L’Europa intera, da domenica 24 c.m., osserva la Nazione greca con occhi e consapevolezza completamente diversi di quanto faceva prima. In questa Nazione la sinistra di Alexis Tsipras ha vinto nettamente le elezioni. Il salvataggio di Atene è costato all’ Eurozona la mostruosa cifra di 195 miliardi di euro. In parte affluiti nelle casse pubbliche greche e per la maggioranza accantonati come garanzia per i fondi di salvataggio europei.
L’Italia, la nostra bella Italia, è esposta verso la Grecia per una cifra che si aggira intorno ai 40 miliardi di euro, se si considerano i prestiti bilaterali e le quote di partecipazione nel fondo salva-Stati Esm, nella Bce e nell’Fmi. Subito davanti al nostro Paese ci sono solamente la Germania (esposta per 60 miliardi) e la Francia (esposta per 46 miliardi). L’ammontare dei debiti della Grecia ammonta a 322 miliardi di euro, secondo i dati dello stesso Ministero delle Finanze greco resi pubblici alla fine del terzo trimestre 2014, sono per il 17% in capo a soggetti privati. Il 62% è in capo ai governi dell’Eurozona, il 10% all’Fmi e l’8% alla Bce mentre il restante 3% è custodito nella Banca centrale greca. I governi dell’Eurozona, tra prestiti bilaterali concessi in occasione del primo salvataggio nel 2010 e fondi elargiti attraverso l’Esm, sono esposti complessivamente per 195 miliardi di euro.
Inoltre hanno sostenuto la Grecia, in proporzione alle loro quote di partecipazione, anche attraverso la Bce, di cui l’Italia detiene il 12,3% del capitale e l’Fmi, di cui il nostro Paese è ’socio’ con il 3,2%. Alla fine, leggendo in trasparenza gli impegni, risulta più che verosimilmente che l’esposizione dell’Italia ammonta a circa 40 miliardi. Dietro il nostro Paese si colloca la Spagna con circa 26 miliardi, seguita dall’Olanda con circa 12 miliardi. Ma, Pantalone sapeva che mentre gli si stavano chiedendo sacrifici su sacrifici si regalavano soldi al Monte Paschi, alla Grecia e, chissà quando scopriremo le altre fonti di dispersione dei nostri sacrifici.