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PASSEGGIATA ARTISTICA IN ITALIA ATTRAVERSO “IL LUNGO OTTOCENTO” (VIII^Parte)

L’ Eclettismo II

L’Ottocento fu un secolo di grandi trasformazioni economiche, sociali e politiche. Fu il secolo di Napoleone Bonaparte, del Congresso di Vienna, di nuove identità nazionali, dell’affermazione del liberismo, del capitalismo, del commercio internazionale e dello sviluppo urbano, ma anche della nascita degli ideali del socialismo. Si assistette con la cosiddetta Rivoluzione industriale, ad uno straordinario sviluppo della scienza e della tecnologia sottolineato dal Positivismo. Nell’articolo precedente ho scritto sull’architettura Nazionale e sull’Eclettismo degli edifici, finalizzata a creare un’impronta di Unità nazionale per il Nuovo Stato.

L’Eclettismo, il recupero degli stili del passato, tuttavia, non fu utilizzato solo per i nuovi edifici ma anche per quelli già esistenti attraverso il tentativo di riportarli al loro stato originale con l’eliminazione di tutti gli elementi aggiunti nei secoli e, se necessario, anche la creazione ex novo di parti mai edificate, in restauri che odiernamente non ci sogneremmo neanche di fare.

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Marco Treves-Sinagoga di Firenze-Stile Neomoresco

Prima di affrontare questo tema, scrivo due righe sulla Sinagoga o Tempio maggiore israelitico che si trova nel centro storico di Firenze che fu inaugurata nel 1882. L’edificio è in stile Neomoresco, rientra fra le sinagoghe dette “dell’emancipazione” legate alle riforme del Regno di Sardegna che “emancipò” gli ebrei piemontesi nel 1848, norme che furono automaticamente applicate nel nuovo Regno d’Italia.

Questa bellissima sinagoga con la sua grande cupola verde rame sorse in un periodo storico che è possibile chiamare di “laicismo statale”, causato dalla Breccia di Porta Pia (1870), in cui si favorirono le minoranze religiose.

La breccia di Porta Pia fu possibile grazie alla Francia, infatti l’imperatore dei francesi Napoleone III era il protettore del Papa, nel 1864 il governo italiano, aveva stipulato una convenzione con la Francia, con cui si impegnava a rispettare il potere temporale del Papa, rinunciando a Roma come capitale, ma nel 1970 la Francia era impegnata su altri fronti, precisamente con la guerra con la Prussia, si presentò così il via libera e grazie anche a un plebiscito che aveva mostrato la quasi totale adesione degli italiani, sebbene il plebiscito fosse maschile allargato ovvero solo uomini del ceto alto e medio e niente donne e ci fosse stata l’astensione dei cattolici, si andò a prendere la capitale tanto sognata.

La presa di Roma, o breccia di Porta Pia, fu l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia, conseguentemente la capitale d’Italia viene trasferita da Firenze a Roma.La BrecciaAvvenuta il 20 settembre 1870, decretò la fine dello Stato Pontificio e la scomunica del Regno d’Italia da parte di Papa Pio IX, che limitò la partecipazione del cattolicesimo nella vita pubblica ed ebbe conseguenze non ancora indagate a fondo, perché è possibile che questioni di coscienza abbiano allontanato una parte di borghesia, soprattutto al Sud, che non volle adeguarsi ad un modernismo senza spiritualità, nella storia tacciati di borbonismo retrogrado e nullafacente, ma forseerano solo confusi.

La posizione del Papa non cambiò negli anni successivi, era vietato ai cattolici la partecipazione politica nel Regno d’Italia, nel 1913 ci fu il Patto Gentiloni, una sospensione, un accordo politico informale (mai messo per iscritto) per impedire un’eventuale ascesa dei socialisti nelle elezioni, ma solo nel 1919 la disposizione venne abolita e nacque il Partito Popolare di Don Luigi Sturzo.

Per protesta contro quella che veniva ritenuta una occupazione, i successori di Pio IX, al momento della loro elezione non si affacciarono più alla loggia esterna di San Pietro, bensì a quella interna, in modo da non guardare la città e di non essere visti dai suoi abitanti. Dall’altra parte il 20 settembre era considerato dallo Stato italiano festività nazionale, questo fino al 1930, quando fu abolita a seguito della firma dei Patti Lateranensi.

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Il Duomo di Milano alla fine del Settecento

Nell’articolo precedente ho scritto che per Camillo Boito, ‘padre’ dello stile Nazionale- Eclettico, era fondamentale la nozione di monumento inteso come testimonianza storica (ispirandosi in questo a John Ruskin, teorico del Romanticismo e della tutela dei ruderi così come sono) rifiutando il cosiddetto ripristino di Viollet-Le-Duc, quest’ultimo fu un architetto francese che si impegnò con determinazione a ricostruire ex novo dai ruderi rimasti tramite una lettura storicista alquanto precisa, in modo che dai suoi edifici restaurati non si capisce se è un vero miracolosamente salvato dal tempo o un falso. Sono comunque interventi su castelli o chiese che ci lasciano a bocca aperta, come la guglia di Notre-Dame, il castello di Pierrefonds o quello di Carcassonne.

