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Ponte a Genova, Conte: “Simbolo della rinascita”

Nuovo ponte a Genova, Conte: “Simbolo della rinascita”

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è a Genova per partecipare alla cerimonia del varo del primo impalcato del nuovo viadotto sul Polcevera.

“L’ultima volta che sono stato qui era il 14 agosto, in occasione dell’anniversario di questa tragedia, e proprio da questo cantiere dissi che Genova era il simbolo della volontà di rinascita. Questa rinascita si sta concretizzando, la possiamo vedere con gli occhi e toccare con mano, è una rinascita che nasce da una collaborazione sinergica tra pubblico e privato”, ha detto Conte sottolineando: “La soddisfazione di questo progetto non ci fa dimenticare le 43 vittime del ponte. Questo è un progetto che realizza la volontà di riscatto, ma in questo progetto c’è quasi incorporato il ricordo di 43 vittime, e chi ricopre incarichi pubblici ha il dovere della memoria, ha il dovere di testimoniare questa memoria anche con atti concreti, con l’impegno costante per potenziare la prevenzione e rafforzare la sicurezza delle nostre infrastrutture”.
“Stiamo realizzando un’opera di altissima ingegneria in tempi record”, ha detto ancora Conte ricordando che “avevamo preso un impegno con Genova, cercheremo di onorarlo giorno per giorno. Il monitoraggio dell’andamento dei lavori sarà costante e continuo, con l’obiettivo di inaugurare il nuovo ponte secondo il cronoprogramma e mi fa piacere constatare che anche adesso che la fase di avanzamento” è andata avanti “conferma i tempi” che il governo si è dato per la ricostruzione.
“Genova mi sta dando e ci sta dando una grande lezione, ha ridato luce e speranza al Paese intero – ha aggiunto il premier – Genova la continuiamo a portare nel cuore, io personalmente continuerò a tornare a Genova e sono ancora più determinato di prima… sino a quando avremo completato la fase di rilancio di un progetto di rinascita”.

Cei a Fioramonti: “Ignoranza su crocifisso”

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“Dall’uscita del ministro dell’Istruzione sgorga una ignoranza culturale che dispiace vedere in persone che rappresentano la nostra Repubblica”. Monsignor Giovanni d’Ercole, segretario della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, è lapidario nel commentare la posizione espressa da Lorenzo Fioramonti a proposito dei crocifissi fuori dalle aule scolastiche. “Sarebbe meglio tacere – osserva all’AdnKronos il vescovo – perché chi parla così ha una ignoranza culturale di fondo frutto di improvvisazione. Il ministro evidentemente non conosce la validità di questo simbolo, al di là di quello che pensano i cristiani. Il crocifisso, oltre ad essere un simbolo religioso, è un simbolo ’laico’ di estrema importanza. Davanti all’ennesima polemica laicista in realtà bisognerebbe solo osservare silenzio”.

Mons. D’Ercole dà un consiglio al ministro dell’Istruzione: “In futuro sia più prudente nel parlare. In Italia c’è un sentimento così profondo che non ha davvero senso urtare le sensibilità. La polemica non appartiene al mio stile ma vada prudente, signor ministro, le cose – se le deve dire – le dica nelle sedi giuste confrontandosi nel dialogo, troverà sempre persone disponibili”.

Infine il vescovo ricorda a Fioramonti le parole di un Imam sulla polemica legata al crocifisso che periodicamente si riaccende: “Qualche tempo fa, nel viterbese, presi parte ad un dibattito nel quale esplose proprio la polemica sul crocifisso nelle aule. Ad un certo punto l’Imam prese le parola e disse ’ma perché volete togliere il crocifisso? Mostra la perdita totale da parte vostra della religiosità e dei valori culturali’. Fioramonti rifletta”.

