Vi chiedo perdono per questa violenza che attraversa i vostri corpi e macchia le mani di vostri fratelli! Per tutte quelle volte che la guerra tinge di rosso la vostra terra, in ogni epoca, in ogni momento. Perdonatemi per farvi subire la “vostra” sorte, spezzare la vostra vita, piegarvi a un destino che non è il mio! Le mie braccia, le mie mani, il mio sdegno non vi salva dal genocidio, dalla ferocia, non vi salva dalla vostra orribile fine. Perdono perché non ho saputo farvi scudo quando un vostro “fratello” mirava alla stessa altezza dei suoi e dei vostri occhi! E li dovrei essere! In ginocchio, davanti a voi: vi guardo ora entrambi siete ai lati opposti della strada: freddi! Non tornerete mai a sorridere. Non lacrime! Il mio viso asciutto, piegato nel dolore, il cuore si chiede: perché? Angelina.
Perché non basta indignarsi e scrivere le emozioni del dolore che ci “pervade” ogni volta che immagini crude e cruente ci restituiscono la Morte. Sempre più piccole creature sacrificate ai venti di guerra. Cambia la natura delle guerre: si moltiplicano gli scontri armati per motivi religiosi, ragioni sociali etniche. Sanguinosi conflitti dove l’odio è l’unico linguaggio parlato nella più brutale espressione di libertà e indipendenza di matrice laica o religiosa. Territori di conquista, distruzione, morte, annientamento delle popolazioni.
Giovani vite che non sono solo obiettivi strategici ma vengono trasformati in macchine da guerra da includere nelle operazioni militari. Condizionati , violentati: nelle loro giovani menti, idealizzata la rivendicazione bellica ,diventano vulnerabili e maggiormente colpiti per ferocia. Fragili ,indifesi vivono in una società priva di identità, di riferimenti.
Lasciati soli, abbandonati vagano per la sopravvivenza: traumatizzati con ferite incancellabili nella psiche. Fuggono! nel loro sguardo l’ultimo bombardamento, nelle loro orecchie il fragore delle esplosioni, nei loro occhi le atrocità perpetrate ai loro familiari, a loro stessi! Esseri che vedono la loro piccola vita passare nel vortice di un conflitto dove a fugaci periodi di pace si alterna il tempo infinito della guerra. In questo tempo, intere generazioni di bambini vivono nell’insicurezza e nel terrore: privati dagli affetti, della loro sicurezza, della continuità di vita, del futuro.
In questo genocidio l’abbrutimento, gli abusi sessuali infieriti sulle piccole innocenti fanciulle ad opera dei militari, costrette a prostituirsi nei campi militari con la terribile conseguenza di rimanere vittime di malattie a trasmissione sessuale, AIDS ,aborti. Questo è il “lascito” di conflitto che rende alta la mortalità fra le abusate. In tutto questo dramma ,in questa morte, passano nelle nostre menti le sequenze di immagini di piccoli esseri che vagano: soli, dimenticati da un mondo, indifferente al loro destino!
E ci sono loro i bambini soldato, indottrinati all’odio, assuefatti alla violenza verso i propri fratelli, menti alterate ,destabilizzati dai valori tradizionali di rispetto e di fiducia: pericolosi assassini! Assoldati nel fiorente mercato delle armi a loro destinati, armi che facilmente un bambino può imbracciare e dirigere verso il “nemico” sempre più spesso un suo coetaneo! Cavie quelle innocenti vite: bimbi che vengono obbligati a passare in quei campi dove l’unico rumore è lo scoppio delle mine ai loro passi sbagliati! Subdola morte che non risparmia ,e se si è fortunati avranno regalato alla guerra i loro occhi, le loro braccia, le loro mani, le loro gambe!
Per questo orrore e per gli ultimi accadimenti, ora più che mai è necessaria una risposte umanitaria efficace. Non solo riferendosi alla giurisdizione internazionale, ma a tutte le Istituzioni, gli organismi che dovrebbero sinergicamente operare, affinché gli interventi siano tempestivi nel tutelare, difendere le giovani vite innocenti nelle aree di conflitto. Impegno solidale non è solo approntare le misure essenziali dell’emergenza, significa continuare il percorso di “cura” in termine di legittimazione dei diritti umani dei più piccoli. Aiutarli nella (ri) costruzione psicologica, nella personalità, avendo sempre cura di porre maggiore attenzione al contesto culturale e sociale delle etnie di appartenenza per una prospettiva di futuro migliore. E’’ il modo migliore per costruire la Pace!