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Pazzi di Inés, chi è la pasionaria catalana

Pazzi di Inés, chi è la pasionaria catalana

cms_8009/arrimada_catalogna_afp2.jpgSguardo fiero, faccino da attrice e una cascata di capelli castani che le incornicia lo sguardo. Inés Arrimadas García è donna chiave di Ciudadanos, il partito anti-separatista di centrodestra, che ieri ha sbaragliato la concorrenza, diventando il primo partito in Catalogna. A soli 36 anni è lei la pasionaria degli unionisti che dai ranghi del Parlament ha sempre sfidato Carles Puigdemont, senza temere di alzare la voce per rivendicare le proprie idee.

Come ieri, quando dopo aver fatto il pieno di voti, è salita sul palco e ha detto: “Ora continueremo a combattere, e lo faremo con più forza, con più voti e più seggi“. Parole, scrive ’El Pais’, che Inés ha pronunciato tra le grida di “presidenta, presidenta” scandite a gran voce dalla folla. “E’ la vittoria della solidarietà”, ha continuato l’attuale leader dell’opposizione. “Bella e intelligente”, come la definiscono i compagni di partito, Inés è il bel volto emergente della Catalogna, la deputata di ferro che si batte per l’unità nazionale coltivando il sogno nel cassetto di conquistare un giorno la presidenza della Generalitat.

Classe 1981, Inés nasce a Jerez de la Frontera, Cadice, in Andalusia ma ha sempre vissuto in Catalogna, dove i genitori, originari di Salamanca, si trasferiscono quando lei è ancora una bambina. Il padre, avvocato come lei, vanta un passato in politica come consigliere comunale. Ultima di cinque figli, studia in una scuola religiosa, prende lezioni di teatro, sogna di diventare archeologa. E’ in questo periodo che inizia a interessarsi alla cultura di Barcellona, ​​città dove i genitori hanno vissuto a lungo, tanto da prendere lezioni per imparare alla perfezione il catalano.

Appena 18enne fa le valige per Siviglia, si iscrive all’Università Pablo de Olavide e studia legge. Con il diploma di Diritto e Amministrazione di Impresa in tasca e un Erasmus a Nizza, Inés inizia a lavorare per un’impresa di servizi industriali nel settore petrolchimico per poi passare a D’Aleph, azienda che si occupa di consulenza per la pubblica amministrazione. Dalle informazioni che si ricavano dalla stampa spagnola, pare che Inés sia finita in politica un po’ per caso, quando nel 2011 partecipa con una collega a un comizio di Ciudadanos, partito liberale, da sempre contrario all’indipendentismo catalano.

Dalla piazza agli scranni del parlamento il passo è breve. Inés inizia a muovere i primi passi nelle stanze dei bottoni nel 2012, quando viene eletta al Parlament catalano tra i deputati di Ciudadanos, partito del quale assume presto le redini. La scalata al potere è inarrestabile. Prima diventa vice-portavoce del gruppo parlamentare nei comitati parlamentari per l’impresa e l’occupazione, le politiche anti-disoccupazione e l’uguaglianza.

Quindi, nel 2015, diventa portavoce di Ciudadanos. Candidata alla presidenza della maggioranza per le elezioni del Parlamento catalano, nello stesso anno è incoronata leader dell’opposizione insieme ad Albert Rivera. Tifosa del Barcelona, Inés parla perfettamente il catalano, l’inglese, il francese e il tedesco ed è lei il faro degli unionisti. Il suo idolo politico, ha confessato tempo fa, è Adolfo Suárez, primo ministro spagnolo nel post regime franchista e leader del partito centrista, in cui militava anche il padre.

Benché si definisca “una timida”, in più di un’occasione Inés ha mostrato i muscoli, senza mai piegarsi all’ondata indipendentista, soprattutto quando si è votato il progetto di legge per il referendum del primo ottobre scorso. Sposata con Xavier Cima, deputato del partito Convergenza Democratica della Catalogna ed ex indipendentista di ferro (si dice che sia stata lei ad avergli fatto cambiare idea), quando non tuona contro Puigdemont, Inés ama girare in metro per Barcellona, leggere, correre e viaggiare.

Israele, fuori da Unesco entro fine 2018

cms_8009/netanyahu_bruxelles_afp.jpgIl premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dato istruzioni al suo ambasciatore all’Unesco di presentare una lettera formale in cui si annuncia l’intenzione del paese di lasciare l’organizzazione culturale. Carmel Shama-Hacohen consegnerà la lettera al nuovo leader dell’agenzia Audrey Azoulay dopo il periodo di ferie di Natale. Israele si ripromette di uscire dall’Unesco alla fine del 2018. La lettera conterrà però una clausola in cui si afferma che la decisione potrà essere revocata qualora l’organizzazione culturale si riformasse e cambiasse atteggiamento nei confronti di Israele prima della fine del 2018, stando a quanto spiegato da un alto funzionario israeliano. Netanyahu aveva annunciato la decisione a ottobre, ricorda Times of Israel, ma la scelta non era stata definitivamente approvata fino a pochi giorni fa.

Brexit, cambia anche il passaporto

cms_8009/uk_passport_tw.jpgBrexit, si cambia. A pochi giorni dal via libera del Consiglio europeo alla seconda fase dei negoziati – che dovrà gettare le basi per il futuro accordo commerciale – per il Regno Unito c’è già un primo importante cambiamento. Con l’uscita di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall’Unione europea, infatti, anche il passaporto UK può lasciare da parte gli standard richiesti in Ue. “E così – annuncia l’Home Office – come simbolo della nostra identità nazionale, cambierà colore e dal rosso bordeaux Ue tornerà ad essere blu e oro”.

QUANDO – Il nuovo documento entrerà in vigore da ottobre 2019, fa sapere il ministero degli Interni britannico, rimpiazzando così la versione introdotta nel 1988, e sarà dotato di nuovi e aggiornati sistemi di sicurezza “per evitare frodi e contraffazioni”, rende poi noto il segretario di Stato per l’Immigrazione, Brandon Lewis.

PERCHÉ – “Si tratta di un’opportunità unica per ripristinare la nostra identità nazionale e creare una nuova strada – aggiunge Lewis – ecco perché sono lieto di annunciare che il passaporto britannico tornerà all’iconico design blu e oro”. E lo farà dal primo giorno di un Regno Unito fuori dall’Europa.

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23 Dicembre 2017