Traduci

PARIGI FASHION WEEK HAUTE COUTURE SPRING-SUMMER 2023

Nei giorni scorsi a Parigi sono state presentate le collezioni di haute couture per la prossima primavera-estate, collezioni che hanno portato in passerella la visione di due donne ben distinte: una donna potente e quasi “inavvicinabile” e una donna potente, ma romantica. Se nelle scorse settimane, dopo il menswear, abbiamo visto sfilare un uomo gentile, genderless, un uomo che ruba dal guardaroba della propria amata, un uomo che ama l’old style, in questa haute couture in terra di Francia abbiamo visto sfilare una donna sicura di sé, che ama vincere, una donna che si protegge dal mondo indossando armature glamour, ma per chi ha il coraggio di avvicinarla e conoscerla può rivelarsi una piacevole scoperta. Sono state trentuno le maison, con ventinove sfilate e due presentazioni, che hanno presentato la loro personale visione di sogno, la loro personale visione della moda d’élite, quella con i più alti livelli di creatività e sapienza artigianale. Un sogno che prende vita attraverso pezzi unici che in poche, fortunatissime donne, potranno indossare ai party più esclusivi e sui red carpet più glamour, ma che faranno sognare tutte le altre. Le maison italiane che hanno scelto la città di Parigi per presentare le loro collezioni di haute couture sono state Schiapparelli, Giorgio Armani, Valentino, Giambattista Valli, Fendi e dove ha brillato per assenza la maison Balenciaga.

cms_29183/foto_1.jpg

Ad aprire, come già da tempo, il sipario sull’haute couture francese è stata la maison Schiapparelli e le creazioni del suo direttore creativo, Daniel Roseberry. Sulla passerella hanno sfilato donne che appaiono come “belve feroci” e che si ispirano alle tre fiere (lonza, lupa, leone) che ostacolarono il cammino al sommo poeta, Dante Alighieri nella Divina Commedia. Sono donne che si difendono indossando bellissime armature tempestate di pietre preziose, di lavorazioni incredibili, che indossano busti anatomici dorati, capi dalla vita segnata, ma che della magia surrealistica della fondatrice della maison, Elsa Schiapparelli hanno ben poco. Sono stati molteplici gli attacchi social alla collezione definita come un circo, di cattivo gusto, un’esposizione gratuita di animali visti come trofei di caccia, una collezione che ha diviso anche gli animi del fashion system tra chi l’ha apostrofata come fuori dal tempo e chi l’ha definita iper geniale. Penso che la verità stia nel mezzo, che questo fashion show sia stato solo un, riuscitissimo, intento di far parlare di sé, ma che gli abiti che vedremo sui red carpet e a Sanremo, indossati da Chiara Ferragni, avranno tutt’altro mood.

cms_29183/foto_2.jpg

Tutt’altra donna quella che ha sfilato sulla passerella della maison Christian Dior, la direttrice creativa, Maria Grazia Chiuri rende omaggio alla cultura afro-americana e alla sua musa più grande la cantante, ballerina, membro della resistenza francese, attivista dei diritti civili, femminista ante litteram e donna modernissima e controcorrente per i suoi tempi, Josephine Baker. L’abito per la donna Dior è una scelta consapevole della propria forza senza dover, per forza, ricorrere all’eccentricità, alla ferocia, all’armatura, ma dove il glamour diventa concreto grazie ai tessuti preziosi, come il velluto, la seta, lo chiffon, ma anche grazie ai tessuti maschili dei coat e dei tailleur, grazie alle linee pulite, all’estetica degli anni ’20, ai ricami preziosi, ma discreti, grazie ad alcuni sprazzi di paillettes e sottili frange degradé. Anche la palette colori asseconda questo mood sofisticato e concreto caratterizzata da tanto nero, bianco, cipria, grigio, silver, verde bosco. Non è stata una delle collezioni migliori della designer, dove c’è stata poca sorpresa, ma molta sostanza.

cms_29183/foto_3.jpg

La moda è bella perché è varia e perché ogni donna può trovare ciò che la rappresenta al meglio. Fuori dal trend della donna potente è la donna immaginata dal designer Giambattista Valli, che tra macro rose, maxi fiocchi, metri di tulle e volumi imponenti porta in passerella una moderna cenerentola che si trasforma in una principessa cool. Anche in questa collezione si respirano tutti i codici distintivi della maison che hanno fatto innamorare le donne di mezzo mondo del designer romano, ma da anni trapiantato a Parigi. Il fil rouge del sogno romantico del tulle viene, a tratti, abbandonato per far spazio a jumpsuit nude tempestate di pietre preziose dall’allure più sensuale e dove anche la palette colori riflette questo dualismo con il passaggio da nuance rarefatte come il baby blue e il verde menta a nuance più vibranti come il rosa bubble e l’arancione. Niente di nuovo sotto il cielo Valli, ma le sue creazioni sono sempre le più belle da vedere sui red carpet e per le amanti del mood.

