La Orana Maria fu dipinta da Paul Gauguin appena giunto a Tahiti, nel 1891. Per conoscere le vere tradizioni locali l’artista si stabilì in un piccolo villaggio dove dipinse ispirato dai colori della natura rigogliosa.
A Tahiti Gauguin vuole allontanarsi da diverse cose, tra cui il modo di vivere “francese”. A sottolineare questo suo sentimento e desiderio di ritrovare la sua esistenza ci sono le sue affermazioni alla morte dell’ultimo re di Tahiti avvenuta solo due settimane dopo l’arrivo sull’isola. In una lettera il pittore esprime il suo dispiacere per la presenza sempre più ingombrante della Francia, del commercio e della lenta trasformazione di questo piccolo spazio “selvaggio” in una periferia europea. Ma proprio la morte del sovrano, e i successivi funerali, spingono il pittore a lasciare la capitale, Papeete, per inoltrarsi sempre più verso villaggi ancora poco colonizzati dagli europei. Il tentativo di Gauguin ditrovare nuova ispirazione e una pittura più primitiva a Tahiti riesce sicuramente. La permanenza del pittore nell’isola remota è infatti molto produttiva avendo realizzato un discreto numero di tele. L’artista spaziò anche nella scultura incidendo diversi pezzi scultorei in legno.
Nell’opera è rappresentata una giovane donna tahitiana è in piedi sulla destra e porta sulle spalle un bambino. Intorno al capo di entrambe è posta una sottile aureola dorata. La donna sorride e guarda verso l’osservatore dell’opera. Indossa un ampio pareo decorato mentre il bambino è nudo e si abbandona poggiando il capo su quello della madre.
In primo piano su di un tavolo posto oltre il bordo inferiore dell’opera è posata molta frutta esotica. In secondo piano invece due giovani sono rivolte verso la donna e pregano con le mani giunte. A sinistra poi un angelo dalle ali azzurre e gialle sembra guidarle. Oltre le figure, verso lo sfondo si sviluppa un paesaggio tahitiano lussureggiante. Si vedono alberi fioriti e cespugli e pare un paradiso tropicale. A destra infine si intravedono alcune capanne tra le palme alte mentre in alto le montagne nascondono la vista del cielo.
Il quadro riprende palesemente il tema dell’annunciazione, dell’adorazione e della Madonna con il Bambino trasponendola in ambito Tahitiano e unendo i fari temi cristiani fra loro. Maria infatti indossa un pareo Rosso e porta il bambino secondo l’usanza Tahitiana sulle spalle e non in braccio, li riconosciamo grazie alla sottile aureola che gli circonda il capo. Di fronte a lei, nascosto in un cespuglio fiorito sta l’angelo, mentre due donne con le mani giunte e il tipico abito tahitiano si avvicinano.
L’opera ha un impianto cromatico che alterna fasce di colore caldo con altre di colore freddo. In primissimo piano la natura morta di sinistra è colorata con colori caldi e brillanti, giallo, arancione e marrone. Lo sfondo è rappresentato daI verde del prato. Segue poi un lembo di suolo color indaco quindi il terreno color ocra. Le montagne infine sono grigio-azzurre. Anche i contrasti permettono una efficace evidenza delle forme. La frutta è molto chiara contro il prato più scuro. Il pareo blu è ben visibile contro il suolo giallo come anche il pareo bianco.
Gauguin non utilizzò contrasti fra complementari se non l’incontro tra il rosso del pareo e il verde della vegetazione. I colori anche se non usati in modo realistico tendono a suggerire in modo fedele le tonalità del paesaggio. Le scelte cromatiche di Paul Gauguin furono determinate della volontà di usare un colore espressivo e non descrittivo. Questa scelta ispirerà il gruppo di artisti chiamati Fauves (belve). La loro ricerca li porterà ad usare colori saturi e privi di riferimenti con il reale.
In assenza di prospettiva geometrica lo spazio dell’immagine è costruito attraverso la progressiva diminuzione della grandezza delle figure sulla scena. Questa prospettiva prende il nome di prospettiva di grandezza e agisce insieme alla prospettiva di sovrapposizione. La figura di riferimento per la corretta organizzazione visiva dello spazio è quella della Vergine tahitiana. Le altre figure vengono misurate visivamente confrontando la loro dimensione con la sua.
La sovrapposizione di figure ed elementi del paesaggio crea poi una forte spazialità. L’esile albero di sinistra che copre parzialmente la figura dell’angelo, oltre a celarlo parzialmente, permette di collocarlo nella giusta profondità spaziale. Esiste un’altra prospettiva che aiuta a costruire lo spazio illusionistico in assenza di prospettiva lineare. Si tratta dell’innalzamento della linea di orizzonte rispetto alla base del dipinto. In questo caso, nel dipinto La Orana Maria le montagne sono poste in prossimità del bordo superiore del dipinto e lasciano intravedere solo una piccola parte di cielo.
Il formato del dipinto è rettangolare e racchiude in modo efficace il gruppo di figure dipinte da Paul Gauguin. L’impianto compositivo è laterale e determinato dalla imponente figura della donna che porta sulle spalle il figlio. Il primo piano è occupato dal brano di natura morta dipinto in prossimità dell’angolo di sinistra in basso. A destra si erge monumentale la figura della tahitiana che permette allo sguardo di scivolare verso il secondo piano nel quale si trovano le donne e l’angelo. Verso il fondo si sviluppa poi il terreno con alberi e vegetazione. Infine si innalzano i monti che lasciano vedere solo un piccolo lembo di cielo.
L’Inquadratura permette di rappresentare interamente i personaggi che si distribuiscono da sinistra verso destra e occupano tutta la larghezza del dipinto. L’immagine non presenta simmetria centrale e le masse cromatiche sono distribuite favorendo i colori più accesi in primo piano come il rosso della veste di Maria, i gialli e gli arancioni. Le masse delle figure invece sono poste in equilibrio bilanciando la grande figura della donna con la natura morta in basso e le tre figure a sinistra. Il centro psicologico del dipinto coincide con il suo sguardo e quello del bambino.
Grazia de Marco