Con buona pace di Camillo Goito che credeva necessario lasciare i segni e la patina dovuti allo scorrere del tempo e che gli edifici antichi fosse meglio consolidarli piuttosto che ripararli con aggiunte nuove, che è molto simile al restauro odierno, infatti, non ci sogneremmo mai di ricostruire ex novo la parte mancante del Colosseo, anche in Italia comunque il restauro alla Viollet-Le-Duc si manifestò su architetture e opere d’arte tanto che a un occhio inesperto non è assolutamente facile distinguere il vero dal falso.

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Duomo di Milano

È il caso ad esempio del Duomo di Milano, di cui ammiriamo la splendida facciata pensando che sia stata realizzata in epoca medievale in stile Gotico e invece è stata realizzata all’incirca duecento anni fa.

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Facciata del Duomo di Firenze verso il 1860

La facciata del Duomo di Milano non fu l’unico caso, nell’Ottocento si era un po’ succubi alle idee e alla cultura francese, non si dava molto ascolto a Camillo Boito, preferendo il restauro di Viollet-Le-Duc (1814-1879) il quale sosteneva che il restauro doveva ripristinare un monumento non come era, ma storicamente più preciso, cioè cancellando le tracce storiche che avevano alterato l’iniziale purezza stilistica … restaurare è ripristinare l’edificio in uno stato di compiutezza che potrebbe non essere mai esistito.

Così la meravigliosa facciata del Duomo di Firenze, in marmi policromi è di epoca moderna, risale infatti al 1887 ad opera di Emilio de Fabris, ispirata allo stile del campanile giottesco, realizzata tutta quanta nella seconda metà dell’Ottocento, dopo secoli di concorsi e proposte fra i migliori architetti

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Cattedrale di Santa Maria del Fiore e il Campanile di Giotto- Firenze

Così la cosiddetta Torre del Filarete del Castello Sforzesco distrutta nel 1521 da una violenta esplosione, (caduto Ludovico il Moro, il Castello venne trasformato in caserma per le truppe di occupazione francese e in deposito di armi e munizioni) con più di trecento morti fra i soldati francesi, venne ricostruita ex novo a fine Ottocento da Luca Beltrami sulla base di alcune testimonianze iconografiche e su alcuni manufatti coevi.

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Catello Sforzesco- Torre del Filarete- Milano

Così a Ravenna il Palazzo Comunale è chiamato anche Palazzo Merlato per via dei merli posticci che furono posti nel 1857 in occasione della visita del Papa Pio IX, merli in finto antico che mettono in secondo piano i veri decori veneziani e il raffinato balconcino del 1450 circa dell’adiacente Palazzetto veneziano.

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Palazzo Merlato con a sinistra il Palazzetto Veneziano- Ravenna

Sempre a Ravenna, un altro particolare curioso di restauro è quello effettuato dal restauratore romano Felice Kibel che pose in testa ai Tre Re Magi del famoso mosaico in Sant’Apollinare Nuovo il berretto frigio al posto delle corone, con buona pace del ravennate Corrado Ricci, archeologo e storico d’Italia che era molto amico di Camillo Boito e ne condivideva le teorie sulla salvaguardia e il restauro dei Monumenti. Corrado Ricci, fu sovrintendente ai monumenti di Ravenna nel 1898, poi nominato direttore generale nel Ministero della pubblica istruzione e presidente dell’Istituto di archeologia e storia dell’arte di Roma. Nel 1909 fu approvata dal Parlamento una legge da lui fortemente voluta che per la prima volta disciplinava tutta la materia del patrimonio artistico.

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Negativo di foto di Luigi Ricci- 1850 circa- Sant’Apollinare Nuovo- particolare dei Magi- Ravenna

Resta da vedere se il Kibel, che lavorò a Ravenna dal 1857 al 1863, mise i berretti frigi sui Tre Magi, con intento storico, i Magi provenivano da Oriente e sono spesso raffigurati col berretto frigio, anche a Ravenna in marmi del V secolo, oppure anche con un pizzico di anticlericalismo visto che il berretto frigio era un simbolo rivoluzionario e in quegli anni si bramava Roma come capitale d’Italia, come infatti poi avvenne.

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Sant’Apollinare Nuovo- particolare dei Magi- Ravenna

Alla fine dell’Ottocento, con la Sovrintendenza dei Monumenti di Ravenna di Corrado Ricci, cambia il sistema di lavoro, gli interventi di restauro e risanamento diventano solo di tipo conservativo e i reintegri vengono effettuati da questo momento solo in rare eccezioni.

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Crollo del Campanile in Piazza san Marco-Venezia

Tuttavia i Tre Magi sono ugualmente splendidi e a volte occorre, in certi particolari casi, dribblare la regola, altrimenti, non avremmo potuto mai più vedere il cinquecentesco campanile di San Marco a Venezia, crollato il 14 luglio 1902, venne poi ricostruito tale e quale.

(Continua)

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Le parti precedenti ai links:

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(I%5EParte)_29215.html#.Y9_gKnbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(II%5EParte)_29288.html#.Y-iqHHbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(III%5EParte)_29368.html#.Y_oq9HbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(IV%5EParte)_29543.html#.ZAMukXbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(V%5EParte)_29624.html#.ZA2KUXbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(VI%5E_Parte)_29714.html#.ZBbLcnbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(VII%5EParte)_29801.html#.ZB8Z-XbMKUk

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Data:

27 Marzo 2023