Intesa su concorso precari scuola, cattedra per 24mila

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I sindacati della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda) e Miur hanno firmato un’intesa per un decreto legge per indire un concorso straordinario per l’assunzione di circa 24mila precari da almeno 36 mesi (in totale sono 70mila quelli che hanno queste caratteristiche) e un concorso ordinario. L’intesa, raggiunta al ministero, prevede inoltre un disegno di legge su abilitazioni e reclutamento.

Roma, si dimette Cda Ama. Azienda a Zaghis

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Virginia Raggi ha individuato nella persona di Stefano Zaghis il nuovo amministratore unico di Ama spa. La sindaca, dopo le dimissioni del Cda di Ama, ha dato mandato agli uffici di avviare la procedura per la nomina. Ad appena tre mesi dall’insediamento, la presidente Luisa Melara, l’ad Paolo Longoni e il consigliere Massimo Ranieri hanno infatti comunicato il loro addio ai dirigenti della municipalizzata dei rifiuti , durante una riunione convocata verso ora di pranzo nella sede di Calderon de la Barca.

“Il Consiglio di Amministrazione di Ama Spa, nelle persone della Presidente, Luisa Melara, dell’Amministratore Delegato, Paolo Longoni e del Consigliere, Massimo Ranieri, ha rassegnato le proprie dimissioni” si legge nella stringata comunicazione ufficiale inviata alle 15:30 dalla società.

Mentre nella lunga lettera alla sindaca Raggi con cui hanno rimesso l’incarico, i componenti del Cda hanno spiegato che è venuta meno la “necessaria fiducia” nel Campidoglio. “Le comunichiamo, nostro malgrado, che da parte nostra – si legge nella lettera – è venuta meno la necessaria fiducia nel socio unico di Ama Spa e pertanto con la presente dichiariamo di rassegnare le dimissioni con decorrenza dalle 18 di oggi, primo ottobre, da componenti del consiglio d’amministrazione di Ama”.

La decisione di dimettersi sarebbe maturata dopo le ultime tensioni con il Campidoglio sul bilancio 2017 di Ama, già all’origine delle dimissioni dell’assessore capitolina Pinuccia Montanari e della revoca del Cda di Lorenzo Bagnacani.

Melara, Longoni e Ranieri avrebbero cercato fino all’ultimo una apertura da parte dell’azionista ma anche l’ultima richiesta di un incontro con la sindaca di Roma Virginia Raggi non avrebbe avuto alcuna risposta.

’’Se Raggi dice di essere stata lasciata sola, allora noi siamo stati abbandonati. Sono deluso e arrabbiato, se il piano per Ama era un altro ce lo potevano dire subito. Il problema dei rifiuti non si gestisce con l’ideologia ma servono azioni concrete’’. Dice all’Adnkronos il consigliere del Cda Ama Massimo Ranieri.

’’Anche oggi abbiamo continuato a lavorare, ho appena visto un dirigente Hera per la gestione dei flussi. Vanno avanti anche le procedure per l’apertura dei due compostaggi. Noi abbiamo provato a lavorare: oggi avrei dovuto vedere in V Municipio i cittadini perché con il presidente Giovanni Boccuzzi ci eravamo impegnati a far partire il porta a porta da Natale, ma purtroppo è andata così. Tutto questo avviene sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori di Ama’’.

Comunque assicura l’ad dimissionario Paolo Longoni,’’in questo momento stiamo predisponendo tutti quegli atti per far sì che Ama non si blocchi. Siamo responsabili’’.

Tuttavia Ranieri non scommette “affatto” che non ci saranno più rifiuti in strada “ma tutte le azioni messe in campo in questo periodo – assicura – hanno questa finalità”.

“Abbiamo fatto una manifestazione di interesse – ha spiegato Ranieri – per tutti i flussi di rifiuti, sia quelli generati dai nostri impianti che per il talquale (indifferenziato ndr). Oggi la Regione ha deliberato per il flusso di rifiuti verso le Marche, la scorsa settimana lo aveva fatto per l’Abruzzo: quindi abbiamo 20mila tonnellate fino al 31 dicembre per le Marche e altre 16mila per l’Abruzzo. Con i Tmb di Malagrotta che dovrebbero riprendere i flussi adeguati dopo la metà di ottobre, il fabbisogno viene coperto da questi contratti”.

