Il suo nome è diventato sinonimo di pittura “moderna” e in quasi tutte le classifiche e sondaggi sulla notorietà dei pittori di tutti i tempi è saldo al quarto posto, dopo Leonardo, Michelangelo e testa a testa con Van Gogh: è Pablo Picasso.
Proprio pochi giorni fa, un’asta a Las Vegas ha dimostrato tutto il valore del pittore spagnolo: undici suoi quadri sono stati tutti venduti per un totale di 109 milioni di dollari.
Oltre che vivace e geniale pittore, Picasso fu grande “manager” di sé stesso e già in vita fu ricchissimo.
Molto prolifico (alcuni stimano che le sue opere siano state 120.000) attraversò diversi stili e “maniere” pittoriche.
Tradizionale, periodo rosa, periodo blu, cubista fino a formare il suo stile inconfondibile, libero, fantasioso e spontaneo.
Di sé dichiarò: “A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita a dipingere come un bambino”.
Sul dipingere come Raffaello è meglio evitare il paragone e anche sul dipingere come un bambino occorrono delle precisazioni.
Prendiamo una delle sue opere più celebri: “Les demoiselles d’Avignon”.
Un osservatore superficiale si lancerebbe nel consueto giudizio di righe messe a casaccio e concluderebbe con … “questo lo so fare anch’io”.
Picasso per arrivare a quel risultato utilizzò ben 806 schizzi e bozzetti, progettando il quadro fin nei minimi dettagli, consapevole di creare un’opera che avrebbe rivoluzionato l’arte.
E “Guernica”?
Quadro considerato composto di getto sotto l’onda dell’emozione del criminale bombardamento italo-tedesco, fu invece frutto di uno studio con oltre 50 schizzi preparatori, attingendo motivi a figure da Raffaello a Guido Reni a Goya.
Tutto questo con i bambini ha davvero poco a che fare, ma con un grande pittore sì. La freschezza e la spontaneità delle pennellate di Picasso erano frutto di una quantità di allenamento e lavoro impressionante, per raggiungere un obiettivo ben chiaro nella mente dell’artista.
Una frase di Picasso, forse più veritiera, recita: “Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere.”
E comprendere Picasso è comprendere la pittura.