Se si parla di piramidi, viene immediatamente in mente l’Egitto, con i suoi magnifici giganti sorvegliati dalla Sfinge, silenzioso e perenne guardiano. A qualcun altro verranno in mente anche le piramidi del Messico, i sontuosi monumenti lasciatici dagli abitanti antichi di quelle terre, sterminati dalla cultura cattolica dei conquistadores. Ma le piramidi non sono esclusive di alcune zone del mondo, anche se in pochi lo sanno, ed i moderni metodi di esplorazione stanno rivelando verità sempre più coinvolgimenti e sconvolgenti.
In Cina, ad esempio, esistono oltre quaranta di queste costruzioni, realizzate secondo gli esperti durante la dinastia Han, quindi all’incirca risalenti al II secolo prima dell’era moderna; ma ne esiste una ancora più antica, di 4.300 anni fa, alta 70 metri e decorata con occhi e volti antropomorfi. Forse simboli religiosi, o segnali visibili dall’alto, attualmente ancora in fase di studio. In realtà si volevano tenere nascoste queste ciclopiche costruzioni, tanto è vero che non se ne trova testimonianza in alcun documento precedentemente al 191, anno in cui un agente di viaggio statunitense, F.M. Schroeder, ne parlò in un suo diario di viaggio, descrivendone l’avvistamento come inquietante. Sempre l’americano riferì che la sua guida, un monaco buddista, disse che le piramidi esistevano da almeno 5.000 anni, e che tutti le conoscevano. Poi se ne parlò nel rapporto fatto dal pilota della U.S. Air Force, J. Gaussman, il quale nel 1945 riferì di una gigantesca piramide bianca con alla sommità un materiale simile ad una gemma preziosa. Infine, una fotografia scattata nel 1947 dal colonnello della T.W.A., M. Sheahan, e pubblicata sul New York Times rivelò al mondo intero l’esistenza di questa struttura, nonostante gli archeologi cinesi continuassero a negare questa scoperta.
Ancora in Cina, ma più recente, è stata scoperta una nuova piramide, stavolta nel lago di Fuxian; anzi, parliamo di diverse enormi piramidi, oltre ai resti di una città di enormi dimensioni. Secondo alcuni esperti non ortodossi, la Cina sarebbe il paese dove esistono le piramidi di maggior dimensione al mondo, talmente imponenti da far sembrare quelle egiziane dei modelli in miniatura.
Ma in oriente esiste un’altra piramide, e precisamente in Giappone, al largo di Yonaguni. Scoperta nel 1986, questa struttura è stata oggetto di polemiche, e tuttora non è completamente chiarita la diatriba tra archeologi e studiosi, anche perché, trovandosi 25 metri sotto il livello del mare, la struttura non è facilmente identificabile e studiabile. Ma – perché c’è sempre un ma – ciò che preme sottolineare è come l’archeologia ufficiale si sia sempre messa di traverso rispetto a certe teorie, salvo accettare le eventuali verità in contrasto con la dottrina ufficiale senza mai fare un mea culpa. Dalla piramide sottomarina al largo delle Azorre a quella teorizzata sotto l’Antartide alla collina in Indonesia identificata come piramide nascosta, il nostro pianeta sembra nascondere queste strutture ovunque. E non si tratta di tempietti, ma di edifici imponenti, con una funzione ancora non stabilita. Ed è strano che non ci sia stato alcuno studioso che abbia evidenziato come le piramidi cinesi, quelle egiziane e quelle messicane siano disposte in modo molto simile, tutte rappresentanti la cintura di Orione. Può darsi si tratti di una coincidenza – d’altra parte gli antichi osservavano tutti le stelle, ed una forma piramidale può venire in mente come qualsiasi altra. Può darsi inoltre che l’imponenza e le dimensioni fossero dovute alla voglia di primeggiare, e cosa importa se per costruire questi colossi silenziosi bisognava trasportare blocchi enormi di pietra e calcare per distanze immense. Si può ipotizzare di tutto, ma a quanto sembra si preferisce relegare tutto al caso, seguendo i dettami della storiografia ufficiale. Ed intanto le piramidi stanno a guardare.