In un gesto simbolico di grande significato, Papa Francesco ha aperto la Porta Santa al carcere di Rebibbia, coinvolgendo così tutta la popolazione carceraria del mondo nel Giubileo della Speranza. Questo evento, unico nella storia dei Giubilei, ha avuto luogo il 26 dicembre 2024, nella Festa di Santo Stefano, Primo Martire. La cerimonia ha visto la partecipazione di detenuti, personale penitenziario e autorità, sottolineando l’importanza della speranza e della fratellanza anche nei luoghi di reclusione.
Il Significato della Porta Santa
La Porta Santa è un simbolo di misericordia e perdono. Tradizionalmente, l’apertura della Porta Santa avviene nelle basiliche maggiori durante l’Anno Santo, un periodo speciale di grazia e riconciliazione per i fedeli cattolici. Papa Francesco ha voluto estendere questo gesto di speranza e rinnovamento anche ai detenuti, scegliendo il carcere di Rebibbia come luogo per aprire la seconda Porta Santa del Giubileo 2025, dopo quella della Basilica di San Pietro.
La Cerimonia a Rebibbia
Il Santo Padre è arrivato alla casa circondariale di via Majetti alle 8:30 del mattino, accolto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Accompagnato dal vescovo ausiliare di Roma, mons. Benoni Ambarus, Papa Francesco ha varcato la Porta Santa a piedi, un gesto significativo rispetto all’apertura della Porta Santa a San Pietro, avvenuta sulla sedia a rotelle.
Il Messaggio di Papa Francesco
Durante la breve omelia a braccio, Papa Francesco ha spiegato ai detenuti il senso dell’apertura della Porta Santa in carcere: “Care sorelle e cari fratelli, buongiorno e Buon Natale. Ho voluto spalancare la porta oggi qui: un bel gesto quello di spalancare, aprire, ma più importante è quel che significa: cuori aperti, questo dà la fratellanza. I cuori chiusi non aiutano. E soprattutto aprire i cuori alla speranza che non delude mai”.
Il Pontefice ha sottolineato l’importanza della speranza, paragonandola a un’ancora che ci tiene saldi nei momenti difficili: “Nei momenti brutti, uno pensa che sia tutto finito, ma la speranza non delude mai. È come l’ancora sulla riva a terra e noi siamo lì sicuri. Non perdere la speranza. Il messaggio è per tutti noi. Io il primo. A volte la corda fa male alle mani, ma sempre con la corda in mano guardando la riva. Sempre c’è qualcosa di buono. Mano nella corda e porte spalancate, soprattutto quella del cuore. Il cuore chiuso si dimentica della tenerezza”.
Un Gesto di Inclusione e Fratellanza
L’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia è un gesto di inclusione e fratellanza, che risponde alle richieste dei detenuti stessi. Il vescovo ausiliare di Roma, Benoni Ambarus, ha confidato che i detenuti avevano espresso il desiderio di sentirsi parte del Giubileo: “È un sogno che coltiviamo da tempo”. Papa Francesco ha voluto realizzare questo sogno, portando il dono della speranza in un luogo di reclusione e ristrettezze dove essa è spesso messa a dura prova.
Conclusioni
La cerimonia si è conclusa con un applauso dei detenuti e del personale penitenziario, che hanno offerto al Papa alcuni doni. Papa Francesco ha incoraggiato di nuovo i detenuti: “Adesso non dimentichiamo due cose da fare con le mani: aggrapparsi alla corda ancora di speranza, mai lasciarla. Seconda: cuori aperti. Il Signore ci aiuti in tutto questo”. Le parole del Pontefice hanno risuonato come un messaggio di speranza e rinnovamento, invitando tutti a spalancare le porte del cuore e a non perdere mai la speranza.