella sulle scuole che si costituiscono negli stabilimenti industriali:“…è assolutamente necessario che le ore d’insegnamento siano incluse in quelle dell’orario di lavoro e poste non alla fine della giornata lavorativa, quando l’operaio è stanco e desideroso di lasciare il luogo del lavoro, anche per materiali esigenze della vita; e che di esse, almeno una, sia a carico dei datori di lavoro, l’altra restando a carico dei lavoratori. Sarebbe da augurarsi che il ceto industriale desse al riguardo il più cordiale consenso e le maggiori facilitazioni. Del resto la stessa legislazione sul lavoro potrebbe intervenire, stabilendo l’obbligo di un tale servizio, che assume il carattere di servizio pubblico, al fine supremo della istruzione ed educazione delle masse lavoratrici, che è quello della maggiore e migliore produzione e quindi della prosperità e della dignità nazionale”. Chissà se Adriano Olivetti (1901-1960) ha letto questa considerazione pubblicata nella relazione consuntiva per l’a.s. 1921/22. Di certo, oltre trenta anni dopo, facendo prevalere il Noi sull’io, fa andare a braccetto cultura e lavoro. Introduce accanto ai reparti di produzione delle macchine da scrivere le biblioteche per i dipendenti e organizza numerosi eventi culturali per gli operai.
Epilogo
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti, con l’avvento del fascismo tutto cambia. Col Decreto legge 31 ottobre 1923, n.2410, si sopprime l’Opera e si istituisce il Comitato contro l’Analfabetismo. Inizia un’altra storia.