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Pil, Istat: battuta d’arresto nel quarto trimestre 2019(Altre News)

Pil, Istat: battuta d’arresto nel quarto trimestre 2019

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“Nel quarto trimestre del 2019, secondo la stima preliminare, la dinamica del Pil ha subito una battuta di arresto , un calo dello 0,3%, che ha interrotto la debole tendenza positiva prevalsa nell’arco dei quattro trimestri precedenti. Tale risultato negativo determina un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende a zero dallo 0,5% del trimestre precedente”. Così l’Istat sulla Stima preliminare del Pil del IV trimestre 2019 diffusa oggi dall’Istituto di Statistica.

“La stima preliminare ha, come sempre, – commenta ancora l’Istat – natura provvisoria e si basa sulla valutazione dell’andamento delle componenti dell’offerta e su un insieme ridotto di indicatori congiunturali; il valore aggiunto segna un calo marcato nell’industria e in agricoltura, a fronte di un sostanziale ristagno per l’insieme del terziario”.

In particolare, il quarto trimestre del 2019, evidenzia l’Istat, ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2018. La variazione congiunturale, prosegue l’Istituto di Statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre il comparto dei servizi ha registrato una variazione pressoché nulla. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta.

Bollette telefoniche, maxi multa Antitrust a compagnie

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L’Antitrust ha irrogato una sanzione per complessivi 228 milioni di euro a Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre accertando un’intesa anticoncorrenziale relativa al repricing effettuato nel ritorno alla fatturazione mensile. Lo rende noto l’Autorità in un comunicato in merito alla vicenda della fatturazione a 28 giorni.

In particolare, sottolinea l’Antitrust, “le indagini svolte hanno permesso di accertare che i quattro operatori telefonici hanno coordinato le proprie strategie commerciali relative al passaggio dalla fatturazione quadrisettimanale (28 giorni) a quella mensile, con il mantenimento dell’aumento percentuale dell’8,6%. Tale coordinamento era sotteso a mantenere il prezzo incrementato, vanificando il confronto commerciale e la mobilità dei clienti.

L’Autorità aveva adottato nel marzo 2018 delle misure cautelari che, grazie alle specifiche modalità e tempistiche, avevano effettivamente impedito l’attuazione dell’intesa. Infatti, a seguito dell’adozione di tali misure, gli operatori avevano dovuto riformulare le proprie strategie commerciali e ciò aveva determinato una diminuzione dei prezzi rispetto alla rimodulazione annunciata.

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1 Febbraio 2020