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PER VOLARE, BISOGNA OSARE

Esiste questa nociva e diffusa tendenza che consiste nello sminuire l’intelligenza e le qualità altrui. Una sorta di abitudine consolidata che annebbia le menti. Un senso di godimento che pervade le profondità dell’animo nel momento in cui si assiste al fallimento dell’altro. Una caratteristica tipica della cattiveria.

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Quel triste ed opaco sentimento comunemente chiamato invidia. Un inganno di chi pensa che certi traguardi siano dettati dalla fortuna. L’idea che il fato scelga sempre e comunque per ciascuno e che le circostanze non possano essere cambiate. Se nasci in un modo, non puoi morire in un altro. Quindi si rimane relegati al proprio piccolo mondo. Limitato e privo di sogni. Inconsistente. Si dovrebbe pensare al fatto che ogni individuo ha un potere personale -cioè che dipende essenzialmente da lui- che è quello di creare il proprio destino.

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Partendo dal presupposto che tutto sia possibile, si possono raggiungere mete elevatissime. Al cielo si arriva con grinta e determinazione. Non con le capacità di chi c’è arrivato da solo. Nemmeno con le sue energie e la sua abilità -acquisita a fatica!- ad imparare dagli errori. Infatti servono olio di gomito e una forza di volontà enorme per rialzarsi quando si cade con il muso per terra. Gli ostacoli sono parte integrante del cammino. Ma anche il modo in cui si reagisce ad essi. Una volta toccato il fondo, le possibilità sono diverse. Le persone possono vivere nel baratro per una vita intera. Oppure risalire in superficie. O ancora, decidere di stare nel mezzo. Molto dipende dall’uso che si fa delle risorse interiori.

cms_2518/volare_quattro.jpgPensare che la felicità dipenda essenzialmente da circostanze esterne, è un ragionamento errato. Niente cade dal cielo. Ogni traguardo richiede impegno e determinazione. A tal proposito, ci sono anime dure come il cemento. Toste al punto da non farsi abbattere dalle onde. Navigano con tranquillità sia nel mare calmo che in quello agitato. Alzano e abbassano le vele a seconda della velocità del vento. Però non si fermano perché tengono sempre sotto gli occhi l’obiettivo. L’hanno memorizzato nel cuore. Prima di ogni meta, si sbucciano le ginocchia tante volte. Saltano come grilli verso il loro destino. Non lo schivano bensì lo affrontano di petto.

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Sanno che ogni sforzo prima o poi viene ripagato. Continuano imperterriti fino alla destinazione prefissata. Se cambia la strada, si adattano al cambiamento. Questi sono i temerari che non si fanno turbare dagli imprevisti e dalle sorprese dell’esistenza. All’opposto ci sono coloro che guardano i coraggiosi con gelosia. Bramano le loro fortune e le loro gioie. Le vogliono insistentemente, le desiderano senza essere disposti a fare alcun passo per migliorare la situazione. Adagiati in un comodo letto di perenne infelicità, pensano che i risultati del prossimo siano il frutto di una fatalità autonoma e indipendente, situata in un posto lontano.

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Se cominciassero a guardare dentro di sé, capirebbero che fini impossibili, bassa autostima e la mancanza di qualcosa, sono creazioni della testa. Quando non si vuol rischiare e si ha paura, le conseguenze sono l’immobilità, la noia, il declino e l’invidia. Accompagnate dal lamento che è tipico di chi preferisci piangersi addosso piuttosto che muovere un dito per stare bene. Occorre uscire dalla zona di comfort e abbandonarsi ai rischi che la felicità comporta. Per volare, bisogna osare.

Data:

29 Luglio 2015