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Paura a Notre Dame, ferito agente. L’aggressore: “E’ per la Siria”

cms_6434/NotreDame_polizia_afp.jpgSparatoria vicino alla cattedrale di Notre Dame a Parigi. Un uomo ha aggredito un poliziotto a colpi di martello sul sagrato che ha risposto con colpi d’arma da fuoco. L’autore dell’aggressione, ora in condizioni critiche, sarebbe – secondo Le Figaro – di origine algerina residente nella Val d’Oise, cittadina nella periferia di Parigi (FOTO). Al momento dell’aggressione lo “studente algerino”, ha detto il ministro francese dell’Interno Gerard Collomb, ha gridato: “E’ per la Siria“. “Siamo passati da un terrorismo sofisticato, a uno in cui qualsiasi attrezzo viene usato per un’aggressione”, ha aggiunto il ministro, spiegando che “avrebbe agito da solo”. L’uomo, ha spiegato, ha aggredito gli agenti con un martello, ma era anche in possesso di due coltelli.

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Lunghi attimi di paura per circa 900 visitatori che sono rimasti bloccati all’interno della cattedrale. Su Twitter la diretta di un regista canadese che ha raccontato tutto l’accaduto da dentro. “Ero anche a Londra pochi giorni fa” ha cinguettato Matthew, “ora sono qui con tutta la mia famiglia, è incredibile”. La sua foto “con le mani alzate perché ce l’ha chiesto la polizia” ha fatto il giro dei social e del mondo (GUARDA).

Notre Dame era stata l’anno scorso al centro di un fallito attentato terroristico. Nelle sue vicinanze era stata infatti ritrovata un’automobile imbottita di bombole di gas nel settembre 2016. L’inchiesta, ricorda le Figaro, aveva condotto alla scoperta di una rete di donne jihadiste, accusate di preparare attentati contro una stagione ferroviaria di Parigi o della regione dell’Essonne. Collegate ad autori di altri attentati, le donne erano teleguidate da esponenti dello Stato Islamico che si trovavano in Siria.

Simbolo di Parigi assieme alla Tour Eiffel, la cattedrale gotica di Notre Dame è uno dei monumenti più visitati di Europa, con 13 milioni di presenze l’anno. Patrimonio dell’Unesco, si trova nel cuore di Parigi, su l’Ile de la Cité, una delle due isole fluviali della Senna nella capitale francese. Terminata di costruire nel 1250, è il principale luogo di culto cattolico di Parigi e il suo arcivescovo è primate di Francia. La cattedrale di Notre Dame ha attraversato la storia di Francia, con matrimoni reali, funerali di uomini di Stato, cerimonie pubbliche. La sua fama popolare, con il grande organo e le statue dei gargoyles, è legata anche al romanzo di Victor Hugo, Notre Dame de Paris, scritto nel 1831, da cui sono stati tratti diversi film. Luogo emblematico, la cattedrale è stata anche teatro nel 2013 del suicidio dello scrittore Dominique Venner, che si è ucciso con un colpo di pistola davanti all’altare maggiore.

L’Isis colpisce in Australia

cms_6434/Melbourne_police_attacco_2_afpa.jpgIl terrorista che ieri a Melbourne ha ucciso un uomo e tenuto in ostaggio una donna era un noto criminale, “con una lunga storia di violenze” alle spalle, ed era in libertà vigilata. Lo ha detto il premier australiano Malcolm Turnbull all’indomani dell’attacco rivendicato dall’Is condotto dal 29enne Yacub Khayre, australiano di origine somala, ucciso in uno scontro a fuoco dalla polizia, nel quale sono rimasti feriti anche tre agenti. “L’attacco terroristico da parte di un criminale noto, che recentemente era stato rilasciato su cauzione, è un crimine scioccante e codardo”, ha commentato Turnbull.

Secondo la polizia, le agenzie di sicurezza seguivano l’uomo, che era stato assolto in passato per il coinvolgimento in un complotto per attaccare una caserma dell’esercito a Sydney nel 2009. Dal novembre scorso era in libertà vigilata dopo una condanna nel 2012 per invasione domestica. “Ci sono stati troppi casi di persone in libertà vigilata che hanno commesso reati di questo genere – ha poi denunciato il primo ministro – Come mai era in libertà vigilata? Aveva una lunga storia di violenza. Era stato accusato qualche anno fa di reati legati al terrorismo ed era stato assolto. Si sapeva che aveva legami, almeno in passato, con l’estremismo violento”.

