“La pena di morte è inammissibile, per quanto grave possa essere stato il reato commesso, perché attenta alla inviolabilità e dignità della persona”. E’ quanto Papa Francesco ritiene “necessario ribadire”, intervenendo nell’Aula del Sinodo in Vaticano all’incontro organizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, in occasione dei 25 anni dalla pubblicazione della Costituzione Apostolica ’Fidei Depositum’ di Papa Giovanni Paolo II che accompagnava l’uscita del ’Catechismo della Chiesa cattolica’.
Il tema della pena di morte, sottolinea il Pontefice, non può essere ridotto “a un mero ricordo di insegnamento storico, senza far emergere non solo il progresso nella dottrina ad opera degli ultimi Pontefici, ma anche la mutata consapevolezza del popolo cristiano, che rifiuta un atteggiamento consenziente nei confronti di una pena che lede pesantemente la dignità umana. Si deve affermare con forza che la condanna alla pena di morte è una misura disumana che umilia, in qualsiasi modo venga perseguita, la dignità personale”.
Dunque, afferma con forza il Papa, “la pena di morte è in sé stessa contraria al Vangelo, perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana che è sempre sacra agli occhi del Creatore e di cui Dio solo in ultima analisi è vero giudice e garante. Mai nessun uomo, neppure l’omicida, perde la sua dignità personale. A nessuno, quindi, può essere tolta non solo la vita, ma la stessa possibilità di un riscatto morale ed esistenziale che torni a favore della comunità”.
Rosatellum, ok alla prima fiducia
Il governo ha ottenuto dalla Camera la prima delle tre fiducie poste sulla legge elettorale, in particolare sull’articolo 1 del testo. I sì sono stati 307, i no 90, gli astenuti 9. Ora è in corso la chiama dei deputati per la votazione sull’art. 2.
Per protesta M5S e sinistra hanno deciso di scendere in piazza Montecitorio e al Pantheon. A manifestare militanti del Prc, Sinistra Italiana, Possibile, Mdp-Articolo 1 e Campo Progressista.
“Il dramma di avere il Paese che va a votare senza una legge elettorale non è paragonabile rispetto alla decisione di porre la fiducia – ha detto il presidente dei deputati Pd Ettore Rosato a ’Zapping’ su Rai Radio 1 – Ho telefonato io al premier Gentiloni per chiedergli di mettere la fiducia. Mi assumo la mia responsabilità. E credo che il Presidente della Repubblica abbia una consapevolezza più ampia della nostra sul rischio di andare a votare con due monconi di sentenze”.
DI BATTISTA – “Questi si occupano del ventennio, di abbattere i monumenti del fascismo del passato ma non abbattono i monumenti del fascismo presente, che stanno lì dentro”, in Parlamento, ha dichiarato Alessandro Di Battista alla manifestazione M5S. “Cos’è oggi il fascismo? E’ la nomina dei parlamentari che non rispondono al popolo italiano ma alla lobby del partito politico che li nomina” ha scandito. “Sulla legge elettorale – ha poi rimarcato – non si può ostacolare il dibattito con la fiducia, è come comprarsi un arbitro di calcio”.
DI MAIO – Luigi Di Maio, candidato premier M5S, nel corso della manifestazione in piazza Montecitorio ha annunciato che “la battaglia non finisce oggi, domani c’è il voto segreto e faremo una veglia qui, in questa piazza“. “Se non ce la dovessimo fare a fermarli domani sera – ha aggiunto – l’appuntamento è al Senato la settimana prossima”.
D’ALEMA – “Per la seconda volta nella stessa legislatura abbiamo una legge inaccettabile, segno di irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia e apre la strada al populismo” ha detto Massimo D’Alema. “Gentiloni più mite del suo successore – ha affermato – ma politicamente dipende da Renzi”.
