Arte Risorgimentale II
L’arte scultorea nel Risorgimento, forse fu ancora più presente che quella pittorica, lapidi, busti, statue o gruppi scultorei-architettonici sono presenti in quasi tutte le città italiane, raffigurano i padri della patria, ma anche chi ha partecipato in vario modo alla nascita della nazione, qualcuno più celebrativo qualche altro più commemorativo e silenzioso soffermandosi di più su una riflessione sulla pace e sul ricordo di chi è morto combattendo… Sic transit gloria mundi… Sic parvis magna ( Le grandi cose danno la gloria e si dissolvono, ma dalle piccole cose escono le grandi cose che restano)
Sacrario dei Vittoriosi – Castelfidardo- Ancona
Tra i grandi complessi scultorei, oltre al già precedentemente citato Vittoriano, a Roma ve ne è un altro, che merita rispetto e ricordo. Inserisco fra i monumenti patriottici del Risorgimento la struttura monumentale situata sul colle Gianicolo a Roma, luogo che fu l’ultima difesa della Repubblica Romana proclamata il 9 febbraio, anche se tale sepolcro non fa parte dell’Ottocento, è un complesso che merita di essere menzionato. Può sembrare strano, ma non tanto, visto l’entusiasmo patriottico del duce, anche perché questo giocava ai suoi fini, nel 1941 venne inaugurato dallo stesso Mussolini, sul Gianicolo, a Roma, il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, dove vennero poi trasportate le spoglie di Goffredo Mameli, padre del nostro Inno. Mameli, fu tra quei giovani che credettero in un’Italia migliore e sacrificarono la loro vita; nonostante la febbre, restò sempre in prima linea nella difesa della Repubblica, ferito alla gamba, gli fu amputata per la sopraggiunta cancrena, morì a soli ventidue anni. L’amico Novaro si commosse quando ricevette su un foglio i versi di Mameli e ispirato creò la musicò in poche ore. Novaro non trasse alcun vantaggio da “Fratelli d’Italia” neanche dopo l’Unità, tornato a Genova, fondò una Scuola Corale Popolare, morì povero e fu solo per iniziativa dei suoi ex allievi che gli venne eretto un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini.
Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina- Ossario- Gianicolo- Roma
Il Monumento Nazionale delle Marche, fu eretto in occasione del cinquantenario della battaglia di Castelfidardo per ricordare ai posteri lo storico evento, è collocato in prossimità del centro storico, sulla collina di Monte Cucco.
Precedentemente, inaugurato il 18 settembre 1860, sempre a Castelfidardo, era stato realizzato il Sacrario-Ossario dei caduti, nel luogo dove si svolse la fase più cruenta della battaglia. Un monumento in mezzo al verde, contornato da bassi arbusti ben potati in forme geometriche, un quadrato di biancheggianti pilastri tronchi in marmo, con al centro una colonna con in cima una croce… il silenzio e la pace sul clamore e la morte della battaglia.
La battaglia di Castelfidardo, fu combattuta il 18 settembre 1860, tra l’esercito del Regno di Sardegna e quello dello Stato Pontificio ed è considerata un evento cruciale per la nascita, 17 marzo 1861, del futuro Regno d’Italia
Particolare del Monumento Nazionale delle Marche ai “Vittoriosi di Castelfidardo”
Una selva di monumenti in tutta Italia, molti simili e ‘invisibili’ altri meno accademici e più ‘sentiti’, ne cito qualcuno, veramente solo qualcuno: il Monumento a Cavour di Torino dello scultore Giovanni Dupré che fece scandalo, accolto dalla disapprovazione generale “Al grande Dupré artista conclamato, furono mossi feroci attacchi anche attraverso le pagine dei giornali, indirizzati specialmente alla deplorevole arditezza della figura dell’Italia mezza discinta, nonché dei nudi delle statue e all’improprietà dell’abito togale dello statista”.
Giovanni Dupré -Particolare del Monumento a Cavour-Torino
Fu eretto al primo ministro fautore dell’Unità italiana, Camillo Benso conte di Cavour, inaugurato dodici anni dopo la sua morte, nel 1873. (La città sabauda sarà la Capitale del Regno d’Italia dal 1861 al 1864).
Alfonso Balzico – Monumento a Ferdinando di Savoia duca di Genova- Torino
Sempre a Torino il Monumento a Ferdinando di Savoia duca di Genova risulta essere molto particolare, il duca ha la spada sguainata e il cavallo sta cadendo, le due figure sono contrapposte, formando quasi una V che parte dalla punta della spada e va alla testa del cavallo, l’uno semi disarcionato si gira veemente, mentre il cavallo nitrendo di dolore si abbatte dalla parte opposta, fu eseguito nel 1866 su un basamento con bassorilievi.
Monumento ai Martiri e ad Anita Garibaldi-Ravenna
A Ravenna si trova un monumento dedicato ad Anita Garibaldi con questa motivazione, “… ai ravennati che morirono sul patibolo, nelle carceri, in guerra e in esilio e ad Anita Ribeira dé Silva di Merinos, distretto di Laguna (Brasile), moglie e compagna di gloria e di sventura a Giuseppe Garibaldi”.
Il monumento dell’incontro a Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Fiesole
Vicino a Firenze vi è il monumento dell’incontro a Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, precisamente a Fiesole e ancora a Firenze, seconda capitale italiana dal 1864 al 1871, si trova il Monumento ai caduti di Mentana: rappresenta un garibaldino che cerca di sorreggere un compagno morente, il quale, a sua volta, stringe ancora una bandiera ed è realizzato in marmo bianco di Carrara.
Oreste Calzolari-Monumento ai caduti di Mentana-Firenze
Il monumento a Dante Alighieri, sempre a Firenze, mostra il Poeta corrucciato e severo, l’Alighieri, durante il Risorgimento, fu considerato il padre ideale dell’Unità nazionale, la statua fu eseguita dallo scultore ravennate Enrico Pazzi, che aveva offerto il progetto a Ravenna, ma fu rifiutato perché troppo costoso.
Enrico Pazzi-Particolare del Il monumento a Dante Alighieri-Firenze
Anche Girolamo Savonarola partecipa a questa epopea risorgimentale per il suo spirito forte e combattivo e il clima della nuova Italia assai antipapale. Stefano Galletti, uno scultore centese, realizza un’intensa statua di Savonarola, si trova nell’omonima Piazza a Ferrara e par quasi di sentire tramite le aeree braccia e le dita svettanti come spade l’accesa rabbia del frate domenicano per l’immoralità dei suoi tempi.
Stefano Galletti-Particolare del Monumento a Girolamo Savonarola- Ferrara
Chiudo questa breve carrellata sui monumenti tricolori con un gruppo scultoreo che rientra, a mio avviso in questa epopea unitaria, il Monumento al Traforo del Cenisio-Frejus dedicato all’esecuzione del Traforo del Cenisio-Frejus, realizzato da Luigi Belli nel 1879, e solennemente inaugurato in Piazza Statuto a Torino il 26 ottobre dello stesso anno.
Il Monumento, rappresenta i lavoratori come i soldati-costruttori dell’Italia, si mostrano come corpi di titani in marmo chiaro, su una piramide di pietre scure e sulla sommità il genio alato della Scienza. (continua)
Luigi Belli -Monumento al Traforo del Cenisio-Frejus- 1879-Torino
(Continua)
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