Ogni anno circa 2 milioni e mezzo di persone si recano in pellegrinaggio alla Mecca, luogo sacro per eccellenza della religione islamica situato in Arabia Saudita. La città Santa, dove si ritiene sia nato il profeta Maometto, consente l’ingresso soltanto ai musulmani. Il divieto di accesso ai non musulmani ha origini antiche, dapprima limitate alla Grande Mecca e poi estese al territorio circostante. I cartelli autostradali indicano l’ingresso alla Makkah solo ai musulmani, gli altri devono dirigersi forzatamente su altre strade. Il rischio è la galera.
Almeno una volta nella vita tutti i musulmani devono visitare in pellegrinaggio la città sacra eseguendo i riti previsti dall’Hajji e vestiti come da tradizione. Anche se, bisogna ammettere, nella calca spesso perdono la vita diversi fedeli e il pellegrinaggio si trasforma in tragedia.
Tuttavia, quest’anno la pandemia del Covid-19 influisce pesantemente anche sui numeri di un evento di tale portata, tanto da ridurre l’affluenza ai minimi termini: 1000 persone e non oltre secondo le autorità saudite. Solo i cittadini del regno al di sotto dei 65 anni e in buone condizioni di salute potranno recarsi alla Mecca ed effettuare il pellegrinaggio, che quest’anno comincia il 29 luglio (data che dipende dalla posizione della Luna secondo il calendario islamico). Una scelta probabilmente sofferta ma dovuta all’impatto della pandemia, che in Arabia Saudita è decisamente sfuggita di mano: ad oggi si contano circa 2500 morti e oltre 253.349 contagi.