Broadway Boogie Woogie di Piet Mondrian è un dipinto astratto realizzato nel 1943, nel periodo statunitense dell’artista neoplasticista.
Quando, nel 1940, si trasferisce negli Stati Uniti, per sfuggire alla guerra che sta per travolgere l’Europa, Piet Mondrian ha sessantott’anni e una lunga carriera alle spalle.
Nato nel 1872, ha iniziato come pittore figurativo, per poi diventare sempre più astratto, fino a teorizzare, insieme a Theo van Doesburg, con cui ha fondato la rivista “De Stjil”, una pittura che “risponda a un comune bisogno di certezza, di chiarezza e di ordine” e che sia “un’espressione non soggettiva, ma valida per tutti”.
L’opera d’arte, per lui, deve mirare all’essenziale, alla purezza assoluta ed escludere qualsiasi raffigurazione naturalistica. Ha abbandonato, dunque, ogni componente figurativa per arrivare a una pittura astratta, fatta di elementi puri: una griglia di linee nere, che si incrociano ad angolo retto, formando quadrati e rettangoli, riempiti con colori primari (rosso, giallo e blu) a cui aggiunge il verde e il grigio.
A New York Mondrian si sente libero di coltivare le sue passioni.
Di giorno, continua a scrivere i suoi articoli, a illustrare le sue complesse teorie artistiche, a dipingere, a frequentare musei e gallerie: è un’artista riconosciuto e i più giovani gli rendono omaggio come a un caposcuola.
Nel suo studio a Manhattan, tutto dipinto di bianco, con rettangoli di carta colorata appesi alle pareti, ascolta la sua musica preferita da un vecchio apparecchio, un radio-fonografo, che ha dipinto di un rosso brillante.
Di notte, si scatena.
Ogni tanto va a ballare con una giovane pittrice, Lee Krasner, destinata a diventare la compagna di Jackson Pollock.
Ma, per lo più, frequenta un club per jazzisti accaniti, il Minton’s Playhouse. Là, tutte le sere, si tengono jam sessions, a cui partecipano musicisti del calibro di Dizzie Gillespie o Charlie Parker.
In genere rimane fino a tarda ora, dopo le tre di notte, quando comincia a suonare un pianista geniale e bizzarro, con cui ha stretto amicizia, Thelonious Monk.
Sembra quasi che, da quando è a New York, tutto, per Mondrian, scorra al ritmo della musica.
Non solo il jazz, ma anche il boogie-woogie, che, a quel tempo, risuona dappertutto e che pare riprenda il rumore sincopato delle ruote dei treni che passano incessantemente sui binari della metropolitana
È il ritmo di New York quello a cui Mondrian si abbandona; un ritmo che cambierà per sempre la sua arte.
Il suo stile si rinnova e si adegua all’atmosfera vivace che lo circonda.
In un dipinto come questo, per esempio, la musica è protagonista, fin dal titolo: “Broadway boggie-woogie”.
L’opera si distingue come una creazione unica all’interno dell’opera di Mondrian. A differenza di alcune delle sue opere precedenti, che facevano parte di serie più ampie, questo dipinto è un capolavoro a sé stante. La sua unicità ne aumenta il fascino e la significanza.
Lo sfondo di “Broadway Boogie Woogie” è il paesaggio dinamico di New York durante la Seconda Guerra Mondiale. Il dipinto, completato nel 1943, racchiude il ritmo delle strade della città e il vibrante ritmo della musica jazz. Immaginate di trovarvi in mezzo all’energia frenetica di Times Square o di passeggiare lungo le strade a griglia di New York. Questo capolavoro cattura questa essenza con una disposizione meticolosa di quadrati e rettangoli colorati. I colori primari—rosso, giallo e blu—prendono il centro della scena, intervallati da blocchi più piccoli di bianco e grigio. La composizione crea un senso di movimento perpetuo, riflettendo il flusso e riflusso della vita cittadina. Le linee e i blocchi incrociati in questo dipinto non solo rispecchiano la griglia della città ma invitano anche gli spettatori a riflettere sull’interazione armoniosa di vari elementi nella propria vita.
Per apprezzare davvero questo capolavoro, è necessario comprendere l’affinità di Mondrian per il jazz. Lo stile boogie-woogie, con il suo ritmo vivace e le sue sincope, risuonava profondamente con l’artista. Nel dipinto, ogni blocco colorato sembra danzare indipendentemente, riflettendo lo spirito improvvisativo della musica jazz, mentre la griglia nel lavoro di Mondrian è più di una semplice scelta compositiva: è una dichiarazione filosofica. Credeva che attraverso questa griglia potesse catturare l’ordine sottostante dell’universo. In “Broadway Boogie Woogie”, la griglia diventa una metafora del caos strutturato della vita cittadina.