Giovedì 18 gennaio alle ore 18 presso il Circolo Unione di Augusta verrà presentato il libro di Andrea Vaccaro dal titolo ORSO MARIO CORBINO – Il padre dell’X FACTOR della Fisica (Kerayles editore). Dialogherà con l’autore il dottor Carmelo Scandurra della Società siracusana di Storia patria.
L’evento, attesissimo, fa parte di un vasto programma di presentazioni in molte città siciliane.
L’autore
Andrea Vaccaro, di professione ingegnere ha assunto incarichi di elevata responsabilità nella Pubblica Amministrazione. Da sempre appassionato di storia siciliana è un apprezzatissimo saggista. Non è un impegno da tutti coniugare la scrittura professionale e l’amore per la ricerca storica ma quello dell’autore è un vero talento che ha radici nella vasta cultura oltre che nella straordinaria capacità di saper scrivere: qualità che nel tempo hanno trovato sempre maggiori conferme. Andrea Vaccaro ha, infatti, collaborato per anni con il prof. Marco Simonotti, illustre docente universitario e storico punto di riferimento dell’Estimo italiano e pubblicato diversi articoli di carattere tecnico scientifico per “Il Sole 24 ore” che, com’è noto, è uno delle massime editrici tecnico-giuridiche. A sua firma sono stati pubblicati per International Web Post numerosi saggi. ORSO MARIO CORBINO – Il padre dell’X FACTOR della Fisica fa seguito ad un altro libro di successo “Talìa. Sguardi inediti sulla Sicilia, i siciliani e la sicilianità“ (Kerayles, 2022) scritto a quattro mani con Camillo BECCALLI.
Il libro
Il pregio del libro di Andrea Vaccaro è sapientemente espresso nelle parole di ALBERTO CORBINO Presidente della Fondazione Cariello Corbino che riporto integralmente .
Quando Andrea Vaccaro, prezioso amico di famiglia, mi ha usato la cortesia di coinvolgermi per una breve prefazione a questo suo ultimo lavoro, ammetto di aver avuto più di un’esitazione, non solo per una genetica ritrosia all’autocelebrazione, ma anche per due altri motivi. Il primo è il timore reverenziale nei confronti di Orso Mario Corbino, fratello di mio nonno Epicarmo, il cui genio e contributo al progresso di questa nazione è stato pari solo all’oblio in cui le Istituzioni – cosa ahimè non rara per le glorie del Paese – lo hanno da sempre condannato, trasformando persino “i ragazzi di Corbino” – come essi stessi si definivano – ne “i ragazzi di via Panisperna”. Il secondo è che mi riesce molto difficile aggiungere qualcosa di significativo a un volume così ben scritto, capace di racchiudere in poche, chiarissime pagine, una vita tanto laboriosa e complessa, inquadrandola perfettamente nei diversi contesti territoriali e storici in cui essa si è compiuta.
E, tuttavia, ho finito per accettare volentieri, perchè i debiti, in particolare quelli di gratitudine, vanno onorati. Infatti ad Andrea Vaccaro, e prima ancora a suo padre Giovanni, dobbiamo infatti numerosi saggi e articoli che hanno contribuito a risvegliare la memoria di questi due illustri fratelli siciliani, riuscendo così a promuovere una serie di recenti iniziative celebrative nella natìa Augusta e nella vicina Siracusa, proprio nel glorioso liceo scientifico intitolato alla memoria di Orso Mario.
Prenderò quindi spunto da una di queste iniziative durante la quale un signore del pubblico riuscì mirabilmente a sintetizzare il senso della partecipazione di Orso Mario ed Epicarmo ai vertici della vita istituzionale del Paese: “i Corbino sono stati chiamati a servire l’Italia nei tempi più difficili, quando servivano davvero gli uomini migliori”, evidentemente riferendosi alla partecipazione in governi della costruzione e della ricostruzione (post bellica) nazionale, tra gli anni ’20 e ’50 del secolo scorso.
L’accostamento tra i due fratelli non tragga però in inganno: mio nonno Epicarmo, più piccolo di quattordici anni, aveva una vera e propria venerazione per il fratello maggiore, come da egli stesso testimoniato nell’autobiografia “Racconto di una vita”, in cui così ricorda la Sua improvvisa e prematura scomparsa nel 1937: “la morte di Mario fu per me un colpo dal quale per molto tempo non riuscii a riprendermi. Abbandonai tutto: studio, libri, pianoforte … ”. Ricordo anche che un ritratto di un Orso Mario, in una lucida cornice di argento, era l’unica fotografia ammessa sulla grande scrivania del nonno, ingombra di libri e giornali, nel luminoso e sobrio studio di Napoli.
Nel leggere i numerosi saggi e le tante testimonianze su Orso Mario, credo si possano individuare, oltre a genialità e cordialità, due comuni denominatori: la coerenza e l’indipendenza di pensiero, testimoniate dalla non adesione al partito fascista, nonostante i suoi ruoli di altissima responsabilità istituzionale in quel regime; e il suo essere un vero maestro, capace di esaltare le doti del Suo giovane e geniale gruppo di lavoro, senza mai attribuirsene impropriamente meriti.
In ultimo, nonostante chi scrive sia un convinto sostenitore del primato dell’istruzione pubblica, credo sia utile ricordare una Sua intuizione, una creazione per così dire, durante la Sua breve esperienza di Ministro della Pubblica Istruzione del primo governo Bonomi (1921-22). Mi riferisco al decreto legge – citato in questo volume con dovizia di particolari – con cui, nel 1921, Egli istituisce l’Opera contro l’analfabetismo, che permetteva la collaborazione tra Stato e associazioni culturali private, apportando un forte contributo alla risoluzione di questo problema e, di conseguenza, al progresso civico della nazione. A mio avviso vi è, oggi come allora, la necessità di una politica pragmatica e fattiva che comprenda, affronti e risolva tempestivamente le emergenze del Paese.
Se lo studio della storia e delle grandi personalità che la plasmarono ha ancora un senso, questo sta proprio nel fungere da monito e da ispirazione per chi vive nel tempo presente, giovani donne e uomini che, con passione e sacrificio, possono immaginare e costruire un futuro degno di essere vissuto, per se stessi e per la comunità nazionale e mondiale.
Con queste parole di buon auspicio vi lascio, cari lettori, alla felice vena narrativa di Andrea Vaccaro, ringraziandolo ancora per questo dono.