Entra nel vivo l’inchiesta sui crolli nel terremoto che ha devastato l’Italia centrale. Materiali usati per le costruzioni – cemento, sabbia, mattoni – ma anche le procedure seguite nella realizzazione degli edifici più recenti, crollati o lesionati per il terremoto.
Come riporta il quotidiano La Repubblica, ad Amatrice potevano essere utilizzati settecentomila euro per la scuola “Romolo Capranica”, costruita nel 2012 e ora crollata e due milioni di euro per l’ospedale, reso inutilizzabile dal sisma.
Perché è successo?
Non poteva essere altrimenti, troppo forte la scossa, o c’è stato qualcosa di sbagliato nei lavori?
Di questo si occuperà l’inchiesta, per disastro colposo, aperta dalla procura di Rieti, dopo il sisma del 24 agosto, che ha disposto ilsequestro del server del Comune di Amatrice, insieme a tutta la documentazione disponibile nell’archivio e negli uffici tecnici dello stesso municipio. Ad Amatrice è crollato anche il Municipio, per il quale, negli anni scorsi, erano stati messi, a disposizione dalla Provincia, i fondi per l’adeguamento sismico che poi, invece, erano stati dirottati altrove. Mentre non risultano mai impegnati i due milioni di euro che dovevano servire alla manutenzione dell’ospedale che è stato evacuato.
Al momento il sistema informatico di cui era dotato il Comune è sotto le macerie, così come tutta la documentazione amministrativa e tecnica che gli inquirenti puntano ad acquisire nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Saieva.
Non si esclude che la procura reatina potrebbe incaricare i vigili del fuoco di avviare le ricerche tra le macerie del municipio, già sotto sequestro e piantonate giorno e notte. Si chiederà, inoltre, “soccorso”, se sarà necessario, a provincia e Regione Lazio per i documenti condivisi. Uno degli aspetti su cui si potrebbe soffermare l’attenzione degli inquirenti è anche il motivo per cui lesioni e crolli si sono verificati anche in edifici che erano stati ristrutturati di recente con previsione d’interventi antisismici, e che, tuttavia, non hanno retto all’urto dell’onda sismica, a cominciare dalla scuola di Amatrice e dal campanile di Accumoli, divenuti simboli del disastro.
La Guardia di finanza sta effettuando una serie di acquisizioni di documenti in diversi Enti pubblici e nelle sedi delle ditte che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione della scuola “Romolo Capranica” di Amatrice, crollata dopo il sisma del 24 agosto. Nella relazione preliminare, che il Nucleo anticorruzione ha consegnato all’Anac, si evidenziano non poche irregolarità nei lavori – realizzati “a tempo di record”, tre mesi – nell’edificio.
“Abbiamo individuato qualche situazione di scarsa chiarezza nella parte degli appalti”, ha detto il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. Secondo Cantone, “bisogna avere il coraggio, se si vuole provare a creare una ricostruzione anche con criteri di trasparenza migliori, di individuare un centro decisionale unico o pochi centri decisionali”.
“Prematuro parlare d’indagati, sono lunghi i tempi per recuperare la documentazione”, spiega il procuratore di Rieti. Per quanto riguarda la scuola, non si capisce, tra l’altro, se vi sia stata una generica ristrutturazione o un adeguamento antisismico, ma è certo che il secondo dei due contratti di appalto è stato stipulato “successivamente alla data d’inaugurazione del restauro” e “forti dubbi” sussistono sulla”capacità tecnica organizzativa” della ditta.
Il procuratore ha, inoltre, confermato che i legali dell’imprenditore Gianfranco Truffarelli, amministratore della ditta che nel 2012 ha eseguito lavori nella scuola di Amatrice, hanno presentato alla Procura di Rieti una lunga e articolata memoria.
Accanto a quella di Rieti, c’è una seconda inchiesta, anche questa per ora senza indagati, aperta dalla Procura di Ascoli Piceno per il fronte marchigiano del terremoto. Nelle due procure per ora si continua a lavorare per l’identificazione delle vittime, ma è scontato che, dopo questa prima fase, le inchieste entreranno nel vivo: con i primi sequestri, sulla base delle acquisizioni già in corso da parte della polizia giudiziaria, e con l’obiettivo di accertare i motivi dei crolli che hanno determinato la morte di tante persone. Si tratterà, in definitiva, di verificare se tutto sia dipeso solamente dalla forza del terremoto oppure da costruzioni fatte male, con materiali scadenti, cattive progettazioni ed eventuali speculazioni sul cemento.
L’inchiesta paradossalmente, potrà coinvolgere anche eventuali superstiti, committenti degli interventi, in caso di mancato rispetto delle regole edilizie e delle norme antisismiche.
Le due procure – quella reatina e quella ascolana – inoltre, saranno impegnate anche su un altro fronte, che non guarda solo al passato, al costruito, ma anche a ciò che dovrà essere nuovamente realizzato: si dovrà fare i conti con il rischio d’infiltrazioni della criminalità organizzata nelle operazioni di ricostruzione. E’ probabile, al riguardo, anche un forte coordinamento con la procura nazionale antimafia poiché gli interventi edilizi per la rinascita dei paesi, come esperienze del passato dimostrano, potrebbero attirare gli appetiti mafiosi che vedono nella ricostruzione la possibilità di sviluppare i propri affari.
Solo una politica attenta, trasparente e responsabile avrebbe potuto evitare una catastrofe sociale.
Purtroppo, è arrivato prima il terremoto…