Il Cristianesimo considera la superstizione un peccato contro il primo comandamento. Le scienze psicologiche, invece, la considerano un’espressione del bisogno di sicurezza dell’uomo nei confronti del futuro. I napoletani, originali come sempre, hanno fatto della superstizione il loro tratto distintivo.
Magia e superstizione, infatti, si mescolano fin dai tempi più remoti nell’atmosfera partenopea: ‘o munaciello, ‘a bella ambriana, la smorfia, il corno portafortuna sono solo alcuni degli elementi caratteristici delle credenze napoletane.
A Napoli non esiste casa che non abbia – e sistemati in bella vista – cornicelli o ferri di cavallo, talvolta abbinati ad un crocefisso, mescolando, quindi, il sacro con il profano.

A proposito del Munaciello esistono molte leggende e detti popolari su questo personaggio, sicuramente il più strano ed imprevedibile del panorama esoterico napoletano. Egli è assai temuto dal popolo per i suoi proverbiali dispetti, ma è anche amato per le sue inaspettate e gradite sorprese che sollevano, anche economicamente, le situazioni familiari attraverso provvidenziali lasciti ed eredità.
Il Munaciello si manifesta come un vecchio-bambino che indossa il saio dei trovatelli che venivano accolti nei conventi. Amante delle donne, leggermente vizioso, è solito palpare le belle ragazze. In cambio di questo e/o dello spavento che il suo aspetto scheletrico causa, lascia delle monete per farsi perdonare.
Riguardo alla Bella Ambriana, essa rappresenta, invece, uno spirito benigno.
E’ una sorta di anti-Munaciello la cui presenza, nelle case, indica benessere e salute. E’ rappresentata come una bella donna molto ben vestita e paragonabile alla fata delle favole dei bambini. E’ anche chiamata Meriana, o ‘Mmeriana.
Il nome deriva dal latino meridiana di cui mariana indica l’ombra sotto cui ripararsi oppure l’aspetto immateriale dell’essere.
La testimonianza dell’affetto dei napoletani verso questa figura, è data dai numerosi napoletani che fanno di cognome Imbriani, da ‘Mbriana, appunto. L’ultimo dettaglio importante di questo personaggio è che in casa bisogna sempre lasciare una sedia libera perché, da un momento all’altro, potrebbe entrare ‘A bella ‘Mbriana e sedersi per riposare. In caso trovasse tutte le sedie occupate, se ne andrebbe lasciando ogni sorta di sciagura derivata dalla mancata ospitalità nei suoi confronti!
E arriviamo al celeberrimo corno portafortuna.

A suo riguardo varie sono le notizie sull’epoca di origine e sulle modalità d’uso. Vediamole.
- Intorno al 3500 a.C. nell’età neolitica, gli abitanti delle capanne erano soliti appendere sull’uscio della porta un corno simbolo di fertilità. A quei tempi la fertilità era unita alla potenza e, quindi, al successo. Gli uomini di allora usavano offrire dei corni come omaggio alla dea Iside affinchè assistesse gli animali nella procreazione.
- Secondo la mitologia greca, Zeus, per ringraziare la sua nutrice, le fece per regalo un corno
- In epoca romana, possedere una statuina con un elemento lungo e affusolato portava prosperità, abbondanza e benessere, sia all’intera famiglia, sia alle generazioni future. Vari simboli fallici, dalla forma assai vicina al famoso “curniciello” sono stati rinvenuti anche negli scavi di Pompei ed Ercolano.
- Nel Medioevo il corno, per portare fortuna, doveva essere rosso e fatto a mano. Il rosso simboleggiava la vittoria sui nemici, e l’oggetto doveva essere realizzato manualmente perché i talismani acquisiscono potere solo se usciti e forgiati dalle mani che li producono.
Comunque siano state le sue origini, il corno è il referente apotropaico (cioè che allontana) per antonomasia. Rappresenta il simbolo della vita che allontana l’influenza maligna.
Secondo le superstizioni napoletane, per portare fortuna, il corno deve essere regalato e non comprato e deve essere rosso, rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta. Nel corso del tempo, a Napoli, si sono succeduti veri e propri artigiani del corno, anche se, riguardo alle effettive virtù magiche non vi siano testimonianze che ne garantiscano l’efficacia.
Comunque, visto che non costa nulla, un bel cornetto attaccato alla porta di casa sicuramente male non fa.
Parola di saggio…