Terroristi dalla Tunisia all’Italia, presa banda “pronta a imbarcare jihadisti”

cms_6434/migranti5_afp.jpgLa Guardia di Finanza di Palermo ha smantellato una organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono 15 i fermi eseguiti all’alba di oggi dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala.

La banda criminale era pronta a svolgere la propria illegale attività “anche a favore di ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista – dicono ancora gli investigatori – Il sodalizio, infatti, aveva programmato (ma non ancora attuato) l’illecito approdo sulle coste trapanesi, tra gli altri, di soggetti pericolosi in corso di individuazione, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla Polizia tunisina, anche di essere respinto dalle Autorità di Polizia italiane (una volta giunto nel nostro Paese) per ’terrorismo’”.

L’inchiesta è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. I fermati, che sono di nazionalità tunisina ed italiana, sono accusati di avere fatto parte di una associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. In corso di esecuzione anche il sequestro di 10 autovetture e di due imbarcazioni utilizzate dal sodalizio per i traffici illeciti.

“Il sodalizio investigato, capeggiato da pericolosi pregiudicati tunisini e con elementi italiani in posizione subordinata, è risultato particolarmente attivo nell’effettuare una serie di lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese – dicono gli inquirenti – Grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti ’scafisti’, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, sono state trasportate in Italia persone in grado di pagare il rilevante costo della traversata e introdotte in Italia sigarette di contrabbando. In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo è stato fornito ai clandestini un vero e proprio servizio ’shuttle’ fino alle basi logistiche dell’organizzazione, dalle quali gli immigrati – una volta rifocillati e forniti di vestiario – hanno potuto liberamente raggiungere le destinazioni desiderate”.

Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema illecito ’transnazionale’, stabilmente operante tra la Tunisia e l’Italia, in cui ogni membro dell’organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi, a seconda dei casi, del reperimento delle ’prenotazioni’ dei clandestini e della raccolta degli importi dovuti per il viaggio, della movimentazione e della custodia del contante, del reperimento e dell’approntamento dei natanti utilizzati, della loro conduzione nelle traversate e, infine, del primo collocamento dei clandestini e delle sigarette contrabbandate sulle coste siciliane, in luoghi nella disponibilità dell’organizzazione.

Nel corso delle investigazioni “è stato possibile ricostruire analiticamente l’organizzazione e l’esecuzione di 5 traversate”. In un caso, anche grazie alla stretta cooperazione tra gli investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza (Gruppo di Esplorazione Aeromarittima di Messina e Reparto Operativo Aeronavale di Palermo), è stato possibile monitorare in diretta lo sbarco sulle coste trapanesi, riuscendo ad intercettare i 14 uomini sbarcati e a sequestrare oltre un quintale di sigarette di contrabbando.

Sono stati inoltre documentati ulteriori viaggi programmati – ma non andati a buon fine per impedimenti derivanti da concomitanti e ordinarie attività di controllo del territorio e in mare svolte dal Corpo – che, se ultimati, avrebbero portato nelle casse dell’associazione criminale oltre 100.000 euro di guadagni. Si ritiene che le sigarette, per lo più di marche estere, siano state smerciate nei mercati rionali trapanesi e palermitani, al prezzo di non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato.

Ancora più lucrosa l’attività di favoreggiamento dell’illecito ingresso di soggetti tunisini sul territorio nazionale: ogni migrante pagava in Tunisia all’organizzazione, per arrivare in Italia, non meno circa 2-3.000 euro a viaggiatore. Ogni viaggio, quindi, poteva generare complessivamente profitti anche fino a 40.000 euro, al netto del costo per lo scafista e il navigatore, generalmente ricompensati, rispettivamente, con circa 5.000 e 3.000 euro. Allorquando necessario, come riscontrato nel corso delle indagini, il denaro raccolto in Tunisia veniva portato in Italia per rifornire di contanti i promotori dell’associazione criminale, perfezionando così vere e proprie operazioni di riciclaggio.

“L’organizzazione smantellata, con l’estate ormai alle porte, sarebbe stata in grado di compiere almeno due traversate alla settimana tra la Tunisia e l’Italia”, dicono le Fiamme gialle.

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7 Giugno 2017