cms_29183/foto_4.jpg

La direttrice creativa della maison Chanel, Virginie Viard guarda al glorioso passato della maison mandando in scena una collezione amarcord per location e capi. La location riproduce una piazza di una fiera di paese dove camminano undici animali in legno, animali tanto cari alla fondatrice, che accompagnano le modelle che si trasformano in majorette grazie ai cilindri, ai papillon, ai guanti bianchi, ai stivaletti calza gold che diventano ornamento per outfit che hanno la testa rivolta indietro, forse troppo. In questa collezione di haute couture è difficile trovare spunti innovativi, dove anche i ricami sono dedicati agli animali preferiti da mademoiselle Coco e dove non c’è ombra alcuna della linea direttiva della Viard.

cms_29183/foto_5.jpg

Con la collezione di Giorgio Armani Privé si passa dagli animali, se pur chic, di Chanel alla maschera carnascialesca della commedia dell’arte teatrale italiana, Arlecchino. E’ un Arlecchino glam-chic quello che re Giorgio ha proposto alle sue clienti più esclusive fatto di fantasie geometriche che richiamano la divisa di Arlecchino, di stampe, volumi, texture ed accessori, come le gorgiere in tulle e i fiocchi, le scollature ampie, i bustini, tutto rimanda alla commedia goldoniana. Il fil rouge della collezione è il rombo che ritroviamo nelle fantasie, negli scolli, nella lavorazione dei tessuti, le modelle, accompagnate dalla musica di Vivaldi, sfilano portando alla ribalta tutta la maestria del made in Italy nel creare capi da sogno che riprendono il clima sfacciato, come quello carnascialesco, ma che Giorgio Armani riesce a rendere glam anche grazie ad una palette colori fatta di nuance sofisticate e mai sfacciate come il peonia, il verde, il turchese, il nero e il blu royal. Anche Armani ha cavalcato il mood, come visto in altre collezioni, di una donna con la vita segnata e spalle strutturate che risulta evidente nei blazer e nei capispalla in generale.

cms_29183/foto_6.jpg

Al Bridge Club, un ex club della vita notturna parigina degli anni ‘80, la maison Valentino ha presentato la sua collezione di haute couture mescolando la lentezza del fatto a mano alla velocità del ballare. La collezione si è ispirata alle notti dei night club e alla voglia di ritornare a ballare e a far festa. Le Club Couture, questo il nome della collezione, ha portato in passerella la voglia di sentirsi liberi, anche indossando un capo di haute couture. Gli outfit sono un melting pot di sparkling, piume, jumpsuit in tulle, sensuali trasparenze, mini dress, colori fluo, occhiali scuri della vita notturna con i maxi fiocchi, le ruches, le linee, i volumi, il fitting dell’haute couture. Il maschile ed il femminile si incontrano portando in passerella ottfit che fanno convivere un blazer oversize bianco e revers neri con una camicia maschile in cotone, una mini cravatta nera con uno slip di seta chiuso da un maxi fiocco rosso e un paio di décolleté dal tacco vertiginoso. Una collezione genderless che non ha, volutamente, tracciato solchi tra femminile e maschile, una collezione non all’altezza delle precedenti della maison, ma in questa fashion week dedicata all’haute couture sono state molte le maison al di sotto delle aspettative.

cms_29183/foto_7.jpg

La fashion week dedicata alle collezioni di haute couture per la prossima primavera-estate si è conclusa con il glamour e l’allure della sfilata del designer, Kim Jones per la maison Fendi. La donna Fendi è una donna romantica, eterea, che ama i pizzi, il tulle, gli abiti lingerie, i bustier, le trasparenze, le cappe al posto del cappotto, gli orli asimmetrici, le nuance delicate, gli accessori d’altri tempi come i lunghi guanti bianchi e le mini bag gioiello. Una collezione perfetta da qualsiasi angolazione la si guardi, ancora una volta è il made in Italy a vincere a Parigi, Fendi su tutti.

Autore:

Data:

28 Gennaio 2023