Pugni ai bimbi che sbagliavano preghiera: arrestato imam

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Una violenza continua, quotidiana con schiaffi, pugni, spintoni umiliazioni, tirate di orecchie, ai bambini, giovanissimi dai 4 ai 5 e fino ai 10 anni che sbagliavano nel recitare le preghiere islamiche, e per questo arrestato all’alba di oggi dagli uomini della Digos di Padova. Maltrattamenti che per il giovane 23enne imam del Centro di preghiera ’Bangladesh Cultural Center’ erano il giusto castigo verso bambini in gran parte anch’essi di origine del Bangladesh, costretti a vivere in un vero e proprio stato di terrore e pressione psicologica durante le lezioni, previste tutti i pomeriggi, sabato e domenica compresi.

Maltrattamenti che gli stessi bambini avevano rivelato ai genitori, tanto che le prime segnalazioni agli investigatori erano giunti dall’interno della stessa comunità islamica e alle insegnanti delle scuole elementari frequentate dai bambini e preoccupate dal cambiamento di umore di alcuni loro alunni. Maltrattamenti e violenze che gli stessi bambini non capivano, tanto che uno di loro rivolto al proprio compagno appena schiaffeggiato gli dice: “Ma perché non lo denunci alla Questura?”. Per interrompere queste violenze, gli uomini della Digos, dopo indagini di pochi mesi, partite ad inizio estate, su provvedimento del Gip di Padova, questa mattina hanno arresto l’imam, in Italia con permesso di soggiorno per motivi di lavoro, in scadenza, per il reato di ’maltrattamenti ai danni di minori’. L’Imam, oltre alle lezioni ai bambini si occupava anche delle preghiere per i fedeli adulti che frequentavano il Centro culturale del Bangladesh.
Nel corso delle indagini, che vengono tuttora approfondite dagli uomini della Digos di Padova, sono emersi anche legami con un’altra associazione di cittadini del Bangladesh di Pieve di Soligo (Treviso) già oggetto di un’altra indagine per lo stesso tipo di maltrattamenti.

“Faccio di tutto per non morire”, lo struggente messaggio di Nadia Toffa

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“Spero di avere più tempo possibile, sto facendo il possibile per ritardare la mia morte. Il problema è che questo tumore continua a tornare. Non so quanto tempo avrò, non molto credo”. È un passaggio del messaggio che Nadia Toffa ha registrato il 21 dicembre 2018 in un video inedito di 20 minuti che ha voluto, scelto e pensato lei. Un ricordo commovente e intenso andato in onda durante la prima puntata della nuova stagione delle ’Iene’.

“La sorpresa è incontrare amici, vecchi, nuovi, persone care, parenti, colleghi che hanno lasciato un segno in questo ultimo anno tremendo, persone che contano davvero” dice. “Voglio sapere cosa pensano le persone di me. Voglio sapere la verità. Oggi è il 21 dicembre. Ho la chemio il 24 dicembre, mi hanno messo la chemio a Natale… voglio parlare con le persone importanti, andremo da mia madre, mi dispiace più per lei che per me… mi ha visto soffrire tanto. Andremo da Max, un mio amico, da mie due compagne di scuola. Andremo da Tommaso, un amico di Brescia che per me è un fratello. Poi dal boss Davide Parenti”.

“Berlusconi ha mandato l’elicottero per portarmi da Trieste al San Raffaele. Chiede di me, vorrei chiedergli perché tiene così tanto a me visto che non ho votato per lui e non sono la migliore conduttrice di Mediaset”. E ancora: “Non è il quanto vivi, ma come vivi. Io sto facendo il possibile per ritardare la mia morte. Vedremo quanto tempo avrò ancora, ma non credo molto”.

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2 Ottobre 2019