“In questi mesi stiamo pregando tanto per la pace. In tale contesto, costituisce una speranza l’accordo che è stato firmato e che riguarda la situazione in Etiopia. Incoraggio tutti a sostenere questo impegno per una pace duratura, affinché, con l’aiuto di Dio, si continuino a percorrere le vie del dialogo e il popolo ritrovi presto una vita serena e dignitosa. E inoltre non voglio dimenticare di pregare e di dire a voi di pregare per la martoriata Ucraina, perché quella guerra finisca”.
Il viaggio di Bergoglio, il primo nella storia della Chiesa in questa terra, ha segnato un solco importante per il futuro dell’umanità.
In questo periodo, i conflitti a livello internazionale sembrano non dare tregua, costringendo il Pontefice a rimarcare ancora una volta il proprio pensiero sulla guerra. Bergoglio non riesce a rassegnarsi all’idea di un mondo frammentato, in cui il dolore prende il sopravvento sulla serenità. Infatti, nel discorso conclusivo prima della sua partenza, il Santo Padre ci ha tenuto a chiedere la pace per l’ Etiopia.
Nella chiesa del Sacro Cuore a Manana, alla presenza di vescovi, sacerdoti, seminaristi e operatori pastorali, Francesco traccia la linea da seguire: “È bello appartenere a una Chiesa formata da storie e volti diversi, che trovano armonia nell’unico volto di Gesù. E tale varietà – l’ho visto in questi giorni – è lo specchio di questo Paese, delle genti che lo popolano ma anche del paesaggio che lo caratterizza e che, pur dominato dal deserto, vanta una ricca e variegata presenza di piante e di esseri viventi”.
L’armonia di cui parla il Papa ha come fonte d’ispirazione solo il Risorto. In lui siamo attratti dall’amore benevolo, come un padre. Dio non ci giudica, ma valuta i nostri atteggiamenti senza presentarcene il conto.
L’ultimo Vangelo domenicale poneva al centro del dibattito l’acqua viva che proviene dai credenti. Su questo Bergoglio dichiara: “Le parole di Gesù che abbiamo ascoltato parlano dell’acqua viva che sgorga dal Cristo e dai credenti. Mi hanno fatto pensare proprio a questa terra. Vero, c’è tanto deserto, ma ci sono anche sorgenti di acqua dolce che scorrono silenziosamente nel sottosuolo, irrigandolo. È una bella immagine di quello che siete voi e soprattutto di ciò che la fede opera nella vita: in superficie emerge la nostra umanità, inaridita da tante fragilità, paure, sfide che deve affrontare, mali personali e sociali di vario genere; ma nel sottofondo dell’anima, proprio dentro, nell’intimo del cuore, scorre calma e silenziosa l’acqua dolce dello Spirito, che irriga i nostri deserti, ridona vigore a quanto rischia di seccare, lava ciò che ci abbruttisce, disseta la nostra sete di felicità. E sempre rinnova la vita. È di questa acqua viva che parla Gesù, è questa la sorgente di vita nuova che ci promette: il dono dello Spirito Santo, la presenza tenera, amorevole e rigenerante di Dio in noi”.