BERSANI – “La prima fiducia è passata con 307 sì. Io non chiedo nulla, mi domando solo: come mai nessuno in Forza Italia fa notare che con 308 voti, Berlusconi salì al Colle? A proposito di chi sta all’opposizione e chi no…” ha affermato Pier Luigi Bersani alla manifestazione al Pantheon. “Spero in un sussulto del Parlamento nei voti palesi o in quello segreto – ha aggiunto – perché si fermi questo obbrobrio che allarga ancora di più il solco tra politica e cittadini”. “Non me lo aspettavo da Gentiloni: un presidente del Consiglio che dice ’non mi occuperò della legge elettorale’ e poi mette la fiducia su una legge che non è del governo, così perde credibilità. Uno che ha credibilità avrebbe detto: ’non ci sto’” ha rimarcato Bersani.
SPERANZA – “In Parlamento ci sono tante coscienze scosse da questo ennesimo patto Renzi-Berlusconi per sequestrare la sovranità dei cittadini” le parole di Roberto Speranza. “Siamo di fronte a una violenza nei confronti del Parlamento, si priva il Parlamento della possibilità di discutere e si toglie ai cittadini la possibilità di scegliere gli eletti”, ha sottolineato.
Istat: 208 miliardi di sommerso e illegale
Nel 2015, il ’sommerso’ e le attività illegali valevano circa 208 miliardi di euro, pari al 12,6% del Pil. Lo comunica l’Istat in un rapporto sull’economia ’non osservata’, spiegando che in dettaglio il valore aggiunto generato dall’economia sommersa ammonta a poco più di 190 miliardi di euro, mentre quello connesso alle attività illegali (incluso l’indotto) a circa 17 miliardi di euro.
Il peso sul Pil di questa componente non osservata dell’economia è sceso di 0,5 punti rispetto all’anno precedente, interrompendo la tendenza all’aumento nel triennio 2012-2014 (quando era passata dal 12,7% al 13,1%).
In particolare l’Istat evidenzia la diversa composizione delle diverse ’voci’ dell’economia. Nel 2015, ad esempio la quota relativa alla sotto-dichiarazione valeva il 44,9% del valore aggiunto (circa 2 punti percentuali in meno rispetto al 2014). Il resto è attribuibile per il 37,3% all’impiego di lavoro irregolare (35,6% nel 2014), per il 9,6% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l’8,2% alle attività illegali (rispettivamente 8,6% e 8,0% l’anno precedente).
I settori dove il sommerso ha un ruolo più evidente sono le ’Altre attività dei servizi’ (33,1% nel 2015), il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (24,6%) e le Costruzioni (23,1%). Le dichiarazioni inferiori al dovuto hanno – sul complesso del valore aggiunto – un peso maggiore nei Servizi professionali (16,2% nel 2015), nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (12,8%) e nelle Costruzioni (12,3%). All’interno dell’industria, l’incidenza risulta relativamente elevata nel comparto della Produzione di beni alimentari e di consumo (7,7%) e contenuta in quello della Produzione di beni di investimento (2,3%). La componente di valore aggiunto generata dall’impiego di lavoro irregolare è maggiore nel settore degli Altri servizi alle persone (23,6% nel 2015), dove è principalmente connessa al lavoro domestico, e nell’Agricoltura, silvicoltura e pesca (15,5%).
Sui circa 17 miliardi di valore aggiunto dell’economia illegale il traffico di stupefacenti si conferma nel 2015 come l’attività più rilevante, per un totale che si attesta a 11,8 miliardi di euro (poco meno del 75% del valore complessivo delle attività illegali) e un ammontare di consumi delle famiglie pari a 14,3 miliardi di euro. I servizi di prostituzione realizzano un valore aggiunto pari a 3,6 miliardi di euro (poco meno del 25% dell’insieme delle attività illegali) e consumi per circa 4 miliardi di euro mentre il valore delle attività di contrabbando di sigarette sale a circa 0,4 miliardi di euro, con un aumento di poco inferiore a 100 milioni di euro rispetto al 2014. Per l’Istat l’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riferibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, si è mantenuto sostanzialmente costante, con un valore aggiunto pari a circa 1,3 miliardi.